Comincia a popolarsi l’ecosistema dell’equity crowdfunding in Italia, con l’arrivo di nuove piattaforme autorizzate dalla Consob, e i nuovi progetti proposti da startup innovative, dopo la chiusura con successo della raccolta di Diaman Tech.
Sono oggi quattro i portali autorizzati (StarsUp, UnicaSeed, Assiteca Crowd e Smarthub) e tre i progetti in raccolta (Cantiere Savona, Face4Job, Pharmago).
L’Osservatorio sul Crowdfunding del Politecnico di Milano stima che entro la fine del 2014 la raccolta di capitale di rischio effettuata via Internet dalle start-up innovative sarà pari a 2 milioni di euro. L’avvio del mercato, avvenuto in sordina più che altro per il lungo iter burocratico di autorizzazione dei portali, ha già mostrato alcune linee di tendenza. La quota media del capitale offerto è nettamente di minoranza: si va da un massimo di 29,99% per PharmaGo fino a 5,06% per Face4Job. Gli imprenditori quindi desiderano mantenere il controllo saldo sul capitale dell’impresa. A maggior ragione se si considera che in alcuni casi sono offerte quote sociali senza diritto di voto (o con diritto di voto limitato).
L’ammontare di capitale da raccogliere, rispetto ai limiti di legge, è decisamente basso. Cantiere Savona intende raccogliere 380.000 euro, mentre la prima offerta conclusa (Diaman Tech) era la più piccola, con 147.000 euro.
EQUITY CROWDFUNDING IN ITALIA: I NUMERI
Portali operativi: 4 di cui- gestori ‘autorizzati’: 3 gestori ‘di diritto’: 1
Progetti pubblicati: 4 di cui- chiusi con successo: 1 (100%) chiusi senza successo: 0
attualmente in fase di raccolta: 3
Target medio di raccolta: € 269.250 Quota media del capitale di rischio offerto: 18,5%
Per i soli progetti chiusi con successo: Percentuale media di raggiungimento del target: 107,3%
Per i soli progetti chiusi senza successo: Percentuale media di raggiungimento del target: -%
Capitale di rischio totale raccolto dall’avvio della legge: € 157.780
La valutazione implicita che emerge delle società start-up innovative è comunque di tutto rispetto, e sotto alcuni aspetti inattesa se si considera la giovane età delle imprese in questione, nonché la loro limitata capacità di generare reddito. Facendo due conti, si trova che le quattro start-up innovative che si sono affacciate sul mercato finora a raccogliere capitale potrebbero capitalizzare post-raccolta (‘post-money’ si direbbe) 8,6 milioni di euro. Ci sono società quotate in Borsa che capitalizzano di meno.
Un altro dato interessante è lo scarso ricorso ad una delle tecniche più diffuse nell’ambito del crowdfunding, ovvero la segmentazione dei benefici offerti ai finanziatori per soglia di investimento. Su siti come Kickstarter, è prassi comune che chi finanzia un progetto con cifre più elevate ottiene delle ricompense esclusive, rispetto a chi finanzia con quote più basse. Solo Diaman Tech ha utilizzato questa tecnica, riservando il diritto di voto solo a chi sottoscriveva quote maggiori, e in più riservando uno sconto sull’acquisto del prodotto realizzato dall’impresa.
* Giancarlo Giudici è docente di Finanza aziendale al Politecnico di Milano
Statistiche di dettaglio suddivise per portale
Fonte: Osservatorio sul Crowdfunding del Politecnico di Milano