Caro Renzi, la rivoluzione digitale non è una passeggiata

Che cosa bisogna fare per favorire l’innovazione? E quali sono i falsi miti da evitare? Andrea Granelli ha scritto una lunga lettera al Presidente del Consiglio, invitandolo a riflettere sui temi dell’innovazione e del digitale. L’abbiamo già pubblicata in tre parti, eccola in versione integrale.

Pubblicato il 27 Mar 2014

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Andrea Granelli

Andrea Granelli, fondatore della società di consulenza Kanso e già creatore di Tin.it, ha scritto una lettera aperta al premier Renzi sulle cose da fare e sui falsi miti da evitare nella strada dell’innovazione.

L’abbiamo già pubblicata in tre parti, la riproponiamo in versione integrale.

Caro neopremier Renzi,
conoscendo la tua visione, le tue energie, la tua voglia di innovazione e il tuo amore per il digitale, mi permetto, spero facendo cosa utile, di fare qualche riflessione a voce alta sui temi del digitale (e dell’innovazione). Temi che, come sai, ho sempre amato e frequentato. Forse sembrerà una voce un poco fuori dal coro; ed è forse per questo te ne voglio parlare. Alcune domande preliminari.Siamo sicuri che tutte le aziende abbiano bisogno della banda larga? O che il ritardo nel suo uso sia colpa della “ignoranza” delle Pmi? Quali risultati e benefici hanno avuto le politiche seguite finora? Continua a leggere

Gli errori fatti fino a oggi sono molti. Da dove ripartire? È arrivato il momento di costruire una via italiana al digitale senza imitare maldestramente cose fatte altrove. Si tratta di saldare il potere delle nuove tecnologie con la vocazione dei nostri luoghi, dal turismo all’agroalimentare. Riprendendo il percorso iniziato da Camillo e Adriano Olivetti. Continua

Per costruire una via italiana sono cinque i filoni da cui ripartire. Il più importante è la formazione. In secondo luogo va accettata la piccola dimensione come dato di fatto dell’economia italiana. Bisogna poi concentrare le competenze su settori in cui abbiamo storia e competenza (dal turismo all’agroalimentare). Quindi serve un coinvolgimento della ricerca pubblica sul digitale. Infine è necessario un uso diverso delle risorse pubbliche. Continua

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