Qualche settimana fa mi è capitato di leggere un articolo di Inc.[*] dove l’articolista Bill Murphy Jr. elencava le sette cose che i “successful parents” fanno per crescere i propri figli, tutto accuratamente supportato da riferimenti a ricerche scientifiche. La cosa di per sé ha attratto la mia attenzione come padre, ma poi, leggendo meglio, ha innescato un processo mentale che mi ha portato a fare un parallelo con la leadership aziendale e l’innovazione. Seguendo l’elenco di Murphy, quindi, vorrei condividere queste riflessioni e provare a fare una lista di sette consigli sperando di innescare altrettante riflessioni in tutti gli imprenditori e dirigenti di aziende innovative.
La letteratura ormai è piena di ogni genere di articoli e libri su come l’innovazione debba essere parte della cultura aziendale, come dei buoni leader non siano dei boss ma dei role models nelle varie aziende, e soprattutto come una buona leadership riesca ad instaurare una cultura dell’innovazione in maniera più semplice ed efficace. A questo punto entra in gioco l’articolo, che mi ha personalmente fatto riflettere su come le “sette cose” siano immediatamente traducibili per un contesto aziendale, dove ci sono team di persone (parallelo con i figli) e leader (parallelo con i padri) che fanno innovazione.
Sviluppare l’intelligenza emozionale
Senza entrare nel merito di cosa sia l’intelligenza emozionale, è bene evidenziare che questa caratteristica (o soft skill) sia sempre più importante e ricercata nell’ambiente di lavoro. Ebbene, un leader che capisca e riesca a gestire anche emozionalmente le varie situazioni nell’ambiente di lavoro, creerà certamente un ambiente più sano e più piacevole dove lavorare. Si ricordi che spesso le aziende più innovative sono anche quelle dove i dipendenti si sentono “coccolati” e “capiti”, e possono esprimere al massimo il proprio potenziale innovativo.
Incoraggiare e permettere di sbagliare
Gestire il proprio team significa anche dargli spazio, incoraggiandolo ad osare, sperimentare, a pensare fuori dagli schemi e soprattutto a farlo in maniera da non far pesare l’errore o un fallimento. Certamente molti di voi ricordano il famoso detto: “meglio chiedere perdono che chiedere il permesso”. Questo detto credo riassuma perfettamente il secondo consiglio, pertanto dovrebbe essere una specie di motto per qualsiasi innovatore, o qualsiasi azienda che si voglia definire innovativa. Lasciare che i propri dipendenti facciano, e permettergli di sbagliare, senza essere troppo rigidi o esagerati sulle richieste di un permesso.
Concedere libertà di scegliere con chi lavorare
Spesso in un’azienda i team sono già predisposti, la dirigenza decide come formarli e secondo quali dipartimenti, funzioni o discipline. Di solito si dice che ci si possono scegliere gli amici ma non i colleghi, quindi bisogna lavorare con chi si ha “a disposizione”. In realtà non è necessariamente così. In alcune aziende particolarmente innovative spesso ci sono ruoli intercambiabili, o i team sono dinamici a seconda dei progetti. Per fare un esempio più vicino a noi, si pensi ad una startup, l’emblema della dinamicità, del “metamorfismo” e dell’adattamento. In una startup, diciamo in via di scale up magari, c’è spesso un team con determinati skills, ma nel contempo è spesso richiesto a questo team di lavorare in maniera multidisciplinare. Quindi il team si adatta, diventa “flessibile”, e spesso questo dinamismo aiuta anche la startup a innovare in maniera più veloce ed efficace. “Perché?” si potrebbero domandare i più. Si pensi ai benefici di avere un team che decide di lavorare assieme, dove ci siano affinità attitudinali, caratteriali e tecniche, di mindset, dove si portino esperienze diverse, dove sia anche presente una certa “astrazione mentale” che dia la possibilità di vedere un determinato problema secondo una prospettiva diversa. Questo è il motivo per cui spesso i migliori progetti innovativi risultano essere multidisciplinari, e il team presenta altrettante caratteristiche. Se si potesse scegliere con chi lavorare, o se il project leader (o manager) riuscisse a mettere insieme diverse discipline abbinate ad altrettanto diversi caratteri, il team non può che essere vincente. Si badi bene che questo non significa che faccia centro al primo colpo, ma anche nei casi più virtuosi il rischio di fallire innovando è sempre presente, ma drasticamente ridotto.
