Caro Enrico, che effetto fa avere dieci anni?
“Magari Antonio. Mi basterebbe anche averne anche solo trenta…”
…naturalmente con l’esperienza che hai maturato adesso.
“Certamente. Ma poiché non è possibile mi godo i primi dieci anni di “Programma il futuro”.
Enrico Nardelli, ordinario di Informatica all’Università La Sapienza, già presidente di Informatics Europe, nel 2014 hai ideato assieme al professor Giorgio Ventre questo progetto, che poche settimane fa è stato premiato a Comolake Conference 2024.
“Un riconoscimento che ci reso ancora più orgogliosi per un percorso iniziato da pionieri quando pochissime persone in Italia agivano per formare adeguatamente insegnanti e studenti ai concetti fondamentali dell’informatica.”
Dieci anni si possono riassumere in pochi dati sintetici?
“Ecco alcuni dei risultati raggiunti grazie alla collaborazione tra il Ministero dell’istruzione e il laboratorio “Informatica e scuola” del Consorzio CINI, che è il braccio operativo di Programma il Futuro. Siamo presenti nel 92% degli istituti italiani; ogni anno coinvolgiamo circa 3 milioni di studenti; abbiamo nel nostro sito 350 video didattici, con quasi 2 milioni di visualizzazioni e le guide alla cittadinanza digitale, scaricate quasi 200.000 volte. Infine, abbiamo 43.000 docenti iscritti alla nostra piattaforma. A loro abbiamo dedicato il Premio di Comolake. Loro sono la nostra forza!”
Numeri incoraggianti, che hanno accompagnato l’evoluzione del progetto…
“Come sai bene, avendo seguito questa nostra iniziativa sin dall’inizio assieme ad altri deputati dell’allora Intergruppo parlamentare innovazione, questi risultati sono frutto di un lavoro paziente e meticoloso di un gruppo di persone, che hanno creduto nella bontà del progetto per fornire alle scuole una serie di strumenti semplici, divertenti e facilmente accessibili per formare gli studenti ai concetti di base dell’informatica.” Tra queste cito Isabella Corradini, in quanto responsabile del monitoraggio del progetto e dell’area “cittadinanza digitale consapevole”.
Dobbiamo quindi essere un popolo di santi, poeti, navigatori e…smanettoni?
“Non è questo il nostro scopo. Noi vogliamo si comprenda che l’informatica è una disciplina scientifica con un suo corpus di concetti, teorie, principi, metodi, conoscenze e problemi aperti e che il suo insegnamento è fondamentale nell’era digitale.”
Tu ami dire che le trasformazioni che la tecnologia informatica ha apportato in tutti i settori fanno sì che ogni professione e ogni disciplina ne sia in qualche modo influenzata…
“Con il passare da una società agricola ad una società industriale, abbiamo introdotto nell’istruzione obbligatoria elementi di quelle scienze (fisica, biologia, chimica, …) che sono alla base di ogni macchina industriale. Allo stesso modo, nel passaggio dalla società industriale alla società digitale è necessario aggiungere nell’istruzione obbligatoria lo studio dell’informatica, indispensabile per comprendere le macchine digitali”
Un’altra, ennesima materia scolastica?
“Guarda che per fortuna ora non lo dico solo io né solo noi di Programma il Futuro. A novembre 2023 è stata approvata dal Consiglio dell’Unione Europea una Raccomandazione (C/2024/1030) che manda un segnale forte e chiaro in tema di insegnamento dell’informatica nella scuola. La definisce un’importante competenza fondamentale a fianco di lettura, scrittura, aritmetica.”
Quindi aggiungiamo all’antico leggere, scrivere e saper far di conto anche l’informatica.
“Il Ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara ha da tempo dichiarato di voler rafforzare la preparazione scolastica nelle materie scientifiche. Dal momento che questa raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea indica chiaramente l’informatica come la materia scientifica alla base della preparazione per la società digitale, confidiamo che ne risulti un aggiustamento di rotta rispetto a continuare a puntare sulle competenze operative di utilizzo della tecnologia digitale.”
Saper usare bene le tecnologie non basta?
“Per essere e rimanere liberi occorre conoscere almeno i rudimenti del funzionamento della tecnologia e l’informatica è alla base di tutto questo.”
Tuttavia, con il progressivo affinamento dei programmi di intelligenza artificiale generativa e conversazionale, questo potrebbe essere sempre meno necessario oppure, al contrario, diventare estremamente semplice. Basterà chiedere all’algoritmo di spiegare se stesso…
“La tua è una provocazione intelligente. Gli strumenti di IA hanno dei meccanismi di funzionamento abbastanza complessi che, per poter essere compresi, richiedono di possedere adeguati prerequisiti matematici e scientifici. Quindi siamo daccapo. L’IA è un settore molto specialistico dell’informatica. Come per molti altri settori dell’informatica, gli strumenti che essa produce sono utilizzabili anche dall’uomo comune, ma la comprensione dei suoi meccanismi di funzionamento deve essere basata su conoscenze di base di informatica, che al momento le persone non posseggono.”
Quindi avete “allargato” Programma il Futuro anche all’intelligenza artificiale…
“Sì. Per esempio il nostro concorso annuale per gli studenti quest’anno lo abbiamo dedicato a “Il nostro futuro insieme all’Intelligenza Artificiale“. Lo scopo di questo concorso è stato quello di ispirare la creatività degli studenti sulla visione del nostro futuro insieme all’Intelligenza Artificiale.”
In Regione Lombardia è stata stata presentata martedì 5 novembre “L’ARTE DI IMPARARE. Linee guida aperte e dinamiche per un uso consapevole e libero dell’intelligenza artificiale generativa da parte dei docenti delle scuole superiori“ Cosa ne pensi?
“Le leggerò in dettaglio. In generale ritengo che gli strumenti di IA possono portare a una maggiore produttività per i docenti, se attraverso di essi riescono a ridurre il tempo destinato alle attività ripetitive e quindi possono dedicarsi alla cura dei singoli studenti. Più in generale, ritengo sia utile e doveroso non lasciare da soli insegnanti e studenti, ma accompagnarli nel gestire al meglio il cambiamento imposto dall’intelligenza artificiale generativa.”
In chiusura, che futuro dobbiamo programmare?
“Iniziamo da un presente che già c’è, come la nostra iniziativa, che – – grazie al supporto di diversi partner – ci permette di sviluppare consapevolezza sul funzionamento dei meccanismi della società digitale. Come, infatti, scrivo nel mio libro “La rivoluzione informatica. Conoscenza, consapevolezza e potere nella società digitale” chi controlla la tecnologia digitale è in grado di controllare la società. Da qui la necessità che ciascuno di noi, in particolare i giovani, conoscano i meccanismi di base del funzionamento dell’era digitale”.