“Il nostro Paese sta morendo di mediocrità! Anche le parti migliori, e sono tante, affondano in questa mediocrità dilagante”. Come non essere d’accordo con Stefano Firpo, Capo della Segreteria Tecnica del Ministro dello Sviluppo Economico, che venerdì 7 Marzo ha commentato alcune delle novità più salienti sulla normativa a sostegno delle StartUp innovative e degli investitori Business Angels nel corso dell’incontro “Giornata di Academy” organizzata da Iban (Italian Business Angels Network Association) con lo Studio Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & Partners.
I decreti attuativi relativi alla legge 221 del 18 dic. 2012 – in materia di Start Up Innovative” pare usciranno a giorni (sono alla firma della Corte dei Conti) e si spera produrranno importanti conseguenze pratiche sia per le Start Up già in portafoglio dei Business Angels, sia per i prossimi investimenti. Durante la giornata è stato affrontato anche il tema caldissimo dell’Equity Crowdfunding, commentandone lo stato dell’arte, i primi casi di applicazione pratica e luci e ombre del regolamento Consob.
Sono ancora poche nel nostro Paese le Start up registrate come innovative, ad oggi 1719, e tutte prevalentemente concentrate nel Nord e nel Centro Italia. Tuttavia, precisa Firpo, occorre capire beni i criteri, molti dei quali sono stati rivisti ed allentati e possono essere acquisiti, se le start up sono un po’ “smart”, praticamente da ogni nuova impresa capace di coniugare, ingegno, tecnologia e risorse qualificate, anche nei settori cosiddetti maturi.
Tomaso Marzotto Caotorta, Vice Presidente Iban, che ha moderato la giornata, ha sottolineato l‘importante rivoluzione in atto diretta a favorire gli investitori, tanto persone fisiche, quanto persone giuridiche, che godranno, le prime, di esenzioni fiscali del 19% e le seconde, del 20%. Queste percentuali, poi, nel caso di start up socialmente innovative, tra le quali rientrano anche quelle in campo energetico, vedranno tali percentuali aumentare al 25 ed al 27%. Anche questo un segnale importante da cogliere per un Paese che deve credere nella crescente forza dell’innovazione sociale e nelle sue potenzialità future.
Tutti si sono ritrovati d’accordo nella necessità di favorire in tutti i modi l’apporto di capitali freschi verso le start up innovative. Dobbiamo condividere i rischi connessi con l’avvio di una nuova impresa; non relegare il rischio solo ai giovani. L’orientamento comune deve essere sempre più quello di una società “Risk Sharing”. Ed un governo che crede in questo motore pulsante e nei giovani deve essere capace di saper incentivare in modo intelligente, allentando la pressione fiscale sulle imprese giovani e comprendendo che, sostenendo una start up, si sostiene la sostenibilità della propria economia e del proprio futuro.
* Elita Schillaci è Professore ordinario di Imprenditorialità, Nuove Imprese e Business Planning – Università di Catania