Immortali, l’economia per i nuovi highlander
Sono due esempi di longevità, agonistica e anagrafica, e proprio alla longevità come destino ineluttabile dell’umanità è dedicato il libro di Palmarini. Longevità da vivere non puntando a “essere perennemente giovani” ma a vivere una “vecchiaia ricca di significato e possibilità tutte da scoprire”. Significato e possibilità, elementi unificanti la vittoria della Pellegrini con la vita semplice ma ricca di affetti, di relazioni e di attività della signora Bianchini.
Palmarini ci guida a riflettere sul fatto che il progresso della scienza ci sta portando verso una longevità “estrema”, che può arrivare addirittura all’immortalità. Parlare di immortalità può sembrare una forzatura? I dati, le informazioni, le esperienze e le iniziative già in atto raccontate nel libro (di)mostrano che potremmo diventare “immortali” in un futuro neanche tanto remoto.
Investire sulla longevità per dare senso all’invecchiamento
Immortali o no, rimane il fatto che è in atto un cambiamento (al momento senza governo), che cela una opportunità che può essere colta solamente con un cambio radicale del modo di concepire le cose. Palmarini lo ribadisce con vigore: imprese, politica, accademia, mondo della comunicazione digitale e non, tutti siamo chiamati a confrontarci con la prospettiva di una vita lunghissima, che deve però essere riempita di contenuto. “Se l’invecchiamento globale della popolazione è un fenomeno conclamato e irreversibile, è solo attraverso investimenti in un’industria della longevità e solo supportando in tutti i modi i progressi nella ricerca biomedica che è possibile immaginare un futuro sostenibile per l’intero pianeta, dove la sostenibilità non sia solamente una qualche forma di mantenimento in vita o di accanimento terapeutico, ma di vita vera, di “vita larga”, di vita in buona salute, in attività, in ricchezza di senso e di obiettivi.”.
Una “vita larga”. Per pensarci occorre uscire dalla tirannia del “qui e ora” e ragionare in profondità e su prospettive di lunga durata (qui è proprio il caso di dirlo!). Il primo passo consiste nel mettere da parte l’ageismo, corrente di pensiero dominante secondo cui la vecchiaia è solamente un problema, una bomba a orologeria contro l’umanità.
VIDEO – L’ageismo come nuova forma di razzismo
Ciò è quanto mai utile soprattutto in Italia. Assieme alla Francia siamo il Paese con più ultracentenari d’Europa. L’Istat conferma che negli ultimi dieci anni le persone con oltre cento anni d’età sono passate da 11.000 a 14.456 e quelle sopra i 105 anni da 472 sono diventate 1.112. Sono l’avanguardia di un esercito in marcia verso la longevità e, se Palmarini ha ragione, verso la possibile eternità.
Eternità. A ben pensarci, “tutta la vita chiede l’eternità”, come dice un verso della intensa canzone/preghiera di Adriana Mascagni “Povera voce”. La canzone invoca la vita che ci attende dopo la morte. Nel libro di Palmarini, la prospettiva dell’eternità invece riguarda l’al di qua, riguarda una nuova organizzazione del nostro vivere, personale e comunitario. Ma la ricerca del senso del nostro esistere in questo straordinario mistero che è la vita rimane la stessa.
Buon viaggio!