Uno degli effetti che il coronavirus sta creando nel mondo delle imprese, soprattutto quelle piccole, è una crisi di liquidità.
Il mondo intero è alle prese con una emergenza sanitaria senza precedenti. Molto presto dovrà affrontare anche le incalcolabili ricadute delle misure di contenimento sul sistema produttivo. I provvedimenti adottati drasticamente da Cina e Corea del Sud stanno bloccando molte fabbriche e produzioni, diversi prodotti e componenti provenienti dalle regioni che sono diventate la fabbrica del mondo cominciano a mancare.
I programmi di produzione devono essere modificati, come già ammesso da grandi produttori che dipendono, come Apple, da forniture cinesi. Il blocco di molte produzioni, l’aumento dei noli e dei costi di trasporto hanno impatti sulle fabbriche europee e quindi sulle imprese manifatturiere italiane che fanno parte di molte filiere di fornitura. Insieme al danno immediato sul turismo e sul settore HORECA, le conseguenze della lotta al COVID-19 toccano il già fragile sistema economico italiano, costruito da un notevole numero di piccole e medie imprese innestate in una complessa rete di subforniture che rischiano di trovarsi di fronte a una crisi di liquidità.
Il Cigno Nero può danneggiare le PMI italiane
Il Cigno Nero causato dal COVID-19 arriva in un contesto economico debole e costringe le imprese a confrontarsi una volta di più con la propria situazione finanziaria per stimare la capacità di resistenza alle avversità. Una potenziale rottura degli stock o rallentamenti nelle forniture di materiale causano la dilatazione dei tempi di consegna e quindi degli incassi dai clienti. Le uscite di cassa per manodopera, per altre forniture e le scadenze con banche ed Erario restano invariate, mentre gli incassi rallentano. In altre parole, il capitale circolante è destinato a lievitare e deve essere finanziato rapidamente.
Come rispondere alla crisi di liquidità delle PMI italiane
La Cina ha capito subito l’effetto devastante sul proprio tessuto economico e ha già proposto misure per aiutare finanziariamente le PMI cinesi. L’Italia non ha questa flessibilità perché il sistema bancario è già sotto pressione e sta riducendo il credito dal 2011. Lo Stato ha vincoli di ulteriore indebitamento. Per questo motivo le PMI devono agire da sole e rapidamente per evitare effetti finanziari indesiderati, pianificando misure ad hoc da subito. La risposta migliore è quella di costituire rapidamente un airbag finanziario, un tesoretto di liquidità, sufficiente a superare eventuali tensioni e crisi derivanti da mancati o ritardati pagamenti dei prossimi mesi.
La cessione dei crediti commerciali è la risposta più immediata
Difficile anche questa volta attendersi una risposta immediata dal sistema bancario italiano, per i noti vincoli di vigilanza e costo del capitale sui prestiti alle PMI, ma anche per i lunghi tempi di risposta di fronte a una domanda di credito straordinaria in un momento di caos organizzativo. La creazione del ‘tesoretto’ di liquidità può solo passare dallo smobilizzo rapido dei crediti dei clienti in portafoglio e di altri in arrivo a breve, attraverso piattaforme non bancarie.
È proprio in circostanze come questa che i nuovi operatori fintech come Workinvoice possono intervenire a supporto delle PMI, con soluzioni efficaci. Negli ultimi anni le fintech hanno costruito piattaforme digitali per la cessione del credito, hanno fatto della velocità un punto di forza e di differenza rispetto al sistema tradizionale dell’anticipo fatture e hanno cumulato esperienza nel credito commerciale. Nuovi operatori che dispongono di liquidità senza troppi vincoli grazie al supporto di investitori istituzionali, che hanno acquistato centinaia di milioni di crediti, fattura per fattura. Le imprese possono quindi pensare di affrontare concretamente l’arrivo del Cigno Nero e delle tensioni sulla liquidità sperimentando una soluzione semplice e innovativa, che offre trasparenza e tempi di risposta straordinariamente brevi, fondamentali per anticipare le criticità.