INNOVAZIONE

12 startup italiane dell’automotive da tenere d’occhio nel 2024



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Dalla ricarica elettrica alla smart car, dall’intelligenza artificiale fino alla blockchain e gli NFT per le quattro ruote. Ecco 12 startup italiane che stanno portando innovazione nell’automotive

Aggiornato il 10 ott 2024



Startup automotive

Il ruolo delle startup italiane nella trasformazione dell’automotive è diventato sempre più centrale, con le grandi case automobilistiche in gara per accaparrarsi le novità realizzate da queste società. Il settore automotive è infatti in costante evoluzione: le automobili sono diventate mezzi digitalizzati e iperconnessi, aumentano i veicoli elettrici, destinati (dicono gli esperti) a diventare praticamente gli unici circolanti entro due lustri, e si lavora a una serie di innovazioni ancora da sviluppare come la guida autonoma (e semi-autonoma).

Le startup italiane dell’automotive

Sono diverse le startup italiane per up per l’automotive. Ne abbiamo selezionate 10, tenendo conto di una serie di elementi tra cui il livello di innovatività, la possibilità di scalare, la visione imprenditoriale, gli investimenti ottenuti, i riconoscimenti conseguiti.

Startup italiane automotive da tenere d’occhio nel 2024 per la possibilità di consolidarsi o emergere, dopo anni dedicati a ricerca, sviluppo e test. (Chi volesse segnalare altre startup interessanti attive nel comparto automotive può scrivere a redazione@economyup.it)

1. Kineton

Fondata a Napoli dall’ingegnere Giovanni Flengo nel 2016, Kineton è una scaleup hi-tech che nei suoi sei anni di vita ha aperto sedi anche a Milano e Torino, e offre servizi di ingegneria informatica attraverso la realizzazione di soluzioni innovative nei settori tecnologici principali: Media, Automotive, Telco, IoT, Gaming e Aerospace.

Il 95% dei ricavi arriva da questi ambiti (lavori di sviluppo, integrazione e servizi IT), mentre il restante 5% arriva da servizi di integrazione digitale e piattaforme pensate per il settore media in subscription fee, oltre a prodotti per la rivoluzionaria automobile Kinecar.

Contemporaneamente alle altre attività, infatti, la startup ha portato avanti per oltre due anni il progetto per realizzare la sua microcar innovativa full electric, concentrandosi su tre macro-ambiti: innovazione, mobilità sostenibile e sicurezza.

La Kinecar si pone come trait d’union fra il mondo media e quello automotive, superando il concetto di veicolo tradizionale in quanto vero e proprio “laboratorio di sistemi e servizi per la guida connessi e sicuri”: un ecosistema digitale dotato di tecnologie innovative per sicurezza e intrattenimento, che ha come target principale i giovani.

Presentata a dicembre 2021 durante la SMAU di Napoli, la Kinecar è dotata anche di un sistema integrato utile per raccogliere i dati del guidatore, conoscerlo e prevenire incidenti, oltre a monitorare la soglia d’attenzione di chi è al volante.

2. MegaRide

Nata nel 2016 come spin-off accademico della facoltà di ingegneria dell’Università Federico II di Napoli, MegaRide opera in un settore particolare dell’automotive: le gare motociclistiche e automobilistiche. La startup, co-fondata dal CEO Flavio Farroni insieme a Francesco Timpone e Aleksander Sakhnevych, si è immediatamente ritagliata un ruolo nelle competizioni motoristiche in diversi campionati, affiancando costruttori e produttori di pneumatici come Ducati (anche in MotoGP e Pirelli).

MegaRide, nome solo apparentemente anglofono, va invece pronunciato con l’accento sulla a come in italiano. Questo perché è stato scelto ispirandosi a uno dei simboli del capoluogo campano: l’isolotto su cui sorge Castel dell’Ovo.

La startup partenopea negli anni ha fatto incetta di premi internazionali, oltre a fatturare “dal primo giorno” senza ricorrere finora a finanziamenti e aumenti di capitale per scelta dei co-founder. Il motivo è semplice: MeGaRide ha realizzato un sistema con algoritmo integrato che raccoglie, elabora e integra i dati completi degli pneumatici studiandone e valutandone l’aderenza a seconda delle condizioni dell’asfalto.

Una soluzione che fornisce indicazioni utili per sfruttare al meglio il “grip”, ovvero l’aderenza al suolo delle gomme senza slittamenti in accelerazione. Uno degli aspetti principali per i successi (o meno) nelle competizioni a due e quattro ruote, che ha permesso a MegaRide di crescere e vincere nel 2020 l’Italian Master Startup Award, diventando una scaleup di successo.

