Lo scorso 6 dicembre avevamo con noi al Gherkin a Londra gli head of innovation delle prime 100 aziende al mondo per i Corporate Startup Stars Awards (che sono l’equivalente degli Oscar dell’Open Innovation), abbiamo colto l’opportunità per chiedere che piani avessero per il 2023. Le indicazioni emerse sono molto utili. Di seguito condivido alcuni highlight (Mind the Bridge ha prodotto un report più strutturato, qui il link per chi volesse scaricarlo), che aiutano a individuare i trend dell’open innovation per l’anno appena cominciato.
2023: l’anno di Venture builder, Intrapreneurship ed Antenne
Venture Client e Corporate Venture Capital sono gli strumenti correntemente utilizzati da quasi tutti gli innovation leaders (dal 97% il primo, dal 92% il secondo). I dati confermano la ridotta popolarità degli acceleratori corporate (come già discusso un mese fa, qui l’articolo). Sono quelli meno adottati (solo dal 61% degli innovation leaders). E se guardiamo ai piani per il 2023 l’11% pensa di ridimensionarli o addirittura chiuderli (versus il 6% che invece ha piani di implementazione).
Tra gli strumenti in forte crescita (almeno nelle intenzioni) troviamo il Venture Builder (22% pensa di adottarlo, anche se l’11% sta rivalutandolo), l’Intrapreneurship e le Innovation Antennas (sono nei piani rispettivamente dell’11% e dell’8% delle Corporate Startup Stars).
I leader non tagliano sull’open innovation
Nonostante la crisi e le tensioni geopolitiche le aziende leader non tolgono il piede dall’acceleratore.
L’analisi conferma nella sostanza lo spending del 2022. Il 32% delle Corporate Startup Stars conferma aumenti di budget sull’open innovation (in linea con il dato del 2022), mentre solo il 6% pianifica ridimensionamenti (solo il 3% del 2022). Il rimanente 62% conferma gli stanziamenti attuali.
New York e Boston entrano nella top list per lo scouting
Silicon Valley e Israele rimangono i principali bacini di “pesca” all’innovazione. Il 90% delle Corporate Startup Stars è attivo nella Bay Area, mentre il rimanente 6% pianifica di aprirvi un Innovation Outpost. Per Israele i dati sono rispettivamente 64% e 17%.
I dati su gli altri hub di Europa e Stati Uniti sono un pò “inquinati” dalla presenza di headquarters dei Corporate Startup Stars. Però le principali piazze europee (Londra, Parigi, Berlino) e la East Coast (New York e Boston) risultano sempre più presidiate.
Altri trend: la Cina resta lontana (più per motivi politici), l’India ancora poco presidiata (nonostante l’enorme potenziale di innovazione), mentre c’è interesse crescente per Dubai, Seoul e Sao Paolo.
2023, che cosa può frenare l’open innovation
I principali ostacoli all’open innovation sono interni: limitata cultura imprenditoriale, avversione al rischio e rigidità dei processi.
Sul fronte esterno il Covid non sembra essere più percepito come un problema (come peraltro era emerso lo scorso anno). I timori piuttosto riguardano la crisi economica (che può portare a tagli dei budget dall’alto) e le tensioni geopolitiche.
Le priorità degli innovation manager per il 2023
Questo è tempo di New Year’s resolutions. Abbiamo chiesto ai responsabili dell’innovazione di indicare le proprie priorità per il 2023. Trovate tutti i loro messages in the bottles ordinati dal nostro Max Brigonzi sulla lavagna sotto.
Circa I macro-temi non particolari sorprese. Sostenibilità (in particolare climate e decarbonization) è il tema che tiene tutti svegli la notte.
In tanti sono preoccupati su come:
- estrarre risultati dalle iniziative di open innovation in corso (alla fine tutti siamo misurati sui resultati)
- migliorare il coordinamento con le business units e la R&D (senza il loro coinvolgimento si va poco lontani).
Il report di Mind the Bridge “Open Innovation Outlook 2022. Macro-Trends for 2023 in Corporate-Startup Engagement” è disponibile per il download qui.