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Da Trony a MediaWorld, perché l’elettronica di consumo è in crisi nell’era di Amazon

DP uno dei soci di Grossisti Riuniti Elettrodomestici, è fallito. Risultato: 43 punti vendita chiusi e 500 persone senza lavoro. Ma altri non stanno meglio. Fa eccezione solo Unieuro, grazie a una politica di acquisizioni. Una situazione determinata dal primato della multinazionale di Bezos, che ora punta sui negozi fisici

Pubblicato il 21 Mar 2018

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La catena di elettronica da consumo Trony sta vivendo momenti difficili. In realtà a essere in crisi è DPS Group, uno dei soci di Grossisti Riuniti Elettrodomestici (GRE), che dal 1997 detiene la proprietà di Trony con circa 200 negozi in tutta Italia. A seguito del fallimento dichiarato da DPS Group lo scorso 15 marzo al termine di un anno piuttosto tribolato sono stati chiusi 43 punti vendita sul territorio nazionale (in particolare in Lombardia e Puglia), con circa 500 persone rimaste senza occupazione. I sindacati hanno chiesto l’apertura di un tavolo di lavoro al Mise per affrontare la situazione, ma per il momento non si vedono soggetti disposti a rilevare gli asset di DPS.

Ma Trony non è l’unica in crisi in questo segmento di mercato. Mediamarket, proprietaria del marchio MediaWorld, ha stabilito nei mesi scorsi la chiusura dei punti vendita di Grosseto e di Milano Stazione Centrale e ha deciso di trasferire i lavoratori della sede di Curno (Bergamo) a Verano Brianza. Inoltre in 17 punti vendita MediaWorld scadono il prossimo 30 aprile i contratti di solidarietà in essere.

Recentemente anche i gruppi Galimberti e Castoldi, aderenti all’insegna Euronics, hanno chiesto di accedere al concordato preventivo in continuità.

L’unico in salute, nel panorama nazionale della consumer electronics, appare soltanto il marchio Unieuro, grazie soprattutto a una politica aggressiva di acquisizioni. Quel che è certo è che il mercato italiano dell’elettronica di consumo non vive un momento positivo.

Secondo i dati forniti da GFK, nel quarto trimestre del 2017 il comparto ha sviluppato un giro d’affari di 5,8 miliardi di euro, diminuendo così il proprio fatturato dello 0,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La significativa decrescita del settore dell’Elettronica di consumo (CE) – pari al -9,7% – è stata infatti bilanciata dalla prestazione positiva dei settori delle Telecomunicazioni (TC) , del Piccolo Elettrodomestico (SDA) e del mondo Foto (PH). Tutti gli altri settori, informatica compresa, decrescono.

Il punto è che, nonostante i volumi di fatturato più o meno stabili, i distributori del mondo consumer stanno pagando da tempo una costante erosione dei propri margini di guadagno. Innescata, in buona parte, dalla crescita di quello che è ormai il retailer numero uno al mondo nell’elettronica di consumo, ossia Amazon, tra l’altro sempre più attiva nei negozi fisici.

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