Smart working
In questo momento storico, in Italia, si sta parlando moltissimo dello smart working, laddove possibile, ma è evidente che stiamo andando verso un’era industriale (Industry 4.0) che comunque presupporrà lo smart working anche per l’operaio in catena di montaggio. Quindi perché non aumentare notevolmente la produttività dei propri dipendenti facendoli lavorare da casa? Personalmente ho lavorato e lavoro spesso da remoto e posso rassicurare anche i più scettici che si è più produttivi, si lavora di più, spesso ci si dimentica anche di fare le pause caffè, si mangia più sano, ci si dedica con più serenità al lavoro, ci sono molte meno distrazioni, e ci si può dedicare a se stessi risparmiando il tempo che si passa di solito in macchina. Quindi quale miglior terreno fertile per l’innovazione se non quello della “mente rilassata” di un dipendente più produttivo?
Tempo per incontrare altri colleghi e innovare
Pensate un attimo alla possibilità per un dipendente di avere del tempo libero per creare e dedicarsi all’innovazione, o a incontrare altri colleghi (anche online), per fare brainstorming o per ideare. Molti di voi conosceranno i “Fridays afternoons”, un format che in molte aziende è ancora utilizzato, ovvero lasciare il venerdì pomeriggio libero da riunioni e impegni per far sì che un certo numero di dipendenti abbiano la possibilità di ideare qualcosa di nuovo, fare esperimenti, costruire prototipi, ecc. Pensate a quanto potrebbe essere di beneficio per l’innovazione qualora i dipendenti potessero trovarsi, con la mente libera dalle preoccupazioni tipiche delle loro mansioni quotidiane, e trovare nuove soluzioni, creare novi prodotti, testare qualcosa che avevano in mente. Quindi il mangiare con i propri figli potrebbe essere tradotto nella possibilità di incontrare i propri colleghi fuori dagli impegni e creare.
Non essere troppo protettivi
Ovvero bisogna lasciare che le persone siano in grado di prendere decisioni, anche importanti, per far sì che possano sentirsi responsabili delle proprie azioni. Nessuno è perfetto, dice il detto, e tantomeno un innovatore. Un innovatore deve sentirsi responsabile e responsabilizzato per quello che fa, deve essere in grado di poter prendere decisioni autonome, e soprattutto essere libero di prendere la decisione sbagliata. Se si creano dei meccanismi gerarchici e burocratici forti e rigidi, gli innovatori non si sentiranno responsabilizzati, e aspetteranno che qualcun altro prenda le decisioni al posto loro, questo mettendo in stallo il processo innovativo.
Fornire il supporto necessario
Questo ultimo consiglio è la conseguenza ovvia dei precedenti, ovvero lasciare che gli innovatori si esprimano, che sbaglino, che decidano con chi lavorare, che abbiano responsabilità, ma alla fine ci deve sempre essere il supporto del proprio leader quando necessario.
Questi sette consigli sono principalmente indirizzati ai leader dell’innovazione e agli innovatori stessi, e vogliono essere delle linee guida su come creare il giusto ambiente per far sì che gli innovatori abbiano tutto lo spazio per innovare. Essere un leader non è sempre una cosa facile, fare innovazione lo è ancora meno, ma certamente uno dei compiti fondamentali di una figura presunta tale, è quello di far sì che il team cresca, che ogni persona faccia nuove esperienze, si senta motivata, e soprattutto che abbia la libertà di sbagliare. Il processo innovativo non è altro che un iter, più o meno strutturato, di come si debbano svolgere alcune attività, ma il vero motore dell’innovazione in una azienda sono i dipendenti, gli innovatori appunto, che devono necessariamente essere supportati da leader capaci e altrettanto innovativi, in un environment adeguato.
In conclusione leggere come crescere i propri figli secondo alcuni dettami delle persone più di successo, ci ha dato modo di gettare le basi per alcune linee guida e consigli per quelle imprese che vogliano innovare e trasformare la propria cultura aziendale.
[*] Want to Raise Successful Kids? 7 Things the Most Successful Parents Do, According to Science