Se aveste investito $5 in Bitcoin 7 anni fa, a maggio 2017 sarebbero diventati $4.4 milioni.
Per i non addetti al settore, Bitcoin è una moneta digitale, creata e garantita da Internet (una “criptovaluta”). Per gli addetti al settore, la definizione è molto più complessa, e probabilmente il Bitcoin è più simile all’oro che al dollaro.
Quello che conta è che può essere comprato e venduto come una valuta in borsa. Se aveste investito, sarebbe stata la migliore speculazione degli ultimi anni.
Non utilizzo a caso la parola “speculazione”. Infatti oggi la maggior parte delle transazioni sono speculative.
I super fan di Bitcoin non se ne abbiano a male, ma i dati dimostrano che la maggior parte delle transazioni non sono utilizzate per inviare denaro ai propri parenti o per acquistare beni, ma per comprare e vendere il Bitcoin stesso.
L’Europa guarda con curiosità questo fenomeno perché—a parte una minoranza di esperti e appassionati—non ne capisce il motivo. L’Euro e la carta di credito sono accettati in qualunque negozio. Il Bitcoin no.
Quello che sfugge all’Europa è che il mondo si sta muovendo verso Est.
Il Giappone ha riconosciuto ufficialmente il Bitcoin dandogli legittimazione in Asia. La Cina è il secondo mercato Bitcoin al mondo subito dopo gli USA. La Corea sta vivendo un boom di negozi fisici che accettano Bitcoin e soprattutto di sportelli che utilizzano Bitcoin per trasferire denaro all’estero senza commissioni.
Dopo avere raggiunto il picco dei $2.700, il Bitcoin è sceso a circa $2.220, colpendo duramente gli investitori meno esperti che si sono accodati al trend all’ultimo momento. Ma questo non è colpa del Bitcoin, questa è la dura legge del mercato.
Un altro aspetto interessante asia-centrico che fa crescere il valore del Bitcoin è il rapporto tra valute nazionali. Il Bitcoin ha raggiunto il valore di 3,5 milioni di Won—la moneta sudcoreana—pari a $3.100.
Di fatto, chi ha acquistato Bitcoin in dollari, li ha venduti in Won, ed ha utilizzato i Won per acquistare dollari, ha avuto un profitto eccellente.
Il Bitcoin è entrato nel gioco delle valute al pari delle monete nazionali. Per chi già opera sulle valute, ad esempio sul Forex, diventa essenziale studiare e comprendere il Bitcoin. E questo porterà ad ulteriori investimenti nel settore.
Seguo sempre con particolare attenzione il mercato coreano sia per passione che per affari. Da giovane ho insegnato italiano ai coreani e tutt’ora seguo i loro telefilm. Il programma di accelerazione per startup creano ha la sua sede estera a Londra, proprio nel nostro acceleratore di Level39.
Sempre in Corea stanno crescendo gli sportelli che offrono trasferimenti di denaro all’estero in Bitcoin con la conseguente riduzione dei costi.
Gli immigrati cinesi e filippini che lavorano in Giappone e Corea sono i primi acceleratori di questa crescita.
MoneyGram e Western Union, i due maggiori operatori tradizionali del settore, sono in allarme rosso. Il Bitcoin è più veloce e meno costoso.
La fiducia ispirata dalla tradizione (Western Union opera dal 1851) sembra non bastare. Proprio le azioni di Western Union sono scese in borsa nell’ultimo mese da $20,13 a $19,07.
Per chi è più interessato a fare impresa che speculazione finanziaria, il cambiavalute Bitcoin diventa un business interessante.
In Asia la crescita di questa attività si attesta intorno al 10-20% al mese.
Su questo business, l’andamento del Bitcoin influisce meno di quanto si pensi. I trasferimenti sono immediati, il cambiavalute guadagna comunque.
Personalmente raccomando la cautela a chi è meno esperto. Ricordiamo che nel 2011 il Bitcoin è salito in poche settimane da $1 a $30 per poi scendere a $3.
Di fatto l’ascesa del Bitcoin sembra inarrestabile. Ed è giusto così, vista la tecnologia che c’è dietro ed i problemi che può risolvere.
I primi picchi del valore del Bitcoin erano america-centrici, legati ad una maggiore diffusione e conoscenza del fenomeno in Nord America. I nuovi picchi sono finora tutti Asia-centrici.
L’Europa in questo momento sta un pò a guardare.
(Immagine: Alexander Synaptic su Flick)