“La Web Tax è un clamoroso autogol per il nostro Paese e danneggia le start up”. Così Riccardo Donadon presidente di Italia Startup, commenta l’approvazione in Commissione Bilancio della Camera, della norma sulla tassazione relativa ai soggetti che operano su internet.
Già nei giorni precedenti l’emendamento alla Legge di Stabilità aveva suscitato molte polemiche, fra politici e non solo. In un intervento su EconomyUp.it, Simone Crolla, Consigliere Delegato American Chamber of Commerce in Italy, aveva spiegato come la web tax “ impone l’obbligo ai compratori, siano essi privati cittadini o imprese, di acquistare servizi online solo da aziende con partita IVA italiana”.
“L’idea di fondo, sostenuta dall’On. Francesco Boccia (PD) che ha ‘ideato’ la misura, è quella di tutelare le imprese italiane operanti in questo campo, a suo dire penalizzate da forme di concorrenza sleale” scriveva Crolla. Chiedendosi poi se, visto che siamo un Paese Europeo, non sia opportuno “dirimere questa questione a livello europeo o sovranazionale (come l’OCSE, in cui è già in corso una discussione sul tema), visti anche i recenti fallimenti in Francia nel tentativo di introdurre un provvedimento simile”.
E proprio su questo punto torna Donadon. “Come associazione che rappresenta l’ecosistema delle piccole e giovani imprese innovative, non possiamo che osteggiare una manovra che di fatto rischia di tagliare fuori l’Italia dal resto del mondo digitale. Sul tema è infatti attivo da tempo un tavolo europeo chiamato a esprimere un provvedimento armonico e valido per tutti i paesi membri. Muoversi come singolo stato membro in modo anticipato e distonico rispetto alle future decisioni europee, ci può penalizzare molto. Rischiando di allontanare dal nostro Paese molte aziende che forniscono agli startupper, e più genericamente a tutte le aziende che hanno capito quanto importante sia innovare, strumenti e metodi per implementare le loro idee. E quindi di distogliere investimenti internazionali importanti, proprio ora che il Governo ha appena promosso il programma Destinazione Italia, mirato ad attrarre sia risorse umane che risorse economiche dall’estero”.