Il titolo di oggi è esattamente il testo che il direttore Giovanni Iozzia ha twittato sabato mattina. Vale a dire, poche ore dopo che il Governo degli Stati uniti aveva annunciato che nel mese di febbraio l’economia Usa ha creato 295 mila posti di lavoro, con conseguente caduta del tasso di dìsoccupazione al 5,5%. Cinque-virgola-cinque-per-cento, meno della metà di quella che abbiamo in Unione Economica e Monetaria e in UE.
Giustificatissimo quindi il quesito, perché non si può non rimanere sbalorditi da queste differenze: ma che crisi è questa qua? Abbozzerò una risposta, la stessa che da otto (8) anni offro a coloro che abbiano occhi per vedere (il riferimento al poeta è: Bruce Springsteen, We Take Care of Our Own, 2013.
1. Questa è una crisi che si evidenziò nel 2007 insieme a, e con le stesse caratteristiche di, quella statunitense
2. Di fronte al pericolo evidente di una recessione devastante che ne sarebbe potuta derivare, il G-20 del novembre 2008 ‘chiese’ al Governo cinese di lanciarsi in un piano di spese in disavanzo (i famosi ‘soldi che il governo non ha’) per 576 miliardi di dollari, creando un disavanzo nel bilancio del governo pari al 16,1% del pil (si, 16,1%). L’idea era, ovviamente, derivata ad un tempo dalla teoria keynesiana della politica economica e dal buon senso: se il mondo si ferma, è perché c’è scarsità di domanda: aggiungiamo domanda, la produzione in Cina aumenterà, le importazioni cinesi dal resto del mondo aumenteranno, le imprese occidentali risentiranno dell’aumento della domanda, anche se indirettamente, almeno per il momento
3. Meno di un mese dopo che il Presidente Obama aveva acquisito i suoi poteri esecutivi, il Congresso degli Stati uniti deliberò un aumento di spesa in disavanzo per $ 787 MLD, pari al 5,6% del pil (si, 5,6%). Meno tasse, maggiore spesa: buona teoria economica e buon senso, sempre di pari passo;
4. Nel 2009 il Congresso autorizzava un maggior deficit per minori entrate (il famoso ‘calo delle tasse’) e maggiori spese (di ‘soldi che non aveva’) pari a $ 856 MLD. Avanti così, bene così, si comincia a vedere degli effetti;
5. Nello stesso anno sull’Europa cominciò a spirare il vento fetido della cosiddetta ‘austerità’: in breve, politiche di bilancio in pareggio, no stimoli all’economia, e poi ogni paese per sé stesso. Responsabili di queste scelte? Tutti i governi in carica, e tutti quelli seguenti. Punto. Basta con Merkel, i tedeschi, si però da noi…: no, tutti. Eccezioni? Il Governo greco nominato dopo le elezioni del 25 gennaio scorso. Un governo che sta cercando disperatamente di salvare l’Europa: con una ‘banale’ ricetta americana. (Chi ha letto con attenzione avrà capito che ciò che ho appena detto non è affatto una battuta né una ‘provocazione’, ma buona teoria economica.)
Ecco che crisi è questa qua, caro Giovanni: una crisi voluta. Se vuoi, posso dirlo in un modo diverso: nessuno era tanto stupido nel 2009, né lo è oggi, da non poter copiare le misure di politica adottate dagli Usa. Perché non l’hanno fatto? Non lo so, questo bisogna chiederlo a loro. Io posso solo dire che il risultato è una disoccupazione devastante, interi Paesi ridotti all’emergenza umanitaria, pochi e sempre meno frequenti cenni di solidarietà tra gli Stati aderenti all’Unione, dibattiti farseschi sul fatto che nel 2015 il nostro pil crescerà dello 0,..% -ma-no-signora-mia-crescerà-dello-0,….%. E la deflazione che ormai è un fatto, grazie alle politiche di ‘austerità’, anche se qualche anima bella si chiede ancora se ‘non diventeremo il Giappone’.