Io credo che si arri
vi al successo quando nella vita si realizzano i propri sogni per merito. Ci sono Paesi del mondo che vantano innumerevoli casi di successo, in quanto applicano modelli di agevolazione di accesso al funding e una cultura sociale volta ad idolatrare le persone che riescono a realizzare i propri sogni.
Addirittura ci sono Paesi che reputano il fallimento un esperienza costruttiva di una persona, giudicandola positivamente per il coraggio e per l’esperienza maturata. Personalmente concordo in pieno, difficilmente si sbaglia due volte. Inoltre una persona che agisce è spinta principalmente dalla motivazione, ovvero da quella sensazione di non equilibrio interiore che ti porta a compiere azioni per migliorare la propria condizione. Onore a chi si mette in gioco.
L’Italia è un bellissimo Paese che merita però un capitolo a parte nel “libro del successo”, in quanto difficilmente riesco ad accostare il Belpaese a quanto sopra scritto.
La prima difficoltà che vedo in Italia è il sistema di accesso al funding. Questo tema è ampliamente discusso da molti anni, sposterei l’attenzione su l’altro tema. In Italia non puoi fallire. Non sei visto bene se fallisci. Le persone, gli amici, la famiglia e le banche ti considerano allo stesso modo, un fallito. Questo comporta gravi conseguenze nelle psiche e non solo delle persone. Ma come si può creare una società d’impronta imprenditoriale, pronta nel rimboccarsi le maniche e mettersi in gioco se il fallimento è un “male incurabile”?
I poeti moderni dicono “il successo non è quando ti dicono mito, è quando t’iniziano a odiare che sai di avere colpito”. Perché in Italia funziona così, la gente ha radicato nel suo credo il concetto che il successo non lo si ottiene per merito, ma per raccomandazione. In Italia non sei amato se sei diventato importante, tutto il contrario. “Il successo che più c’invidiano è quello che abbiamo meritato” dice Roberto Gervaso.
Non ho la presunzione di reputarmi una persona di successo, ho iniziato da poco a mettermi in gioco per cercare di realizzare il mio sogno. Appena lanciai Egomnia.com, il social network italiano per trovare lavoro, un anno fa sono stato accolto molto bene dalla stampa nostrana. La mia fortuna è stata quella di trovarmi con l’idea e l’età giusta in un periodo perfetto. Ho lanciato Egomnia a vent’anni nel momento in cui Zuckerberg quotava Facebook Inc. a Wall Street e l’allora Ministro Elsa Fornero preparava la riforma del mercato del lavoro.
La notizia del lancio di Egomnia e il mio giovane viso coprivano le pagine di tutti i giornali. Iniziavo ad essere invitato nelle trasmissioni radiofoniche e televisive, con un conseguente aumento delle iscrizioni sul mio sito. Sapevo che la notizia del lancio di Egomnia.com era molto forte, ma rischiavo di essere un fuoco di paglia ed essere dimenticato, come molti.
Subito ho studiato una strategia volta a far parlare di me anche nel futuro. In Italia Internet non è un media ancora fortissimo, e la mia fortuna è stata quella di aver capito che avrei dovuto fare successo con Internet promuovendo il mio sito con i “vecchi media”, che in Italia ancora regnano incontrastati.
Non è stato facile, ma adesso ho le spalle larghe ed Egomnia.com è ormai una realtà che fattura centinaia di migliaia di euro, pronta a sbarcare in Brasile, Stati Uniti d’America e Inghilterra.
Nonostante tutto quello che mi sono guadagnato in questo anno di attività sia stato frutto di merito con un pizzico di fortuna, ci sono persone che cercano di spiegarsi il mio successo cercando un fantomatico padre miliardario.
Fortuna che esiste un’Italia fatta di persone orgogliose del lavoro nostrano, che cercano di aiutare gli altri italiani ad avere successo credendo nei sogni e nei progetti altrui.
È anche questa l’Italia che vale e che ha contribuito a rendere grande il “made in Italy” nel mondo. Perché tutti i pionieri e i grandi uomini della storia che hanno cambiato il mondo hanno avuto bisogno di supporto per arrivare al successo.
Bisogna cercare di rendere quest’Italia un Paese che tollera il fallimento e crede nella forza del “made in Italy” e negli italiani, aumenteranno così gli italiani di successo.
Matteo Achilli è il fondatore di egomnia, il social network italiano per trovare lavoro. È considerato il Mark Zuckerberg italiano. È considerato il Mark Zuckerberg italiano