“Le Istituzioni pubbliche garantiscono i necessari interventi per il superamento di ogni forma di divario digitale tra cui quelli determinati dal genere, dalle condizioni economiche oltre che da situazioni di vulnerabilità personale e disabilità”. Così recita l’ultimo comma dell’articolo 2 della “Carta dei diritti di Internet” , approvata nel 2015 dopo un anno di lavoro del Comitato voluto dalla presidente della Camera Laura Boldrini.
►La Carta dei diritti di Internet, cos’è e cosa cambia
Di come attuare questo proposito abbiamo discusso ieri presso l’Istituto Avogadro di Torino, prima tappa del tour nelle scuole della Commissione Internet della Camera, per presentare e discutere la Carta.
Una mattinata utile e istruttiva, perché ha reso “viva“ la Carta e perché le domande e le reazioni dei ragazzi hanno dimostrato la distanza che c’è tra ciò che pensiamo noi e come vedono le cose loro. È stato un dialogo che – assieme al vicesegretario generale della Camera Fabrizio Castaldi, al professor Juan Carlos de Martin del Politecnico e alla giornalista Anna Masera – ho affrontato senza la pretesa di spiegare loro come devono comportarsi online ma offrendo una testimonianza su come mi comporto io.
È stata un’esperienza per me straordinaria, da ripetere. Anche per diffondere sempre meglio il concetto di accessibilità. La Carta dei diritti di internet va a scuola.