TECNOLOGIA SOLIDALE

Il futuro dell’intelligenza Naturale/Artificiale/Politica



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A Termoli dal 19 al 21 luglio la tappa conclusiva del “Festival del Sarà-Dialoghi sul futuro”. Antonello Barone racconta temi e obiettivi del progetto, che nasce per stimolare la riflessioni pubblica su modelli eticamente e socialmente corretti fra sostenibilità e digitale

Pubblicato il 12 lug 2024

Antonio Palmieri

Fondatore e presidente di Fondazione Pensiero Solido



Innovazione e sostenibilità

Antonello Barone, emozionato? “Un pochino, ma tutto sommato ancora nel lecito…ma il livello di emozione salirà sicuramente nei giorni a venire”

Capisco, perché mancano oramai pochi giorni alla nona edizione del “Festival del Sarà – Dialoghi sul futuro” in programma a Termoli dal 19 al 21 luglio.

“Quest’anno quella di Termoli, nella splendida cornice di Piazza Duomo, sarà la tappa conclusiva del Festival”

Tappa conclusiva evoca un tour, o almeno un Giro d’Italia…
Per restare in ambito ciclistico, potremmo dire quasi una “Tirreno-Adriatico. Quest’anno infatti siamo stati il 14 marzo alla Camera di Commercio di Roma in Piazza di Pietra nella Sala di Adriano, dove abbiamo discusso il disegno di legge bipartisan n. 658 presentato al Senato.

Tema?
Vogliamo istituire la Capitale italiana della mobilità sostenibile, sul modello della Capitale italiana della cultura e fare in modo che ogni anno, con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, venga scelta una città candidata che per 365 giorni diventi il luogo dove ragionare del futuro della mobilità con tutti gli attori istituzionali, accademici, imprenditoriali del settore. Vogliamo promuovere un nuovo modello di mobilità, sostenibile appunto.

A seguire dove siete andati?
Due mesi e un giorno dopo, il 15 maggio, eravamo in Sala Borsa a Bologna. In collaborazione con l’ASvIS abbiamo ragionato di sostenibilità come nuovo paradigma della responsabilità sociale d’impresa.

Interessante. Questo sarà anche uno dei temi del Premio Nazionale Comunicazione Costruttiva 2024, che organizziamo con la Fondazione Pensiero Solido. Quindi il Festival del Sarà è focalizzato sulla sostenibilità?
Il Festival indaga attraverso il contributo di menti illuminate, esperti, politici, donne e uomini della comunicazione e della scienza il futuro che attende la società occidentale. La sostenibilità è naturalmente uno degli ambiti del presente e del futuro, ma non è l’unico, vi è anche il digitale. Tanto è vero che il titolo della tre giorni di Termoli è “il Futuro dell’intelligenza. Naturale/Artificiale/Politica.”

Perché proprio a Termoli?
Sono nato a Termoli. Ho lavorato e lavoro nella comunicazione e nella consulenza strategica da tanti anni, ma la mia città è la mia città. Dieci anni fa ho avuto l’intuizione di riunire menti stimolanti nel cuore del borgo antico della mia città, con lo scopo di provare a vedere cosa ci riserva il futuro.

Però il vostro non è un ritrovo di astrologi o di futurologi…
No. Ho cercato di mettere assieme persone di pregio e un luogo amato, che non è solo una città di mare e arte, ma anche un luogo di costruzione di futuro: Termoli sarà la sede del primo stabilimento italiano per la produzione di batterie elettriche per automobili di nuova generazione. Il desiderio è stimolare la riflessione pubblica, aperta anche alle grandi aziende che operano sul territorio, verso la definizione e la proposta di modelli eticamente e socialmente corretti, per garantire alla nostra società un futuro sostenibile, sotto ogni punto di vista.

Mi par di capire che anche lei crede che questa costruzione passi dalla comprensione e dalla corretta divulgazione e comunicazione di quello che sta accadendo fuori e dentro di noi. In definitiva, che servano idee per comprendere e agire in questa situazione, inedita per l’umanità.
In questo tempo di cambiamento abbiamo la necessità di fermarci a cercare di comprendere che cosa sta accadendo e come lo possiamo affrontare nel modo migliore. Riflettere, per poi poter agire al meglio. Perché ciascuno ha la sua quota di libertà e quindi di responsabilità da mettere in campo. Per farlo occorrono luoghi di pensiero e Termoli è un gran bel luogo per fermarsi tutti insieme a ragionare e a riflettere.

