Talvolta, c’è confusione. Talvolta, confondiamo l’ottimismo con la fortuna. Invece no: l’ottimismo è fatica, determinazione, lavoro.
In natura c’è un bell’esempio di ottimismo: semplice, pulito, profondo. Il girasole, innamorato del sole, lo segue attraverso il giorno e i giorni, voltando instancabilmente il capo verso di lui.
L’ottimismo è il girasole e il suo girare. L’ottimismo è l’incrollabile voglia di fare. E’ quello di Ernest Shackelton, il primo uomo ad attraversare l’Antartide, che nel 1914 pubblicò sul New York Times questo annuncio: “Cerchiamo uomini per spedizioni all’avventura. Bassa paga. Freddo estremo. Lunghi mesi di oscurità totale. Pericolo costante. Ritorno a casa non assicurato. Onori e riconoscimenti in caso di successo.” L’ottimismo è quello del grande Michael Jordan: “…ho sbagliato più di novemila tiri, ho perso quasi trecento partite, ventisei volte i miei compagni mi hanno affidato il tiro decisivo e l’ho sbagliato. Ho fallito molte volte. Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto.”
L’ottimismo è la consapevolezza, terribile e spaventosa, che possiamo prendere in mano la nostra vita. Non importa che desideriate scoprire luoghi inesplorati, o cambiare la storia dello sport. Siate ottimisti. Alzatevi presto, e correte dietro all’unico sole che conta: il vostro talento. La vita. Il resto, sono palle.