Il Matteo Presidente di Consiglio lo ha twittatto con soddisfazione: “miliardi di euro che ritornano allo Stato”. È il “miracolo” della Voluntary Disclosure, la possibilità di far rientrare attività finanziarie detenute da italiani in paradisi fiscali pagando sanzioni ridotte e con la depenalizzazione parziale di eventuali reati penali. Un miracolo compiuto dall’accordo firmato dal Ministro Padoan con la Svizzera.
Una volta che questi capitali saranno rientrati, si spera proprio non vadano tutti allo “Stato” ma entrino nel sistema produttivo. Per le Startup Innovative si apre quindi una grande opportunità. Perché?
Il quadro macro è di facile lettura: i Bot e i Btp tendono a rendimento zero, gli immobili sono sotto scacco a causa di una pioggia di tasse, i mercati azionari sono ai massimi da anni. Mentre se il privato investe in Start-Up Innovative si assicura una detrazione fiscale del 19%. Su 500mila euro, , il massimo investibile ogni anno, l’incentivo è pari a 95mila euro.
Ovviamente ci sono i rischi dell’innovazione ma anche l’opportunità di creare una storia di successo e generare molto valore. Team-imprenditore, track record, tecnologia-brevetti, sono gli elementi discriminanti per allocare bene i propri risparmi.
Insomma, la ricetta è semplice: agevolare la riallocazione della gran massa di risparmio privato, il petrolio del nostro Paese, verso investimenti produttivi e competitivi, utilizzando la leva fiscale.
Per attivare e completare il circolo virtuoso, in aggiunta alle detrazioni fiscali per la fase di investimento, si dovrebbe prevedere la riduzione della tassa sul capital gain per l’uscita. Vale a dire, nel caso di vendita con profitto di una partecipazione in una Start-Up Innovativa, la tassa sul guadagno dovrebbe tornare al 12,5% (come per gli improduttivi e ben poco innovativi Bot) invece che l’attuale 26%.
Attendiamo il prossimo tweet dall’alto: “#startupNOtax, miliardi di euro che ritornano all’innovazione”.
* Pierluigi Paracchi, Chairman & CEO Genenta Science TW@pigiparacchi