3. VESevo

VESevo, acronimo di Viscoelasticity Evaluation System Evolved, è una tecnologia innovativa sviluppata dal Dipartimento di Ingegneria Industriale della Federico II di Napoli, in collaborazione con MegaRide, di cui è uno spin-off. Questa soluzione ha trasformato la ricerca teorica della scaleup partenopea in un’applicazione pratica cruciale per il setup di auto e moto da competizione. VESevo utilizza una combinazione di hardware e software per raccogliere dati sui singoli pneumatici, che vengono poi analizzati tramite un algoritmo per fornire un’analisi dettagliata delle loro proprietà fisiche. Queste informazioni aiutano i tecnici a prevedere il comportamento degli pneumatici in diverse condizioni e con usura progressiva, migliorando le prestazioni e la sicurezza. VESevo ha firmato accordi di collaborazione con team e costruttori di Formula 1, Formula E, MotoGP e NASCAR, e nel 2021 ha vinto l’Hardware Innovation of the Year all’Automotive Testing Technology International Award. Il lavoro di MegaRide e VESevo promette di trovare applicazioni future anche nella mobilità quotidiana, per migliorare gli standard di sicurezza stradale.

4. Reefilla

Reefilla, startup costituita ad aprile del 2021 da Marco Bevilacqua, Pietro Balda e Gabriele Bergoglio – tutti ex manager di FCA – ha come obiettivo quello di permettere di guidare un veicolo elettrico senza doversi curare della ricerca dei punti di ricarica grazie alle ricariche a domicilio (charge delivery).

L’idea alla base del progetto vuole porre rimedio a quello che attualmente è uno dei limiti principali dei veicoli elettrici in sede d’acquisto: il timore di restare appiedati per “mancanza di elettricità”.

Le tecnologie attuali, infatti, permettono di ricaricare un veicolo elettrico con tempi che oscillano da 30 a 450 volte in più di quanto necessario per un rifornimento di benzina su una vettura tradizionale prendendo in considerazione lo stesso percorso.

Inoltre, mancano i punti di ricarica, e in questo senso la proposta in modalità “as a service” di Reefilla risolve il problema. Poggiando su tecnologie di monitoraggio da remoto che raccolgono i dati sullo stato della batteria e lo stile di guida, Reefilla avverte l’automobilista quando la carica è inferiore al 20% offrendo la ricarica a domicilio. Se il conducente dà l’ok, comunica la posizione e attende l’arrivo del dispositivo e dei tecnici che la eseguiranno.

Una soluzione che poggia su un dispositivo tecnologicamente evoluto, con una piattaforma cloud IoT a gestire l’intero processo. Inoltre, il device ha un sistema di ricarica Fast Charge fino a 26kW, capace di garantire in 25 minuti un’autonomia massima di 120 km.

Incubata da I3P – Politecnico di Torino e accelerata da Motor Valley Accelerator e Plug&Play, Reefilla è attualmente in fase di test e il servizio sarà disponibile a Milano e Torino entro giugno 2022.

5. E-GAP

E-GAP propone un servizio di “charge delivery” per auto elettriche disponibile a Milano e Roma dal 2019 e sbarcato anche a Bologna a fine 2021. La società è nata dalle diverse e molteplici competenze di tre soci: il presidente e fondatore Eugenio de Blasio (pioniere della Green Economy ed ex CEO di gruppi quotati al Nasdaq), Daniele Camponeschi (ex CIO di Independent Power Producers) e Alessandro Di Michele (ex CFO di Borsa Italiana).

Il progetto, realizzato insieme al gruppo MetaSystem, facilita la ricarica delle auto elettriche consentendo all’utente di fruire di un servizio di ricarica che consente di lasciare il mezzo dove desidera. Fatto ciò, mediante un’app dedicata per smartphone è possibile “chiamare” un addetto che, dopo essersi recato sul posto con un mezzo apposito, provvede alla ricarica.

Diventato in breve tempo il primo operatore di ricarica mobile, on-demand e sostenibile per auto elettriche in Europa, E-GAP offre quindi un servizio di ricarica rapida itinerante che si distingue per le emissioni zero generate dai mezzi per la ricarica, ribattezzati e-van.

A breve disponibile anche in altre città italiane ed europee, la realtà italiana propone anche servizi aggiuntivi come, ad esempio, la riattivazione in emergenza del veicolo in autonomia. Ovvero senza bisogno che il richiedente si trovi sul posto, e quindi in modalità “on demand” al 100%.

