Da oltre un anno sono uno dei deputati componenti della “Commissione per i diritti e doveri di Internet“, fortemente voluta dalla presidente Boldrini. Dal 28 luglio 2014 ci siamo riuniti dodici volte e abbiamo alla fine messo capo a una Dichiarazione dei Diritti in Internet (in realtà nella Dichiarazione sono indicati anche molti doveri) approvata dalla Commissione e pubblicata il 28 luglio 2015.
A breve, entro i primi di novembre se i lavori parlamentari lo consentiranno, sarà presentata in aula alla Camera una mozione di tutte le forze politiche che impegna il governo a fare proprie in Italia e in Europa i contenuti della Dichiarazione. In particolare, per quanto riguarda il tema di questo blog, sono contento di aver fatto inserire un riferimento al tema della tecnologia solidale nella parte finale dell’articolo 2, che è dedicato alla libertà di accesso alla Rete. Il punto 5 dice così: “Le Istituzioni pubbliche garantiscono i necessari interventi per il superamento di ogni forma di divario digitale tra cui quelli determinati dal genere, dalle condizioni economiche oltre che da situazioni di vulnerabilità personale e disabilità.”
Poiché il tema della accessibilità digitale è prima di tutto un problema di natura culturale, perché (banalmente ma è così) nella progettazione dei siti, delle app e dei servizi online non ci si ricorda della accessibilità, parlare del tema e averlo introdotto in questa che vuole essere una sorte di “Costituzione” di internet credo sia un piccolo ma importante passo in avanti.