Mettere l’innovazione insieme a ricerca e sviluppo e ICT. Questo sembra essere il nuovo trend in via di emersione. Al momento il fenomeno sembra limitato al mondo dell’Oil & Gas, però non è da escludere che possa diffondersi anche in altri settori, perlomeno quelli R&D heavy.
L’ultimo a muoversi in questa direzione in ordine di tempo è stato il colosso norvegese Equinor, che lo scorso novembre ha unito in una nuova unità organizzativa (Technology, Digital & Innovation – TDI) le funzioni di R&D, digital e innovazione.
Il capostipite era stato BP che a febbraio dello scorso anno aveva creato il gruppo “Innovation & Engineering”. Le parole di David Eyton, EVP della nuova funzione sono abbastanza indicative della portata e complessità della scelta in atto.
“It’s a chance to do something entirely new. Something that hasn’t been attempted in BP before, or possibly anywhere at this scale”, aveva detto.
Pochi mesi dopo (giugno) lo stesso ha fatto Eni che ha unito “Technology, R&D and Digital” in una unica funzione sotto la guida di Francesca Zarri.
La scelta giusta? Il tempo ci dirà. Di certo è una mossa ambiziosa.
Pros: Mettere tutti gli attori rilevanti del processo di innovazione sotto lo stesso tetto. Quelli che hanno il compito di identificare e tracciare le future directions (Innovation, Digital, R&D) con quelli che hanno il compito di implementarle (Technology/Engineering, ICT).
Cons: Mettere insieme persone e team con culture profondamente distanti e soprattutto dimensioni diverse (dove l’innovazione è quella più piccola, Davide di fronte a Golia, se raffrontata con R&D). Da capire come ribilanciare le forze in campo.
A circa un anno di distanza ho fatto il bilancio con Dario Pagani, EVP Global Digital & IT di Eni. Per chi volesse approfondire qui il link alla nostra Mind the Chat della settimana scorsa.