E’ indiscutibile che con scarse risorse pubbliche da investire e con un trend di contrazione degli investimenti delle Grandi Aziende, il principale volano di crescita per il Bel Paese sia la Piccola e Media Impresa. O meglio, le PMI che spingono sull’innovazione, sulla qualità dei prodotti e sulla conquista di nuovi mercati. I dati recentemente pubblicati da Confartigianato sono piuttosto indicativi: anche il 2015 sarà un anno caratterizzato dalla forza trainante delle PMI. Nel primo trimestre dell’anno, queste ultime hanno riversato, sui mercati esteri, prodotti per un valore di 25,8 miliardi di euro (il 27,2% dell’intero export manifatturiero): un aumento del 4,1% rispetto allo stesso periodo del 2014. Per descrivere il fenomeno, posso far mie le parole del presidente di Confartigianato, Giorgio Merletti:
“Con questi numeri le piccole imprese si confermano ambasciatrici dell’alta qualità made in Italy e componente fondamentale dell’economia italiana. Il sistema economico e produttivo, ricco anche di micro e piccole imprese, è un modello adatto allo sviluppo, che va accompagnato e sostenuto”.
E’ chiaro il riferimento alla proiezione verso l’estero. La scelta di quelle imprese che, a prescindere dalle dimensioni, decidono di inserire in organico professionisti dell’internazionalizzazione con competenze specifiche, come gli Export Manager, si rivela vincente in termini di espansione. Non si tratta di tessere le lodi di un modello organizzativo, che non rappresenta l’unico canale per il successo imprenditoriale, ma di prendere atto di una realtà: le PMI che guardano oltre confine costituiscono un fattore di sviluppo essenziale e strategico per l’economia italiana. E non da ora.
Già nel 2012, quando i segnali di ripresa erano di là da venire, l’Istat fotografava, per i primi undici mesi dell’anno, un surplus di 8.9 miliardi di euro tra export e import: un attivo non trascurabile nella bilancia commerciale. Protagonisti di quel primo traguardo proprio gli imprenditori e i manager che avevano scommesso su strategie commerciali improntate all’internazionalizzazione. Fra questi, molti dirigenti di imprese piccole o medie.
Un esempio virtuoso, fra i tanti che affrontano con successo questa sfida, quello di Elica: azienda marchigiana al primo posto nelle classifiche mondiali di produzione e vendita di cappe da cucina. Un’organizzazione produttiva di media grandezza, che era riuscita a ottenere una rilevanza anche mediatica, a fronte dei brillanti risultati industriali. E non è un caso che il suo ad, Giuseppe Perucchetti, rilevasse che solo il 12-13% del fatturato derivasse da operazioni sul mercato nazionale.
Si possono citare anche altri casi, come quello della Nuncas di Settimo Milanese, specializzata nella produzione di detergenti domestici di alta gamma: nel 2008, nonostante la crisi dei subprime, progettava l’apertura di una nuova sede in Sud-America. E il fatturato cresceva del 2% rispetto all’anno precedente. Più di recente, le scelte di una manager illuminata come Beatrice Brunelli della Mascia Brunelli di Milano hanno dimostrato che un’espansione oculata è la strategia vincente anche nel campo della cosmesi professionale.
Oggi affrontare mercati internazionali è una sfida imprescindibile, per questo segnalo questa utilissima misura che può aiutare una Piccola azienda a capire dove investire.
Il mio suggerimento è di approfittare del voucher di 10.000 euro, a fondo perduto, per l’inserimento di un Temporary Export Manager nell’organigramma gestionale della vostra PMI, per un periodo non inferiore ai 6 mesi. Fate scouting e testate un export manager con un progetto di analisi preliminare verso un mercato target, se il feedback e l’analisi (sia del manager che del mercato) sono promettenti… investire! La procedura per avere il voucher è molto semplice e si avvale dell’intermediazione di società accreditate che vi danno veloce accesso a manager selezionati, tra le varie possibilità di supporto campanilisticamente vi segnalo Assolombarda Servizi.
Con un mercato interno in continua sofferenza, un approccio multinazionale, che riguardi anche le aziende medio-piccole, rappresenta una via indispensabile alla crescita dei fatturati e del PIL. E in questo processo la figura dell’Export Manager si rivela cruciale, non perdete il treno.
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