Aumentare il prelievo sulle rendite finanziarie va bene, se serve a ridurre l’odiosa e odiata imposta sulle attività produttive. Ma sulle startup bisogna prestare attenzione e prevedere un’eccezione. Carlo Bonomi, vicepresidente Assolombarda per Credito, Finanza, Fisco, aderisce con giudizio all’appello lanciato da EconomyUp per una tassazione ridotta del capital gain sulle nuove imprese innovative. E avverte: un aumento dell’aliquota, così come previsto da DEF approvato dal governo Renzi, potrebbe scoraggiare gli investitori privati.
Bonomi, qual è la vostra posizione sulla volontà del governo di aumentare il prelievo fiscale sulle rendite finanziarie?
Come sistema noi siamo favorevoli a spostare la tassazione dal lavoro e dall’impressa alla rendita finanziaria. Quindi non possiamo che vedere di buon occhio quanto previsto dal Documento programmatico di Economia e Finanza. A maggior ragione se le risorse recuperate saranno utilizzate per abbattere l’Irap, tassa odiosa che incide molto sulle aziende capital intensive. Non abbiamo però evidenza sulle startup, che sono un capitolo importante, del nostro sistema economico.
Intende dire che vedete anche un voi un rischio in questa fase delicata di consolidamento dell’ecosistema?
Non ci sono studi e non c’è ancora una grande casistica. Ma il timore che questo innalzamento della tassazione così importante possa provocare effetti negativi sulle startup è fondato e va monitorato attentamente.
Quale rischio intravvede lei?
L’aumento dell’aliquota potrebbe condizionare soprattutto le scelte di investimento delle persone fisiche e quindi ridurre l’afflusso di capitali sulla nuova imprenditoria, con effetti negati sulle startup.
Quindi ritiene consigliabile un’aliquota agevolata sul capital gain delle startup?
Non troveremmo per niente strano fare un’eccezione, focalizzandosi sulle sviluppo delle startup. Del resto stiamo dedicando grande attenzione a questo ecosistema. Abbiamo appena lanciato StartupTown all’interno del progetto Far Volare Milano e ci stiamo ponendo la questione di agevolare gli investimenti sull’innovazione diffusa. In questo senso stiamo lavorando per focalizzare meglio gli investimenti sulle startup. Oggi sono spesso a pioggia, di dimensioni tali che non permettono di aiutare davvero una nuova impresa. Dobbiamo decidere dove mettere le poche risorse disponibili, su quali settori puntare, per creare campione nazionali.