Scenari

Se il futuro di Telecom Italia passa anche dalla televisione

Ci sono tutte le premesse per assistere finalmente a qualcosa di nuovo nel mondo delle telecomunicazioni e dei media. L’accordo con Sky è il primo segnale di un nuovo corso che con l’assemblea del 16 aprile può dirsi ormai definito. L’incontro fra web e televisione è solo all’inizio e comporterà anche una reingegnerizzazione delle reti

Pubblicato il 18 Apr 2014

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Giorgio Ventre, docente di Rete di Calcolatori all'Università Federico II di Napoli

Dopo tanto, troppo tempo in attesa di un fantomatico scorporo della rete o di un cavaliere bianco quanto meno in ritardo, Telecom Italia sembra essere tornata in grado di pensare al futuro. A quello proprio, non solo a quello dei soci. In realtà Telecom Italia soffre né più né meno dello stesso male che affligge tutti gli operatori di telecomunicazioni europei, ossia di una progressiva erosione della redditività con una sempre minore capacità di affrontare gli investimenti necessari per la realizzazione delle nuove reti a banda ultra larga. Tutto questo mentre aziende come Google, Facebook, Netflix, i cosiddetti Over The Top, continuano invece a macinare profitti usando reti messe a disposizione da altri.

L’accordo strategico appena siglato con Sky sembra essere una sterzata nella giusta direzione, con l’adozione di una politica industriale che vede l’operatore italiano non più solo nella funzione di carrier passivo ma come soggetto in grado di salire nella catena del valore e di accordarsi con i principali produttori di contenuti. Una strategia questa di certo non nuova a livello internazionale, dove di recente si è assistito a diversi colpi in questa direzione. Il più significativo dei quali è probabilmente l’acquisizione da parte di British Telecom per circa un miliardo di sterline dei diritti per la UEFA Champions League a partire dal 2015. Ma negli Stati Uniti la convergenza tra mondo della televisione ed aziende di telecomunicazioni procede già da diversi anni: l’acquisizione di NBC da parte dell’operatore via cavo Comcast ed il recente accordo di fusione tra la stessa Comcast e Time Warner Cable sono tra gli esempi più interessanti. Gli stessi Over The Top non stanno certo a guardare. Basti pensare a Google che dopo avere costruito una sua infrastruttura privata di telecomunicazioni costellata di data center, e dopo avere lanciato in alcune città degli Stati Uniti un servizio di Google Fiber, sembra ora interessata a diventare un Mobile Virtual Network Operator, entrando nel mercato della telefonia cellulare.

A dire il vero l’approccio seguito in Italia da Telecom Italia sembra essere molto promettente, in quanto più logico e lineare di una fusione o di un radicale mutamento del modello di business, dato che tende ad integrare ed a valorizzare i punti di forza delle rispettive offerte dei partner. Aspetto questo che dovrebbe dare maggiori garanzie in termini di successo a breve dell’operazione.

Internet e TV vanno quindi sempre di più a braccetto incontro ad un radioso futuro, nel quale assisteremo di certo a diverse novità sia in campo tecnologico che dal punto di vista dei format e dei contenuti. E’ indubbio, infatti, che un tale matrimonio per poter sviluppare tutto il proprio potenziale richiede ben più di un semplice accordo commerciale. Portare la televisione su Internet non può e non deve limitarsi ad aggiungere una nuova piattaforma di fruizione a quelle tradizionali rappresentate dal satellite e dal digitale terrestre. D’altronde la stessa Sky da tempo offre con Sky Go un servizio di accesso ai propri contenuti via Internet sviluppato senza bisogno di alcun accordo con gli operatori di telecomunicazioni.

E’ evidente pertanto che gli obiettivi dei partner devono essere ben più ambiziosi, ed orientati allo sviluppo di nuovi modi di fare televisione che sfruttino la flessibilità e l’interattività che solo Internet riesce a garantire. Modi che richiedono però anche una reingegnerizzazione delle reti di Telecom Italia, che dovranno essere in grado di sostenere con adeguate prestazioni l’incremento significativo del traffico di rete che un tale accordo può produrre. Ed in questo senso gli investimenti in corso per realizzare la Next Generation Network sembrano essere il quadro tecnologico necessario a rendere possibile un accordo di questo genere.

Un quesito interessante riguarda gli ulteriori possibili sviluppi derivanti da una tale partnership. Al di là della possibili sinergie tra Telecom Italia e Sky, potremmo assistere alla nascita di tutta una serie di iniziative anche da parte di altre soggetti, interessati a mettere a frutto le opportunità date da questo accordo. Penso per esempio agli ideatori ed ai produttori di format, nonché al mercato della pubblicità, tutti player che potrebbero beneficiare dall’uso di una piattaforma di distribuzione altamente interattiva come è Internet.

Sembra quindi che ci siano tutte le premesse per assistere a qualcosa di nuovo e di interessante nel mondo delle telecomunicazioni e dei media e fa piacere vedere che questo stia accadendo in Italia. Era ora.

* Giorgio Ventre è docente di Rete di Calcolatori alla Università degli Studi di Napoli Federico II

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