TECNOLOGIA SOLIDALE

Assistenza anziani e persone fragili, la proposta leggera e digitale della startup UGO per aiutare le famiglie



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UGO è un servizio di assistenza e compagnia per anziani, malati e persone fragili, fondato da Francesca Vidali e Michela Conti, che raccontano come funziona. Grazie a una piattaforma digitale le famiglie entrano in contatto famiglie e caregiver selezionati e formati.

Pubblicato il 27 set 2024

Antonio Palmieri

Fondatore e presidente di Fondazione Pensiero Solido



assistenza anziani

“UGO è il punto di riferimento di chi vive la fragilità, in prima persona o come caregiver. UGO parla alle persone anziane, malate, disabili e alle loro famiglie, aiutandole a proteggere la loro indipendenza. È un inno alla vita piena, allo stare bene, restando connessi con il tessuto sociale che ci circonda”

Con queste parole Francesca Vidali e Michela Conti, fondatrici di UGO descrivono il servizio di accompagnamento e compagnia per persone fragili che parte dal digitale e atterra nell’analogico, che più analogico di così non si può.

Cosa c’è di più tangibile di una compagnia nei momenti di bisogno?
“È proprio così. Il nostro è uno sguardo nuovo sull’assistenza, in particolare quella “leggera”, perché UGO viene ben prima di badanti o RSA. La nostra piattaforma (una webapp) mette in contatto persone e famiglie con operatori ‘UGO’, caregiver di fiducia complementari ai familiari, che affiancano la persona e la aiutano a gestire attività quotidiane e mediche, come cicli di terapia o la gestione di una patologia cronica.”

Chi sono e cosa fanno questi UGO?
“Sono caregiver professionali. Per la prima volta il caregiver è fuori dal sistema famiglia e si affianca ai familiari nel prendersi cura di chi è in difficoltà. Sono donne e uomini che noi selezioniamo e formiamo affinché abbiano le competenze professionali e umane per garantire alle persone supporto, delicatezza e sorriso.”

Vediamo più nello specifico di che si tratta. Fatemi qualche esempio…
“Il bisogno più classico, è l’accompagnamento protetto. Un nostro operatore ti raggiunge a casa, ti aiuta a uscire e prendere tutto, ti accompagna in ospedale e qui ti aiuta in tutto, dall’accettazione, all’orientamento, al caffè. Il servizio è richiestissimo per appuntamenti medici, terapie, riabilitazioni, centri diurni, commissioni varie come dentista, parrucchiere, poste o spesa. L’accompagnamento si può svolgere a piedi, con i mezzi o in auto.”

Oppure?
“Conflitti di orario: la recita scolastica di tuo figlio coincide con la visita medica del nonno? UGO può accompagnare il nonno alla visita, permettendoti di partecipare alla recita. Tuo papà ha un prericovero e non sai quanto tempo richiederà? UGO lo accompagna e lo assiste per tutto il tempo necessario. Ultimo esempio. I tuoi genitori vogliono andare in Liguria, ma non ti fidi a farli guidare in autostrada? UGO li accompagna in sicurezza”

La vostra azienda è nata nel 2018 come startup innovativa a vocazione sociale. La vostra vocazione sociale si esprime quindi nel sollevare le famiglie da parte dei compiti di cura, che spesso sono pesanti e impegnano molto tempo.
“Sì, ma non si ferma qui. Non vogliamo lasciare sole le famiglie che gestiscono carichi di cura e insieme garantire alle persone nella fragilità, dignità e indipendenza. UGO è un punto di riferimento sicuro. È un sostegno che va oltre il semplice servizio, un compagno di viaggio per chi usa il nostro servizio e un prezioso alleato per il nostro sistema socio assistenziale”

A pagamento.
“Sì. Siamo un’impresa. Abbiamo immaginato un servizio in grado di rivoluzionare l’assistenza leggera in modo scalabile e sostenibile. UGO si basa su qualità, tempestività, tracciabilità, scalabilità. Abbiamo un prodotto che richiede un team di sviluppo competente. Abbiamo processi su cui lavoriamo costantemente. Formiamo tutte le persone che lavorano come UGO e le paghiamo, non sono volontari. Essere un servizio a pagamento non significa non mettere al centro l’essere umano e le sue fragilità”

Uno degli scopi di questo blog è proprio quello di raccontare startup e imprese che creano impatto sociale stando sul mercato e lo fanno grazie al buon uso della tecnologia…è la tecnologia solidale, che cerca il profitto all’interno di uno scopo, del desiderio di un impatto positivo.
“La tecnologia ci permette di tenere questo insieme, di arrivare a tutti, in modo semplice e accessibile, di garantire il servizio. Però per noi la tecnologia non è il fine ma il mezzo”

Del resto siamo nel tempo in cui le piattaforme digitali stanno radicalmente cambiando l’organizzazione dei servizi alla persona. Ci sono piattaforme per chi cerca baby-sitter, badanti, medici, psicologi, pedagogisti, osteopati, logopedisti, nutrizionisti…Ivana Pais le ha studiate e mappate nel suo “Il welfare alla prova delle piattaforme. Lavoro e servizi di cura nella transizione digitale”
“Se vuoi, siamo un frutto di questa nostra epoca, mettiamo insieme due aspetti peculiari del nostro tempo: longevità e digitale. La grande innovazione di UGO sta nel “cosa” propone, ovvero un caregiver che non è più solo e sempre familiare, e nel “come” lo propone, ovvero grazie allo strumento tecnologico e ai parametri che questo abilita.”