Leggendo nel vostro sito i nomi dei partecipanti a questa e alle precedenti edizioni mi sembra di capire che l’operazione abbia avuto un discreto successo. È stato difficile convincere relatrici e relatori di qualità a venire a Termoli? L’estate e la bellezza dei luoghi sicuramente giovano. Giova altrettanto anche il fatto che le persone che ho nel corso del tempo invitato abbiano colto la peculiarità dell’idea del Festival. Dapprima ha certamente contato anche la fiducia nei miei confronti. Una volta avviato, il progetto ha progressivamente corso sulle sue gambe.

C’è più distanza tra zero e uno che tra uno e cento…
Questa è una citazione da una canzone di Claudio Baglioni…

Esatto! Rende plasticamente l’idea di come la difficoltà più grande consista nel far partire una nuova iniziativa. Peraltro la sua ha una peculiarità “logistica”. Gli eventi si svolgono solamente di sera…
È una scelta per non interferire con la vita dei termolesi e dei turisti e averli con noi la sera in piazza contenti e ben disposti dopo una bella giornata al mare. Sembra un dettaglio da poco, ma le assicuro che non lo è.

Come abbiamo detto, il tema del Festival di quest’estate sarà “Il futuro dell’intelligenza. Naturale / Artificiale / Politica”. Secondo la Treccani l’intelligenza è il complesso di facoltà psichiche e mentali che consentono all’uomo di pensare, comprendere o spiegare i fatti o le azioni, elaborare modelli astratti della realtà, intendere e farsi intendere dagli altri, giudicare, e lo rendono insieme capace di adattarsi a situazioni nuove e di modificare la situazione stessa quando questa presenta ostacoli all’adattamento…
Partiremo da qui per chiederci: questa facoltà è davvero una esclusiva dell’homo sapiens? O anche altri organismi e forme di vita dimostrano di possedere una forza biologica tesa alla sopravvivenza che altro non è se non un segno di una qualche forma di intelligenza?

Una qualche forma può darsi, ma noi restiamo gli unici esseri viventi capaci di comunicare con un linguaggio complesso o di costruire artefatti tecnologici, dalla ruota all’intelligenza artificiale. Non a caso questo periodo viene indicato come antropocene…
Lei sta già iniziando la discussione che faremo il 19 luglio e proprio il giorno dopo passeremo a considerare che nel frattempo l’evoluzione tecnologica si è spinta oltre. Non solo gli esseri a base di carbonio, ma anche le entità a base silicio appaiono in grado di essere intelligenti.

Ma come possono gli algoritmi, che – almeno al momento – sono privi di intenzioni, privi di personalità, essere intelligenti?
L’intelligenza artificiale è un inganno semantico o siamo davvero alle soglie di un’era in cui questa facoltà sarà condivisa con entità non biologiche? E quali dilemmi etici e filosofici produce questa prospettiva? Come vede, gli interrogativi abbondano.

Questo è il tempo in cui bisogna tornare a porsi domande, a partire dal ruolo della tecnologia, che è e rimane uno strumento, come tale da porre al nostro servizio. Infine rimane l’intelligenza della politica.
Questo è un tema delicato…

…e sicuramente la politica è una prerogativa di noi esseri umani. Almeno la democrazia, artefatto che non esiste in natura…
Senza dubbio. Ragioneremo insieme sulla attuale situazione delle democrazie occidentali, che appaiono incerte e fragili, con cittadini sempre più distanti dalla partecipazione e leader troppo spesso autoreferenziali e che non sembrano in grado di trovare soluzioni alle sfide attuali e che ci attendono.

In che modo lo farete?
Con il massimo rispetto, perché siamo consapevoli della difficoltà di trovare persone di qualità che decidano di impegnarsi per la cosa pubblica. Al tempo stesso lo faremo con la consapevolezza che il Papa al G7 ha detto una cosa vera, a proposito dell’intelligenza artificiale: “Spetta ad ognuno farne buon uso e spetta alla politica creare le condizioni perché un tale buon uso sia possibile e fruttuoso.

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