OPEN WORLD

Open innovation, che cosa porterà il 2022 (e che cosa non porterà)

Nell’anno che comincia ci sarà un’ondata di nuovi acceleratori, i primi venture builder aziendali e più Italia in Silicon Valley. Ma il Corporate Venture Capital resterà al palo e avremo poche acquisizioni e mega round. Il bicchiere mezzo vuoto dell’open innovation si riempirà ma ancora lentamente

Pubblicato il 28 Dic 2021

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Che cosa succederà nel 2022 nell’ecosistema italiano delle startup e dell’open innovation? Difficile a dirsi. Tuttavia, dato che Giovanni Iozzia mi ha chiesto di dargli delle previsioni, mi sono fatto prestare la famosa Crystal Ball del mio amico Martin Haemmig (esperto internazionale di coporate venture capital e venture capital, ndr.)

Di seguito le tre cose che vedo succedere nel 2022 (e le tre cose che invece non succederanno).

Open Innovation: che cosa porterà il 2022

1. Più Italia in Silicon Valley

Nel 2022 vedremo almeno 3 aziende italiane aprire antenne di innovazione in Silicon Valley andando ad aggiungersi ad Enel (ormai presenza storica) e ad Eni (che vi è appena atterrata). Questa ondata corporate beneficerà di un crescente supporto istituzionale: il 2022 vedrà avviare l’operatività di INNOVIT (l’Italian Innovation and Culture Hub lanciato nel 2021), oltre ad un ruolo più attivo di associazioni industriali ed enti locali (almeno un nome nuovo si affiancherà ad ANIA e Regione Sardegna).

2. Una nuova ondata di acceleratori

Il 2022 vedrà una accelerazione degli acceleratori (scusate il voluto gioco di parole). Sotto la regia di CDP prevedo almeno 8-10 nuovi programmi che si aggiungeranno agli 8 che costituiscono oggi la Rete Nazionale Acceleratori (Forward Factory, Faros, Fin+Tech, Futured, Cyberxcelerator, We Sport Up, Motor Valley e Zero) oltre ad un paio di iniziative aziendali (di cui una di una grande azienda). Vedo però anche ridimensionamenti e chiusure di programmi esistenti.

3. I primi Venture Builder aziendali

Nel 2022 verranno lanciati i primi Venture Builder da parte di aziende importanti. Ne vedo partire almeno 4. In parallelo vedremo mettere a terra i primi risultati degli Startup Studio nostrani, alcuni di questi con la partecipazione di aziende.

Open Innovation: che cosa NON porterà il 2022

1. Il Corporate Venture Capital resta al palo

Sul fronte del corporate venture capital non vedo grandi novità nel 2022. Qualche azienda (sulla scia di quanto di recente fatto da A2A con EUREKA! Venture e da Snam con Clean H2 Infra Fund) investirà in fondi gestiti da terze parti, qualche altra allocherà qualche milione per entrare nel capitale di startup, ma non intravedo fondi seri aziendali all’orizzonte (anche perché in Italia si contano sulle dita di una mano le aziende che hanno la taglia per avere fondi con dimensione competitiva). Questo è ed è destinato a restare un gap importante anche rispetto ai paesi vicini (dicasi Francia e Spagna).

2. Poche acquisizioni

Il 2022 non sarà ancora l’anno delle exit. Vedo succedere meno di una ventina di acquisizioni di startup e nessuna di importo tale da essere “disclosed” e finire sui giornali. Tra queste ci sarà una prevalenza di acqui-hires e di acquisti di startup che faticano ad ingranare. Poco M&A, siamo italiani (o rectius europei).

3. No mega rounds

Salvo sorprese nel 2022 non vedremo mega round in Italia. Parlo di deal sopra il mezzo miliardo di dollari che sono la norma in UK, sono frequenti in Francia e Germania e si stanno diffondendo anche in Spagna (Glovo). L’Italia è ferma ai 150 milioni di Scalapay. Vedremo probabilmente qualche altro round a tre cifre, ma ancora lontani dal billion dollar mark.

Mettendo da parte la sfera di cristallo, vedo il bicchiere dell’open innovation italiana mezzo pieno e (sia pure lentamente) in via di riempimento. Prosit.

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Alberto Onetti
Alberto Onetti

Chairman (di Mind the Bridge), Professore (di Entrepreneurship all’Università dell’Insubria) e imprenditore seriale (Funambol la mia ultima avventura). Geneticamente curioso e affascinato dalle cose complicate.

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