Come reclutate e formate i vostri e le vostre UGO?
“Abbiamo un team dedicato alla selezione e una UGO Academy, costruita per formare i nostri caregiver. La peculiarità di UGO è anche questa: noi non raccogliamo su una piattaforma dei professionisti già operanti, noi costruiamo dal principio e gestiamo direttamente la rete.

Il nostro processo di selezione valuta hard e soft skills; un test attitudinale valida qualità come empatia, pazienza, propensione al benessere altrui. Molti UGO hanno sviluppato queste competenze grazie a esperienze personali di cura; noi li aiutiamo a trasformarle in una professione. I nostri UGO hanno un impatto significativo sulle famiglie che supportano; noi abbiamo un impatto significativo sulle vite dei nostri UGO: non è così semplice reinserirsi nel mercato del lavoro a 40, 50 o 60 anni. In UGO non abbiamo barriere anagrafiche di ingresso e siamo molto inclusivi.”

Sembra tutto troppo bello per essere vero. Che tipo di contratto offrite ai vostri collaboratori?
“Gli operatori UGO collaborano con la piattaforma senza vincoli di subordinazione. Operano con ritenuta d’acconto o con partita IVA. Sono autonomi nel gestire la propria agenda, possono accettare o meno ogni servizio e non hanno obblighi di disponibilità: né turni né ore minime. Noi lavoriamo sia con il privato cittadino che con le aziende. Nel primo caso gli operatori sono lavoratori autonomi e la piattaforma ha il solo ruolo di far incontrare domanda e offerta, trattenendo per sé una fee. Nel secondo caso invece, noi siamo fornitori di un servizio all’azienda e committenti per gli operatori.”

Naturalmente tutti i pagamenti sono tracciati e rendicontati al fisco…
“Naturalmente. La tecnologia, come nel caso di altre piattaforme, rende questo molto semplice. Portiamo online un servizio tipicamente offline e questo passa anche per il pagamento digitale, integrato in piattaforma, in totale contrapposizione ai contanti in nero tipici di servizi di assistenza informale. Vogliamo far emergere il sommerso e combattere la piaga del lavoro nero che flagella, fra i tanti, anche questo settore.”

Come funziona?
“Lo scenario più interessante da questo punto di vista è sicuramente il B2C ovvero dove l’utente privato acquista e paga il servizio. Funziona così: quando prenoto un servizio mi registro e inserisco il metodo di pagamento: una carta o bancomat. A fine servizio viene addebitato all’utente lo speso effettivo e contestualmente riceve il riepilogo dettagliato e la ricevuta. Nel caso delle forniture di servizio alle aziende invece si tratta di un classico giro di fatturazione”

Reclutare e formare le persone una a una comporta l’impiego di molto tempo e attenzione. Quindi immagino che non siate presenti in tutta Italia…
“Oggi siamo in 15 città italiane, da nord a sud. In futuro potremo aprire la piattaforma e lasciare che domanda-offerta si assestino organicamente su tutto il territorio nazionale ma fino ad oggi abbiamo scelto di controllare in modo diretto la presenza del servizio, per presidiare molto bene la qualità”

Le donne che fanno parte della vostra squadra hanno piacere di essere chiamate UGO? E da dove nasce un nome così insolito?
“Gli operatori e le operatrici sono in effetti “i nostri e le nostre UGO”. Questo nome nel corso del tempo per noi è diventato quasi neutro, identifica i caregiver. Tutti e tutte”

Non mi direte che UGO è in realtà un acronimo…
“UGO non è un acronimo. È semplicemente un nome. La persona, l’operatore, è sempre stato il cuore pulsante del servizio e alla sua nascita abbiamo scelto il nome che più ci evocava simpatia, fiducia, tradizione. Era un nome che ci metteva a nostro agio, proprio come noi avremmo voluto mettere a proprio agio i nostri utenti. E inoltre UGO fa ben capire che – anche se siamo molto serie – non ci prendiamo mai troppo sul serio.”

Sant’Ugo (memoria del vescovo di Grenoble, 1053-1132) si festeggia il primo aprile…
“…Sì ma noi non facciamo scherzi. Lavoriamo per essere un esempio di eccellenza, dimostrando che un approccio umano con l’aiuto della tecnologia può migliorare la qualità della vita delle persone”

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