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Mai viste tante aziende italiane in Silicon Valley: ecco che cosa portano a casa

Un grande senso di urgenza, una sensazione di inferiorità, la percezione della velocità, la scalabilità e un’infusione di positività. Ecco che cosa si portano a casa i 50 manager di nove aziende italiane italiane che hanno partecipato allo Scaleup Summit Silicon Valley

Pubblicato il 25 Ott 2022

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Mai vista prima. Una simile concentrazione di aziende italiane a San Francisco. Esattamente tre anni fa, nel 2019, in occasione della visita del Presidente Mattarella in Silicon Valley, avevamo segnalato la sostanziale assenza del comparto industriale italiano. Enel a parte, vuoto pneumatico.

Tre anni dopo lo scenario è totalmente diverso: cinquanta manager di nove aziende (Enel, Eni, Terna, Acea, IVECO, FPT, Italgas, Lu.Ve, Pelliconi) hanno affollato – insieme ai loro peer dal resto del mondo – il Mind the Bridge Innovation Center di San Francisco per una settimana di lavoro. L’obiettivo dello Scaleup Summit Silicon Valley è stato quello di confrontarsi sugli ultimi trend emergenti sul fronte dell’open innovation e del venture capital e soprattutto incontrare startup filtrate a valle di scouting sprint dedicati.

Ho chiesto ai manager venuti in Silicon Valley che cosa hanno portato a casa. Ecco cosa mi hanno detto:

  1. In primis, un grandissimo senso di urgenza. La Silicon Valley trasmette questa sensazione in pochi istanti. Basta guidare per San Francisco e vedersi affiancare da centinaia di Waymo che macinano miglia per comprendere come l’autonomus driving sia già una realtà. E lo stesso su molte altre tecnologie. Il futuro è adesso.
  2. Una sensazione di inferiorità. Spesso mi capita parlando con aziende di grande (ma anche media dimensione) in Italia e in Europa di percepire il loro senso di superiorità quando si raffrontano alle startup. “Noi siamo una grande impresa, tutte le startup sognano di poter lavorare con noi, è nel loro interesse”. Qui, il rapporto è ribaltato. Le aziende, anche quelle più grandi, competono per attirare l’attenzione delle startup. Sono loro che guidano la danza, non il contrario. E, se non percepiscono concretezza, non ti ricevono.
  3. La percezione della velocità. Slot per meeting di 15 o 30 minuti. Feedback – con action items – da inviare non oltre un’ora dal termine degli incontri. La Silicon Valley è un mondo dove il tempo si misura in minuti e ore, non in mesi ed anni. Perché le opportunità esistono, ma non stanno ad aspettarci.
  4. La scalabilità. Tutto ciò che non può essere scalato non interessa. Tutto ciò che non cresce non appassiona. Perché le cose piccole alla fine hanno impatto limitato.
  5. Una infusione di positività. La Silicon Valley ti fa sentire piccolo, lento, in ritardo, inferiore… ma, al contempo, ti trasmette la certezza di potercela fare.

Concretamente le nostre aziende tornano in Italia con un ampio portafoglio di progetti pilota (POC). Il prossimo passo? “Farli scalare sempre di più e più rapidamente” come sottolineato da Angelo Rigillo, CEO Enel Innovation Hubs. Lesson learned.

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Alberto Onetti
Alberto Onetti

Chairman (di Mind the Bridge), Professore (di Entrepreneurship all’Università dell’Insubria) e imprenditore seriale (Funambol la mia ultima avventura). Geneticamente curioso e affascinato dalle cose complicate.

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