Siamo al giro di boa del 2023. In tanti, in questi ultimi due anni, si sono interrogati sulla capacità di tenuta di San Francisco e della Silicon Valley in generale.
San Francisco sta certamente affrontando una sorta di “commercial Armageddon”.
Molti uffici sono ancora vuoti a causa del lavoro a distanza (il tasso di vacancy è ancora sopra al 30%). E la situazione potrebbe anche peggiorare dato che molti contratti di locazione commerciali mantenuti durante la pandemia – spesso a condizioni di favore – iniziano a scadere. Questa situazione ha un grandissimo impatto in città, visto che riduce la base imponibile e avvia un “ripple effect” che colpisce dalle attività retail nelle zone non residenziali (molti ristoranti non hanno più riaperto dal Covid) alla sicurezza e al trasporto pubblico.
E i problemi della città che erano già strutturali prima del Covid (leggasi “homeless”) stanno esplodendo. Il fenomeno dei senzatetto è sempre più visibile e fuori controllo e la microcriminalità sta diventando un problema (molti centri commerciali in città hanno chiuso perché non possono gestire il problema dei furti che non vengono neanche più perseguiti dalla polizia).
San Francisco, la città americana con il più alto tasso di uffici vuoti
I licenziamenti nelle big tech (agosto 2022 – luglio 2023)
Però c’è un però.
San Francisco, due città con due narrazioni diverse
La storia di San Francisco è in realtà la “tale of two cities with different narratives” (definizione dell’amico Sean Randolph del Bay Area Council Economic Institute che ha messo insieme dei dati molto interessanti). Narrazioni diverse – una negativa e una più positiva – con elementi di verità per entrambe.
Molti quartieri sono fiorenti. La città resta meravigliosa e i turisti sono tornati.
E, nonostante le ondate di layoff (che dopo la punta di inizio anno sembrano in via di attenuazione), l’economia sta andando bene.
- La disoccupazione è inferiore al 3%.
- I lavoratori licenziati dalla Big Tech hanno quasi tutti trovato un nuovo lavoro.
- La Bay Area è diventata l’epicentro globale della rivoluzione dell’intelligenza artificiale e della generative IA: 7 delle 13 principali società mondiali di generative IA (quelle con valutazione sopra al miliardo di dollari) hanno base in Silicon Valley, trainando occupazione, capitali, startup, imprenditori e, a breve, exit (che quindi riverseranno tonnellate di denaro sull’area).
La Silicon Valley è l’epicentro della Generative AI
Gli unicorni della Generative AI e la loro localizzazione
Quindi, ci sono sicuramente tanti problemi che non sono destinati a svanire a breve.
Ma sono pronto a scommettere che San Francisco e la Silicon Valley continueranno a fare quello che stanno facendo da quasi un secolo: “build on innovation” e reinventarsi guidando la prossima rivoluzione tecnologica.
Quindi, con Mark Twain possiamo dire che la notizia della morte della Silicon Valley “è fortemente esagerata”. Magari non con un telegramma ma con un tweet, anzi con un thread post.