Three-Comma Club

Perché discutiamo sulla liquidazione di Pietro Scott Jovane e non del valore che può creare l’innovazione?

Il dibattito italiano è troppo concentrato sulle buone uscite dei top manager di settori in rallentamento e poco bada ad approfondire storie di valori creati in settori innovativi. Come quella di un trentenne di origini indiane che ha fatto una quotazione da 3miliardi di dollari con una società biotech

Pubblicato il 17 Ott 2015

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Ho trovato un parametro assai empirico, e scientificamente scorretto, per misurare la contrazione della nostra economia e per paragonare settori a bassa innovazione con quelli ad alto contenuto di ricerca scientifica.
L’indice è costruito, per una parte, sulle buonuscite dei top manager dalla corazzata quotata RCS – Corriere della Sera.

Ecco la regressione: nel 2004 Maurizio Romiti, dopo due anni in RCS, ha avuto una buonuscita come CEO di 17M€, dopo di lui Gaetano Mele, “solo” Direttore Generale, una liquidazione di 9,6M€; è andata peggio a Vittorio Colao, CEO, con 7,8M€. E infine, pochi giorni fa, siamo a Pietro Scott Jovane, anche lui Chief Executive RCS per circa 3 anni (ora in Banzai), che è andato via con 0,75M€.

In pochi anni l’indice di liquidazione si è ridotto del 95%. Tempi che cambiano, economie e settori che divergono.

Attraversando l’atlantico e partendo sempre dai giornali, ricostruiamo la seconda parte dell’indice con la progressione Vivek Ramaswamy. Il “Boy in the Bubble” della copertina di Forbes del mese scorso. Vivek, 30 anni, è il ragazzo dietro la più grande IPO (quotazione in borsa) di una società di biotecnologie, Axovant Sciences.

Già nel 1999 un italiano, forse alcuni ricordano, prese la copertina di un altro magazine da membri del Three-Comma Club, Adrio De Carolis su Fortune. La prudenza, allora come oggi, è d’obbligo. Vivek si è comprato da GSK – GlaxoSmithKline, una big farmaceutica da 100B$ di valore in borsa, un possibile rimedio per l’Alzheimer pagandola 5M$ (più milestone e royalty); la sua Axovant si è quotata e ha raggiunto l’iperbolico valore di 3B$.

Vivek, che era già nella lista di Forbes dei 30 Under 30 Chief Executive nel biotech, ha sfiorato l’ingresso nel Club delle tre virgole arrivando ad una fortuna personale di circa 700M$.

Ora le quotazioni di Axovant sono scese e il prezzo si è dimezzato (prudenza, appunto). Ma Vivek è in gara per il Club e per prendersi una macchina “like this”.

Il valore creato dall’imprenditore e manager di origini indiane ha sfiorato il 20.000,00% (ora, con la discesa del titolo, a circa +10.000,00%) [dati Forbes].

Insomma, misuriamo i manager non più tanto giovani dell’editoria con i valori di liquidazione (-95,00%) mentre dovremmo avere più trentenni che cavalcano i settori dell’innovazione per misurarne il valore creato (+10,000,00%).

Eppure c’è la corsa, almeno c’è stata, tra gli imprenditori italiani ad entrare in RCS (Della Valle, Rotelli, Agnelli, ecc..), mentre sono ancora pochi quelli che guardano al biotech. Ma gli indici di performance, scientifici o caserecci, non mentono.

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