VENTURE CORNER

Con i tassi a zero investire in startup è una scelta saggia

Bot e Btp rendono poco o nulla. Così l’investimento in imprese innovative può diventare interessante anche per chi finora si era rivolto verso i titoli di Stato. È rischioso, certo. Ma c’è un vantaggio fiscale e si punta su settori in forte crescita. Come, ad esempio, il biotech

Pubblicato il 22 Set 2014

Pierluigi Paracchi, CEO di Genenta Science

Pierluigi Paracchi, CEO & Chairman Genenta Science, partner Medixea Capita

Senza andare a scomodare troppo la teoria del caos e l’effetto butterfly (vale a dire: può un battito d’ali di farfalla nella foresta amazonica scatenare un tornado nelle Filippine?) possiamo dire che i tassi di interesse a zero potrebbero scatenare gli investimenti in imprese startup.

Andiamo in ordine. Per chi come me ha iniziato a lavorare pre-millenium bug sui mercati finanziari, vedere la curva dei tassi che parte da zero (“0”) è qualche cosa di straordinario. Il tasso di interesse Euribor a un mese è a zero, a zero virgola zero zero. Il tre mesi a 0,8%, il tasso ad un anno è allo 0,35%. I BOT non rendono nulla. E i BTP hanno qualche punto di rendimento solo se si va su scadenze lunghissime prendendo il rischio di volatilità dei prezzi che in battito, questa vota di ciglia, può compromettere l’intero investimento.

Cosa c’entra la curva dei tassi con le eventuali impennate degli investimenti in startup? C’entra, c’entra. Ad oggi l’enorme stock di risparmio delle famiglie italiane è totalmente sbilanciato verso le emissioni obbligazionarie dello Stato. Queste non rendono e causano pure un effetto recessivo; chi era abituato a contare su una rendita del proprio patrimonio per le extra spese ora non ha rendite e non extra spende. Uguale: giù i consumi e deflazione.

Investire in startup Innovative non è più una delle alternative ma una scelta saggia. Chi investe in queste imprese che innovano, hanno brevetti e investono in ricerca e sviluppo, ha una detrazione fiscale pari al 19% (si, il diciannove per cento) dalla propria Irpef. Inoltre, le startup innovative sono attive solo in settori ad alta crescita; settori che anno per anno crescono con tassi a due cifre: biotecnologie, tecnologie medicali, digital economy.

Nel solo ultimo anno il biotech Made in Italy ha creato valore per oltre 8 miliardi di dollari grazie a EOS – Ethical Oncology Science, Intercept, Okairos e Gentium. E il boom non è finito; è prevista la quotazione al Nasdaq nel primo trimestre 2015 (smaltita la sbornia dell’IPO di Alibaba) di AAA – Advanced Accelerator Applications.

I rischi ci sono ma oggi i risparmi dedicati ai BOT non rendono assolutamente nulla. Insomma, si devono cercare startup innovative con un’ottima proprietà intellettuale (brevetti), un management di esperienza e attività sul mercato globale.

Benvenuti a tutti nella nuova era della gestione del risparmio a tasso zero e startup a mille!

* Pierluigi Paracchi, è Chairman & Ceo Genenta Science, partner Medixea Capital @pigiparacchi

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