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Fintech, il futuro è cominciato. Ecco i 3 pilastri

Mondo, una banca online, ha raccolto in crowdfunding 1 milione di sterline in 96 secondi, polverizzando qualunque record precedente. L’intero settore è in crescita frenetica. Che cosa succede e che cosa sta per succedere. Tra investimenti, bolle e nuovi modi per trovare lavoro

Pubblicato il 07 Mar 2016

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Mondo, una banca online, ha raccolto 1 milione di sterline di investimenti in 1 minuto e 36 secondi, chiudendo la campagna di crowdfunding più veloce della storia. Mondo non ha sportelli, non ha uffici e funziona solo sullo smartphone. Anzi, da un certo punto di vista non funziona affatto, visto che l’app è ancora in test e non è accessibile al pubblico.

Eppure quello stesso pubblico che non ha potuto provare l’app, ha deciso di investire un milione di sterline (1,3 milioni di euro) facendo schizzare la valutazione una startup senza clienti a 39 milioni di euro.

Una follia? Forse. Ma Passion Capital, uno dei venture capital più attivi in Europa, ha investito subito dopo 6 milioni di sterline alla stessa valutazione.

Una curiosità

L’investimento più piccolo è stato di appena 10 sterline all’ottavo secondo. Per scoprire l’identità di questo investitore, dovremo aspettare che CrowdCube, la piattaforma di crowdfunding, registri i soci presso la Camera di Commercio Inglese.

Il prossimo passo

Raggiunto l’obiettivo di 1 milione di sterline, la campagna si è chiusa automaticamente, lasciando migliaia di piccoli investitori in lista d’attesa. Poco male per Mondo. Saranno invitati a un nuovo round di investimento prima della fine dell’anno. I costi per costruire una banca si sono ridotti ai minimi storici, ma i costi per promuovere una startup sono ancora alti. Se questa startup vuole crescere in fretta per proteggersi dalla concorrenza, dovrà bruciare milioni di sterline per assumere talenti e in pubblicità. Mondo è solo uno dei tanti esempi di futuro del “fintech”, la finanza tecnologica, e spiega bene 3 pilastri su cui poggia questo futuro. Eccoli.

1. Che cosa fai è più importante di come lo fai

Per creare una startup di successo non basta essere bravi né essere leader del proprio mercato. Bisogna che quel mercato sia grande (e il mercato bancario è enorme).

Tim Ferris, un autore americano che ha raggiunto la fama con il libro 4 Ore alla Settimana, ma è diventato milionario con i suoi investimenti in startup, ripete spesso una frase curiosa: “È più importante quello che fai, di come lo fai”. Dunque l’opposto dell’educazione che ha ricevuto la mia generazione in Italia.

Questo principio applicato al futuro del fintech suona più o meno così. Si vedranno scoppiare un po’ di bolle, ma il valore del mercato bancario è così grande che le startup nel loro insieme continueranno a crescere.

2. Il buon senso può essere pericoloso (almeno nei settori tecnologici)

Le banche stanno combattendo la crisi iniziata nel 2007 attraverso funzioni e acquisizioni. Si pensa che le piccole banche siano destinate a morire (se non sono già defunte). Ma le grandi banche sono troppo burocratiche per innovare.

Per questo motivo ci sono molti investimenti in startup fintech. Perché il modo più facile per innovare per le grandi banche passa attraverso l’acquisizione di startup.

Un investimento oggi nel fintech, può significare un ritorno di liquidità in 1-2 anni. Non bisogna aspettare 7-8 anni per la quotazione in borsa, come è successo per Google e Facebook.

Non è detto che succeda, e non è detto che qualche startup non cresca così tanto da diventare un vero concorrente delle banche tradizionali (pensiamo a cosa sta succedendo nel settore automobilistico con Google Car e Tesla, nel settore alberghiero con Airbnb, e nel settore dei trasporti con Uber).

Ma qui entra in gioco il fattore “ombrello”. Riprendendo il gioco delle citazioni. Quando ero uno studente universitario, il professor Antonio Martino spiegava la finanza con questo esempio. “Nel mondo reale quando piove tutti escono con l’ombrello. Nella finanza, quanto tutti escono con l’ombrello … piove“.

La convinzione che le banche debbano innovare e non sappiano farlo, è così forte che nei prossimi anni “tutti usciranno con l’ombrello”. E visto che il mercato è enorme, e la sua tecnologia molto arretrata, ci sono meno rischi che questa logica finanziaria porti ad una bolla.

Questo non vuol dire che un piccolo investitore non possa perdere tutti i suoi risparmi. La singola startup fintech può sempre fallire. Ma il mercato difficilmente potrà collassare.

3. La rivoluzione anarchica di Bitcoin è finita

La rivoluzione di Bitcoin che doveva spazzare le banche non c’è stata, e quasi sicuramente non ci sarà. Tra tutte le startup bancarie di successo dell’ultimo anno, nessuna ha promesso di eliminare le banche con una piattaforma Bitcoin. Anzi, nella maggior parte dei casi non hanno neanche parlato di Bitcoin nel loro video di presentazione.

Capiamoci, non sono contro il Bitcoin. Anzi, in tutto il settore legale del Regno Unito, mi risulta che una mia società sia stata la prima ad essere registrata su Coinmap, la mappa delle attività che accettano pagamenti in Bitcoin.

Ma come sempre succede, le rivoluzioni anarchiche vengono assorbite dal sistema. Le nuove startup fintech non mirano ad eliminare l’istituto bancario, anzi tendono ad offrire servizi molto tradizionali, come trasferimenti e conti correnti. Certo funzionano sullo smartphone, certo utilizzano una tecnologia diversa, ma dal punto di vista del cliente soddisfano gli stessi bisogni.

Il vero volto della rivoluzione

Se il Bitcoin usato come moneta non ha sfondato, la tecnologia che lo fa funzionare, la blockchain, è il vero volto della rivoluzione. Una prima donna mite e pronta a servire sia le istituzioni tradizionali che le startup.

La funzione principale della Blockchain è tracciare (dati, persone, oggetti, tutto). Già dal prossimo anno, il cliente di una banca potrà spostarsi, anche all’estero, e aprire il conto in pochi secondi, perché non deve essere identificato di nuovo. La Blockchain permette di archiviare i documenti online senza paura che siano sostituiti. Permette di seguire a ritroso una somma di denaro per capire se l’origine è legale (non ha caso molti paesi che avevano il segreto bancario lo stanno eliminando). C’è chi parla di Grande Fratello sotto steroidi.

Il Financial Times prevede che solo nel settore dei documenti si risparmieranno 20 miliardi di dollari l’anno. E questo chiude qualunque opposizione morale. Da quando l’uomo ha formato la prima tribù, non è mai successo che una questione morale abbia vinto su una questione economica.

Invece di sprecare energie per rallentare l’uso della Blockchain, è molto meglio fare pressione perché venga usata senza violare (troppo) la privacy individuale.

Nel frattempo, se state pensando di lanciare una startup fintech, fatelo. In un mercato in crescita come il fintech, c’è carenza di professionisti. Anche se fallite, non è mai stato così facile essere assunti da chi ha avuto successo.

* * *

Questo è il secondo articolo di una serie dedicata al futuro del fintech ed in particolare alla blockchain. Puoi leggere ogni articolo autonomamente su EconomyUp.

  1. Fintech, il futuro è incominciato. Bitcoin, blockchain e banche
  2. Fintech tra blockchain, archivi segreti e lotta alla corruzione
  3. Come la Blockchain può sterminare la maggioranza degli avvocati (arricchendo gli altri)

(Immagine: DncnH su Flickr.com)

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