All’ultimo miglio. Il più articolato e complesso dove la palude e il sottobosco della tecnostruttura parlamentare agiscono silenziosi e potenti. Insomma, vorremmo essere nella House Of Cards, la serie televisiva Netflix con Kevin Spacey, ma ci mancano i machiavellismi di Francis “Frank” J. Underwood.
L’emendamento, presentato dopo una campagna di EconomyUp, per la riduzione della tassa sul capital gain dal 26% al 12,5% per le Start Up Innovative è ora al Senato. Ultimo miglio, appunto. C’è un asse tra Ministero Sanità, Università e Ricerca e Sviluppo Economico. Ma manca un mattoncino del lego, il Ministero Economia. Chi ha la borsa, anche se un po’ bucata, comanda eccome.
Il tema ora è la copertura finanziaria della riduzione; ogni emendamento taglia-entrate deve trovare la sua copertura. Così non si crea debito. [Eppure siamo a oltre 2.000 Miliardi € di buco. Oltretutto in salita. Ma è altro tema che non ho ambizione di affrontare.]
Proviamo a fare due conti:
· grazie alla nuova normativa e anche agli incentivi fiscali (95mila € di detrazione immediata Irpef ogni 500 mila € investiti, per anno), sono già nate oltre 2.000 Start Up Innovative;
· possiamo stimare che si arrivi a 3-4000 Start Up a fine 2014; per arrivare fino 15 mila in 4 anni, in accelerazione;
· il combinato disposto di: i) incentivi fiscali all’investimento; e ii) abbassamento della tassazione alla vendita (il capital gain al 12,5% invece che al 26%), potrebbe portare circa 1,5 Miliardi € di investimenti in 4 anni: 100 mila € medi a Start Up (media del “pollo”);
· il 5% delle Start Up potrebbero arrivare ad una valorizzazione, vendita o exit, dopo circa 4 anni dall’avvio (tempo medio di permanenza di imprese in portafoglio di fondi di Venture Capital top tier). Nel 2018 verrebbero valorizzate circa 150 imprese (5% x 3.000 Start Up); altre 750 tra il 2019 e il 2021;
· le imprese che saranno poi vendute, possiamo presupporre, avranno attirato mediamente cinque volte i capitali delle altre Start Up: 500 mila € vs 100 mila €;
· il rendimento di questo 5% potrebbe assomigliare ad un IRR (ritorno sugli investimenti) di un fondo di Venture Capital di medio successo: 20% all’anno.
· i 75 Milioni € aggregati (500 mila € x 150 imprese) investiti nel 2014 nelle imprese poi valorizzate, diventerebbero circa 155 Milioni € nel 2018 [(1+20%)^4anni x 75 Milioni €);
· con la legge sanguisuga che entrerebbe in vigore dal 1 luglio, nel 2018, gli investitori privati che venderebbero pagherebbero 20,8M€ di tasse sul capital gain [(155 Milioni € – 75 Milioni €) x 26%)];
· se passasse l’emendamento #startupNotax, pagherebbero circa 10 Milioni €;
· lo Stato famelico si priverebbe di soli 10,8 Milioni € di extra tasse.
Insomma, per ridurre la tassazione sul capital gain dal 26% al 12,5% per le Start Up Innovative, si dovrebbe pensare ad una copertura: a) solo dall’anno 2018 (prime possibili exit); e b) per un valore pari a circa 11 Milioni €. A regime, dal 2019 in poi per ogni anno, farei fatica a pensare a più di 15 Milioni € all’anno. Tale importo sarebbe poi più che compensato dalle tasse pagate dalle circa 15 mila nuove imprese. Se queste pagassero, sempre in media, poco più di 1.000€ di Ires+Irap all’anno, pantalone ci finirebbe per guadagnare ancora. E la copertura diventerebbe addirittura un extra gettito.
Lo sforzo di trovare un’eventuale copertura, o meglio una “copertina”, di questo ammontare è poca cosa a fronte di migliaia di nuove imprese innovative (brevetti + laureati + ricerca&sviluppo) e 1,5 Miliardi € di investimenti. Scaviamo tra le pieghe dello s-bilancio.
Le mie sono modeste approssimazioni. La competitività del Paese, invece, non deve avere nulla di modesto.
* Pierluigi Paracchi è Ceo di Medixea Capital @pigiparacchi