Tecnologia solidale

Buon lavoro, sindaco Borgna: storia di un primo cittadino cieco

Da quattro anni sindaco di Cuneo, si prepara a correre per un secondo mandato il prossimo anno. «La mia disabilità – dice Borgna – è stata la molla che mi ha spinto a intraprendere anche questa sfida. Se dimostrerò di fare bene il sindaco, sarà una vittoria non solo personale, ma per tutti i ciechi». Nel suo caso, la tecnologia è uno strumento per supplire alla sua condizione di cecità

Pubblicato il 15 Gen 2016

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La tecnologia solidale è una cosa da uomini. Non nel senso di noi maschi ma per il fatto che la differenza la fanno gli esseri umani, che usano il loro ingegno per risolvere difficoltà che sembrano insormontabili: e ci riescono o, quanto meno, non si arrendono pur accettando il proprio limite. Questo c’è alla base delle storie e dei progetti e delle realtà raccontate in questo blog. Per questo motivo ho deciso di iniziare il 2016 raccontando in breve la storia di un uomo politico che non conosco e del quale sono venuto a conoscenza pochi giorni fa casualmente (ma il caso non esiste) leggendo un tweet di Oscar Giannino che rimandava a un articolo pubblicato da La Stampa.

Si tratta di Federico Borgna, 42 anni, da quattro sindaco di Cuneo e che si sta preparando a correre per un secondo mandato il prossimo anno. No, non ho trasformato questo blog in un blog politico. Il fatto è che Borgna è cieco. Infatti è il primo sindaco d’Italia completamente cieco. Non uso “non vedente” perché a lui non piacciono i pietismi. All’età di tredici anni ha avuto una retinite che lo ha portato alla cecità assoluta ma non si è arreso a un destino, è il caso di dirlo, oscuro.

Non lo sto prendendo in giro: del resto uno che ha fatto la campagna elettorale usando slogan come “Cuneo che guarda al futuro” o “Cuneo nuova in tutti i sensi” non certo un tipo che potrebbe prendere male un gioco di parole che in realtà è un riconoscimento nei suoi confronti. Per capire il tipo umano, leggete cosa diceva due mesi dopo essere stato eletto: «La mia disabilità è stata la molla che mi ha spinto a intraprendere anche questa sfida. Se dimostrerò di fare bene il sindaco, sarà una vittoria non solo personale, ma per tutti i ciechi. È la responsabilità che sento di più. Ma immaginatevi un non vedente che si propone per un lavoro. Se gli chiederanno cosa è in grado di fare, adesso potrà rispondere: anche il sindaco di Cuneo».

Il sindaco (nonché presidente della Provincia di Cuneo) è del resto un uomo che usa la tecnologia per supplire alla sua condizione di cecità. Come ha detto nella sua prima intervista da sindaco: “La vista è un mezzo, importante, ma non è l’unico. Non vedo, non vuol dire che non capisco e che non posso leggere e scrivere. Quotidianamente, nella mia attività professionale, leggo e firmo documenti, grazie a strumenti tecnologici che porterò con me, senza far spendere un euro alle casse del Comune.”. Uno così è parte integrante del nostro club della tecnologia solidale. Buon lavoro, sindaco!

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