Innovazione&burocrazia

Startup Mission 2014: ancora una spallata ai dettagli diabolici

Il 2013 ha portato novità legislative importanti grazie a un gruppo di “baldi giovani” infiltratisi nei ministeri. Ma il diavolo sta nei dettagli. Come i 2052 caratteri per definire una startup o il 5% istituzionale nel crowdfunding. E vi spiego perché

Pubblicato il 20 Dic 2013

spazio-120620164025

Pierluigi Paracchi, founder and Ceo Medixea Capital, Investor and Board Member at EOS

Non ho dubbi, questo 2013 ha portato in Italia novità dirompenti sul lato normativo per il mondo dell’innovazione e delle nuove imprese.

A Roma, un gruppo di “baldi giovani” infiltratisi mimeticamente in alcuni posti chiave dei ministeri, ha scardinato la burocrazia dei palazzi e si è imposto. Impresa non facile. Ve lo dice chi ha annusato il malfunzionamento del sottobosco di Stato: faccendieri, boiardi, parrucconi e professori prestati a qualsiasi cosa. Quindi, complimenti due volte.

Ho un esempio che spiega la difficoltà da me incontrate anni fa tra i palazzi e che danno idea dell’impresa poi fatta di nostri “baldi giovani”.

Il venture capital è in crisi in Italia dal 2001, per chi non lo sapesse. Da allora si prova a riformare il “sistema”. Risale, infatti, al 2001 la normativa della Banca d’Italia che avrebbe dovuto favorire la nascita di società di gestione di fondi di venture capital: “SGR – Società di Gestione del Risparmio a Capitale Ridotto”. Ne è nata solo una, poi abbandonata.
Causa: la leggiucchia imponeva che la maggioranza del capitale delle SGR fosse in mano ad enti pubblici o di ricerca, fondazioni o camere di commercio. Questo vincolo, ben pensato dal Legislatore, ha rappresentato la radice di tutti i mali. Il Legislatore, nella sua consapevolezza diabolica, aveva bilanciato la presenza maggioritaria di enti pubblici o semi-pubblici con la riduzione del capitale necessario al lancio di una nuova SGR. A conti fatti, ciò è stato solo un dazio a favore dell’inefficienza e del demerito.

Il diavolo, che ricordiamo a tutti veste una marca fashion nostrana (che ha deciso, non a caso, di quotarsi in borsa a Hong Kong e non a Milano), come noto sta nei dettagli:
a) arrivare a definire con 2052 caratteri (spazi esclusi!) cosa è una start-up innovativa, è diabolico;b
b) crowdfunding… eravamo ad un passo, poi lo zampino di Mefistofele ha aggiunto quel vincoletto del 5% obbligatoriamente in mano a “investitori qualificati” e il limite di essere un’impresa da definizione a 2052 caratteri.

In USA, dove sono più avanti di noi:
a) non c’è definizione di start-up se non semplicemente, “qualsiasi impresa Usa”;
b) non c’è la tangente del 5% da pagare a qualsivoglia soggetto in caso di crowdfunding.

Ricordiamo che chi è indietro deve correre a passo doppio; dovremmo essere più liberali degli americani per recuperare terreno. E invece!

Dall’”SGR a capitale ridotto”, un po’ rocambolescamente e con caparbietà eroica è uscita l’operazione di venture capital del decennio, EOS – Ethical Oncology Science, la start-up con la molecola da mezzo miliardo venduta ad una società quotata al Nasdaq.
Non possiamo però sempre pensare di farcela nonostante il sistema. Una volta tanto vorrei che le regole fossero totalmente (riga per riga, punto per punto) a favore di imprenditori e investitori.

Coraggio “baldi giovani”, ancora una spallata. Via nel 2014 i dettagli diabolici!

Ps: Ho appena girato i 40 anni

* Pierluigi Paracchi è founder and Ceo Medixea Capital, Investor and Board Member at EOS

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati

Articolo 1 di 2