1. Il libro spazia dalla storia, dal passato, al futuro prossimo, anzi al “futuro presente”.
L’autrice propone una carrellata sulla storia delle “invenzioni” che hanno consentito alla medicina di progredire nel corso del tempo, frutto di un atteggiamento disruptive decisivo per migliorare le condizioni dell’umanità.
Scrive Ilaria: “Sono quindi completamente uscita dal mio ambito di iperspecializzazione per volgermi indietro, andando a frugare nella storia della scienza e focalizzandomi su alcuni personaggi per riflettere sul metodo e imparare da loro.”
2. La Capua introduce e propone il concetto di “Salute circolare”, cioè un approccio olistico non solo alla salute di ogni essere umano ma che abbraccia l’interazione con l’ambiente circostante.
Un cambio di paradigma utile e da perseguire perché “ognuno di noi è in relazione con il mondo animale – il latte, le uova, il miele e la carne che mangiamo, ma anche il gatto o la tartaruga che teniamo in casa –, quello vegetale (pane, verdure e frutta, la birra e il vino, il legno dei nostri mobili) e quello inanimato (acqua, aria, sabbia, pietra). Tradizionalmente noi immaginiamo l’ambiente come qualcosa che è all’esterno del nostro organismo: in realtà ci siamo immersi, fa parte di noi e attraverso la catena alimentare costituisce i mattoncini delle nostre cellule e sostiene la nostra vita.”.
3. Infine, aspetto decisivo – specialmente per un libro di una scienziata – trattasi di una lettura gradevole, “estiva” nel senso migliore del termine, cioè lieve e profonda al tempo stesso.
La forma dell’intervista aiuta la fluidità e la scorrevolezza del testo, per leggere il quale non occorre essere scienziati, basta solo essere curiosi. Di sé e del mondo in cui siamo.
A questo punto, rimane un ultimo aspetto. Che cosa ha a che fare questo libro con la tecnologia solidale? Molto. Perché il cambio di prospettiva indicato da Ilaria Capua si fonda sulla tecnologia, a partire dall’uso intelligente e interdisciplinare dei big data come “strumento per una visione più larga, che abbracci la salute in tutte le sue componenti.”.
Èd è solidale, nel senso più ampio del termine: “vedere la salute come un bene che scorre, come una linfa vitale che connette fra loro gli uomini, gli animali, le piante e l’ambiente”.
Da qui il mio invito a leggere questo libro: la salute circolare è pienamente tecnologia solidale. Buona lettura!
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