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Il Brambilla brianzolo e startupper ma in India



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Gian Luca Brambilla, piccolo imprenditore diventato una star dei talk show, racconta perché ha creato la sua eAgisco a nove ore di aereo: «Fare impresa qui è impossibile: appena assumi più di 15 persone scatta l’organizzazione sindacale e non sei più padrone a casa tua». E le aziende che hanno deciso di tornare in Italia?

Pubblicato il 21 nov 2014



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“Signorina, lei sa perché le aziende in Italia non crescono? Perché gli imprenditori hanno paura di investire. Se passi a 16 dipendenti non sei più padrone a casa tua. Il 97 per cento delle aziende nel nostro Paese sono nane. E il problema è da collegare allo statuto dei lavoratori”. Parola di Brambilla. O meglio di Gian Luca Brambilla, dell’imprenditore brianzolo diventato il portavoce ufficioso su giornali e in talk show televisivi degli umori delle piccole e medie imprese, anche in virtù del suo ruolo di vice presidente vicario di Confcommercio per Monza e Brianza.

Non c’è pressione fiscale o eccessiva burocrazia che tenga. “Quindici anni fa c’era meno di entrambe, ma le aziende non crescevano lo stesso”, ribadisce.

Gian Luca BrambillaE allora parliamone di questo male assoluto. “Vede – spiega – l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori è stato concepito negli anni ’60 per un’Italia diversa, per un mondo diverso. Un mondo con le dogane, con i mercati chiusi, il mondo del boom dove erano anche necessarie alcune tutele. Un mondo dove però si era obbligati a produrre in Italia. Oggi non è più così, si può andare all’estero. Nel nostro Paese infatti è difficilissimo fare impresa ad alti livelli perché rimangono sacche di garantiti illicenziabili, soprattutto statali e dipendenti di grandi imprese, gente che firma il cartellino e va a fare la spesa, e che i datori di lavoro non possono mandare a casa”.

E allora che si fa? Si fa come Brambilla, che ha cinque dipendenti in Italia e circa 75 in India, senza contare quelli delle società a cui si appoggia in Albania. Beh, con un costo del lavoro e tutele spesso solo pro-forma è di certo molto conveniente. “Ma guardi che non è mica semplice andare a lavorare in India – tiene a specificare- ci sono i problemi di traduzione da una lingua all’altra, se succede un imprevisto ci sono nove ore di aereo di distanza da affrontare. Io vorrei fare impresa in Italia ma è impossibile! Appena assumi più di 15 persone scatta l’organizzazione sindacale con il consiglio di fabbrica e non hai più la possibilità di decidere cosa fare della tua azienda”.

► Ma le aziende che decidono di tornare a produrre in Italia sono in aumentoEd ecco perché lo fanno

Ma Brambilla dall’India non ha proprio idea di spostarsi. È lì infatti il cuore della sua eAgisco, società che offre servizi di consulenza per aziende. Il nuovo nato è Pricebenchmarker, servizio che, da settembre 2014, offre alle imprese la possibilità di farsi fare gratuitamente la valutazione del proprio consumo energetico per poi offrire, a pagamento, le informazioni su come ottenere un prezzo migliore di quello che si sta pagando e risparmiare.

La startup si occupa infatti di negoziare per ogni cliente il prezzo migliore possibile fra i principali fornitori di energia in Italia e di commercializzare i “certificati bianchi” o Titoli di Efficienza Energetica (TEE), che certificano il conseguimento di risparmi energetici di un’azienda attraverso interventi e progetti specifici. A questo modello di business si somma poi la vendita dei dati statistici e puntuali delle aziende, già 500 afferma l’imprenditore, che si sono registrate.

Ma insomma Dott. Brambilla non si può andare tutti via, qualcosa deve pur cambiare in Italia. Ha una ricetta?. “Bisogna fare una legge coraggiosa, non come il Jobs Act che è interessante ma non sufficiente e avrà un impatto modestissimo. La gente deve capire che l’unico soggetto che può creare futuro e occupazione è l’imprenditore. Per questo è necessaria una legge che dica agli imprenditori: “tu metti in campo le tue idee, butta il cuore oltre l’ostacolo e assumi tutti i dipendenti che vuoi per provare a realizzarla. Se però non ci riesci, io Stato ti permetto dalla sera alla mattina, di licenziare tutti senza avere problemi o dover pagare indennizzi”.

“Solo così potremmo farcela a creare nuova occupazione”, conclude. Oppure ad andare a picco. Ma è questione di punti di vista.

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