La start up è quella cosa in cui devi rimboccarti le maniche, fare tutto, lavorare senza orari. Tutti sono alla pari, c’è un forte sentimento pionieristico, direi quasi eroico, e hai la sensazione di fare qualcosa di unico. Tutti possono fare start up. Basta avere una forte motivazione, una buona idea, qualche capacità. Ed è importante fare start up perché produci innovazione. Puoi pensare a cose impossibili, creare business che non esistevano, rischiare tutto perché non hai nulla da perdere.
Ma la vera sfida che bisogna affrontare, in Italia, è trasformare una start up in un’azienda. A fare la differenza è il salto da un piccolo gruppo di persone coeso e fortemente motivato a un’azienda strutturata, con competenze precise e ben distribuite. Ti servono cose diverse se sei in 20 o in 50: noi abbiamo fatto il nostro primo organigramma quando siamo diventati più di 100. Non è una questione di capitali, ma di cultura manageriale.
La start up da sola è solo una premessa necessaria. Esprime il suo valore per un sistema economico quando diventa un’azienda di successo. Come è successo negli Stati Uniti dove una parte importante del pil e della capitalizzazione di Borsa è costituita da imprese nate negli ultimi 10 o 20 anni.
* Fabio Cannavale è Founder ed executive chairman di BravoFly Rumbo Group