Sapete qual è la dotazione di organico di un ministero? Azzardo che per un 90% abbondante la risposta sia no. Prendo due ministeri “a caso”: Ministero del lavoro e politiche sociali, 7.300 persone circa. Ministero dello Sviluppo Economico, 3.100 persone circa
Considerazione n.1
Quante persone conoscete con esperienza per gestire 10.000 persone?
Considerazione n.2
Quanti ministri nella storia avevano questa esperienza? (L’ultimo che può dirlo per altro è il più criticato di tutti)
Considerazione n.3
Evidentemente il nuovo ministro ha una nutritissima squadra di supporto alla governance che, a prescindere dal ministro, manda avanti il ministero
Sintesi
Quello che deve preoccupare o incoraggiare è la visione prospettica del ministro Luigi Di Maio e la caratura del suo peso politico in Parlamento e la sua motivazione che determinano quanto è forte la sua spinta verso la governance operativa. Spiego meglio: è un leader con numeri in Parlamento? Ha la forza di imporre decisioni.(giuste o sbagliate)?
La risposta è’ si, quindi e’ meglio di un tecnico bravissimo ma che non ha un supporto diretto in parlamento, perchè se la governance operativa “si mette di traverso” non deve chiedere supporto al leader politico per avere la forza di “raddrizzare”. (Sto estremizzando il concetto naturalmente)
Conclusione:
Il punto su cui riflettere,secondo me, non è l’esperienza o meno del ministro ma la sua visione prospettica.
PUNTARE SULLO SVILUPPO DELLE IMPRESE
La mia visione parte da un concetto fondamentale: chi “genera valore” sono le imprese che offrono lavoro e pagano gli stipendi prendendo risorse dal libero mercato.
Investire sullo sviluppo delle imprese con strumenti di competitività e produttività aiuta la crescita e quindi aumenta posti di lavoro e retribuzioni. Ad esempio, tagli strutturalmente (non per periodi spot) gli oneri sul personale… allora le aziende tendenzialmente aumentano il personale per avere a pari costo più forza lavoro. Incentivi investimenti in innovazione o espansione internazionale…. così fai crescere i volumi e le quote di mercato sulla “torta mondo” (non solo italia) e ottieni il relativo incremento di occupazione. Praticamente investi in un numero minore di soggetti (imprese) che poi fa leva moltiplicando lo sforzo sul resto della popolazione.
L’ALTERNATIVA: ASSISTENZA PUBBLICA
La visione invece che mi preoccupa è: offro assistenza pubblica (che è spesa raccolta dalle tasse solo in italia… non raccoglie anche risorse esterne come lo sviluppo industriale dall’export) convinto che così si generi spesa privata per avviare le imprese. Mi preoccupa perché in questa visione tolgo da Italia (mi approvvigiono con le tasse) e poi spendo dove voglio (con la produzione estera tiriamo l’estero, etc) quindi di fatto impoverisco le risorse. Al contrario nella mia visione cerco di prendere “dal mondo”, creando valore e quindi redistribuisco sul territorio.
LA NECESSITÀ DI BILANCIARE DUE VISIONI
Attenzione, non sono visioni antitetiche tra loro, vanno bilanciate. Secondo me oggi sicuramente non vanno tolte risorse allo sviluppo imprenditoriale per spostarle sull’assistenzialismo. Quindi la preoccupazione dovrebbe essere: dove pensa di prendere i soldi il nuovo ministro? Vuole tagliare le misure per lo sviluppo industriale (=tragedia) o vuole tagliare costi e inefficienze per spesare maggiormente l’assistenzialismo in affiancamento allo sviluppo industriale (=molto bene)?
Da imprenditore sono sempre ottimista e fiducioso sul futuro, buon lavoro Ministro.