Energia

Economia circolare, ecco i vincitori del premio per le idee anti-sprechi

Enerpaper, startup che produce materiale isolante per l’edilizia usando scarti di produzione della carta, e Bio-Raffineria del futuro, centro di ricerca che converte l'”umido” in biocombustibile, sono i primi classificati al concorso indetto da “La Stampa” sulla circular economy. Un modello economico che punta tutto sul riuso

Pubblicato il 08 Mag 2017

Città ed economia circolare

Un progetto per produrre materiale isolante per l’edilizia usando scarti di produzione della carta e uno che permette di convertire gli scarti organici umidi in biocombustibile e bioplastiche: sono le due iniziative vincitrici del premio “Io penso circolare” promosso da “La Stampa-Tuttogreen”, il magazine dedicato all’ambiente e alla sostenibilità della vita quotidiana, insieme ad Aquafil, azienda impegnata a livello mondiale nella produzione di fibre in nylon rigenerato. Pochi giorni fa a Torino, nella sala del Circolo della Stampa, il direttore de La Stampa Maurizio Molinari e il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti hanno consegnato il premio destinato alle startup e ai centri di ricerca.

Circulary Economy, un premio per scoprire le migliori idee “circolari”

Il premio, lanciato all’inizio dell’anno, era rivolto a progetti, prodotti, brevetti e tecnologie in grado di dare un contributo concreto all’economia circolare basata sul concetto di riuso, riciclo e recupero di materiali e di energia. In particolare il bando era aperto a startup e centri di ricerca pubblici italiani con idee innovative per sfruttare al meglio le risorse, riutilizzare gli scarti e dare nuova vita a quanto invece finirebbe abbandonato.

Che cos’è la circular economy e perché può mantenere l’Europa competitiva

Nella logica dell’economia circolare – quel modello produttivo sostenibile che punta a una riduzione significativa degli sprechi – gli scarti e i rifiuti non esistono e la materia si rinnova sempre. Un’equazione perfetta, in cui vince la salvaguardia dell’ambiente, ma vince anche l’innovazione e la creazione di lavoro e sviluppo “virtuoso”. Temi, quelli dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile, cui “La Stampa” dedica attenzione non solo sulle pagine del quotidiano, ma anche con La Stampa-Tuttogreen. E adesso con questo premio.

LA PREMIAZIONE – Sono stati ben 46 i progetti sottoposti alla giuria del premio, composta dal direttore Maurizio Molinari, dal coordinatore di La Stampa-Tuttogreen Roberto Giovannini, dal giornalista Antonio Cianciullo, dal presidente di Aquafil Giulio Bonazzi, da Gianluca Baldo, socio fondatore di Lce e da Alessandra Astolfi di Ecomondo. Tra le “aziende giovani” il primo premio è stato assegnato a Enerpaper, startup dell’I3P, l’incubatore del Politecnico di Torino: il progetto prevede la produzione di materiale isolante per edilizia utilizzando scarti di produzione della carta. Al secondo posto Stone-Brick, sempre da Torino, che, col progetto W.E. Rock sta sviluppando un nuovo legante da utilizzare in edilizia, il fango di segagione, derivato dalla lavorazione della pietra. Terzo il gruppo di Energia per Ricostruire, da Rieti, con un progetto ambientale e sociale: l’idea è costruire una rete di piccoli impianti di cogenerazione, da installare nei comuni colpiti dai terremoti del 2016 in Italia Centrale. Tra gli enti di ricerca il miglior progetto è stato giudicato quello della Bio-Raffineria del futuro (Università di Trento), che permette di convertire gli scarti organici umidi in biocombustibile e bioplastiche. Al secondo posto c’è ConSolAR, il cui scopo è trattare le acque reflue inquinate attraverso la luce solare. Terzo classificato il progetto Sostinnovi dell’Universitá di Modena e Reggio Emilia, che vuole portare l’innovazione nel vigneto, soprattutto regalando una seconda vita ai sottoprodotti della produzione del vino. Gli altri progetti finalisti sono stati presentati da Oltrecafè, ECO23, Systemicfooddesign.it e “Dal latte al formaggio”.

Il centro di ricerca vincitore ha ricevuto un premio di 3mila euro, mentre la startup prima classificata potrà usufruire di una consulenza di tre mesi da parte della Life Cycle Engineering (Lce), società specializzata nelle analisi del ciclo di vita del prodotto e delle performance ambientali.

Ecco le schede dei due primi classificati.

START UP – 1° CLASSIFICATO
Progetto ENERPAPER [Rotoli di cellulosa per isolamento termico e acustico, atti ad essere trasformati sul posto in fiocchi per insufflaggio]
Torino
Enerpaper srl è una startup innovativa dell’I3P, Incubatore del Politecnico di Torino che commercializza e produce un innovativo materiale isolante protetto da brevetto internazionale. Il materiale isolante prodotto da Enerpaper è composto da cellulosa stabilizzata proveniente da scarti del macero Italiano e si presenta in bobine, unico al mondo. Questo nuovo materiale permette di risparmiare sensibilmente su tutte le fasi della catena del valore: – 70% sui costi di trasporto e stoccaggio – 50% in meno di chimici rispetto ai concorrenti – 50% in meno di peso – il più performante al mondo nel suo settore (conducibilità 0.037) L’organizzazione di Enerpaper ha un unico mix di competenze tecniche internazionali che spaziano da percorsi industriali in società internazionali come Fiat Auto e Ahlstrom, start-upper del settore, consulenza strategica (A.T. Kearney), esperienza nella microbiologia applicata al mondo della carta, esperienza nel settore cleantech USA. Il progetto Enerpaper, protetto da brevetto internazionale, permette di riciclare il macero della carta utilizzando impianti già esistenti (le cartiere), sia durante l’installazione utilizzando un’innovativa macchina per insufflare. Grazie alla forma in bobine e all’innovativa macchina per insufflare, gli operatori possono evitare le attività ripetitive e dannose come quelle di rompere i sacchi per inserire il materiale pulverulento nelle macchine per insufflare.

ENTE DI RICERCA – 1° CLASSIFICATO
Progetto LA BIO-RAFFINERIA DEL FUTURO [Processo di conversione idrotermica per la produzione di biocombustibile, bioadsorbente e bioplastiche]
Università di Trento
La tecnologia sviluppata dal team di ricerca è un processo innovativo di valorizzazione degli scarti organici umidi chiamato conversione idrotermica (HTC).
Durante l’HTC lo scarto viene trasformato in un materiale solido, l’idrochar, che può essere utilizzato per la produzione di energia o piuttosto come adsorbente o materiale di alta qualità. Tale processo viene svolto all’interno di un serbatoio chiuso, in condizioni di temperatura e pressione tali da mantenere l’acqua allo stato liquido (T=180-250 °C, P =10-50 bar). Il substrato viene trattato in condizioni di acqua calda pressurizzata per 3 ore.
Oltre ad essere un processo innovativo, la novità di questa tecnologia sta nel poter risolvere due problematiche ambientali molto sentite e discusse, sia a livello locale che mondiale: la gestione efficiente dei rifiuti, in accordo con i concetti di “economia circolare” e “rifiuti zero”, e la sempre più pressante necessità di distaccarsi dallo sfruttamento delle risorse fossili. La tecnologia ridurrebbe la produzione di potenziali rifiuti, valorizzandoli in una filiera concentrata e, al contempo, generando dei prodotti rinnovabili destinati a ridurre lo sfruttamento di fonti fossili.

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