Per preparare l’espansione e l’internazionalizzazione (partendo da Parigi), dal 2021 E-GAP sta ampliando la flotta dei mezzi utilizzati per fornire il servizio di ricarica elettrica a domicilio. Entro la fine del 2022 è previsto l’acquisto di 100 e-van, puntando poi ad avere una flotta a 500 mezzi per la “charge delivery” entro il 2024.

6. Novac

Novac è una realtà fondata nel 2020 a Modena da quattro under 30 ex studenti di ingegneria presso l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia con indirizzi focalizzati su veicoli, elettronica e materiali: Matteo Bertocchi (CEO), Loris Bruzzi (COO), Alessandro Fabbri (CIO) e Aldo Girimonte (CTO).

Nel 2018 i quattro co-founder hanno collaborato per realizzare un progetto innovativo in ambito automotive: lo spunto per realizzare un sistema in grado di ottimizzare le prestazioni e allungare il ciclo di vita delle batterie.

Dopo aver immediatamente ottenuto diversi riconoscimenti, Novac è stata selezionata per entrare nel percorso d’accelerazione del Motor Valley Accelerator, organizzato da Plug&Play e CDP Venture Capital.

La startup sta sviluppando una tipologia unica di supercondensatori allo stato solido e modellabili con tecnologia proprietaria. A inizio 2022 ha avviato il lavoro utile a realizzare un primo prototipo, ricevendo subito diverse proposte di partnership da costruttori di supercar.

La tecnologia innovativa di Novac, rivolta a segmenti di fascia alta, ha diversi settori di possibile applicazione: dalle hypercar (elettriche o ibride) a quello aerospaziale, passando per le imbarcazioni elettriche e mezzi di mobilità urbana.

Inoltre, stante l’assenza di liquidi, oltre a proporre supercondensatori ecosostenibili e con performance migliori, Novac risolverà i problemi di quelli già sul mercato, che a causa di costi elevati e potenziali rischi non hanno molto successo.

Candidandosi così a diventare un punto di riferimento in un settore che, secondo le stime di Novac arriverà a valere 2,4 miliardi in poco tempo.

7. 2electron

2electron 2electron è una startup fondata nel 2018 a Venaria Reale, come spin-off di Zender, un’azienda attiva da oltre 30 anni nel settore automotive e collaboratrice di marchi come Stellantis, Ferrari e Lamborghini. La missione di 2electron è combinare tradizione e innovazione per portare nei veicoli elettrici le stesse sensazioni di guida dei veicoli tradizionali con motori endotermici. La startup ha sviluppato una tecnologia proprietaria, denominata McFly, che permette di riprodurre prestazioni, suoni e vibrazioni tipiche dei motori tradizionali, sia su due che su quattro ruote. Questo approccio mira a superare l’ostacolo percepito dell’esperienza di guida nei veicoli elettrici, promuovendo così la transizione al full electric. Guidata dal CEO Francesco Spagnolo e dal CTO Jonathan Duò, 2electron beneficia del contributo di professionisti esperti nel settore. La tecnologia McFly consente ai motociclisti di scegliere la modalità di guida più gratificante tramite un’interfaccia dedicata, con nuove opzioni che verranno aggiunte alle due già disponibili.

8. Social Self Driving

Social Self Driving è una startup co-fondata nel 2021 dall’ingegnere Luigi Mazzola, ex membro del team Ferrari in Formula 1, con l’obiettivo di rivoluzionare l’esperienza di guida autonoma e semi-autonoma. L’innovativa piattaforma offre un marketplace virtuale dove gli utenti possono acquistare e installare sul proprio veicolo uno stile di guida ispirato a piloti, celebrità o anche a se stessi. La tecnologia sviluppata da Social Self Driving utilizza un data log per estrarre i dati di guida, che l’intelligenza artificiale trasforma in profili personalizzati. Questi profili possono essere applicati ai veicoli autonomi tramite un’app, rendendo l’esperienza di guida più coinvolgente. Con un brevetto esclusivo e dialoghi avviati con potenziali investitori, la startup si posiziona per sfruttare il crescente mercato delle auto autonome, previsto in forte espansione entro il 2030 secondo uno studio di McKinsey & Company.

9. Carchain

Carchain, fondata a Trieste nel 2020, è una realtà automotive che intercetta uno degli ultimi trend del settore, ovvero l’applicazione di blockchain e NFT.

Nata con l’intenzione di creare una piattaforma ad hoc per digitalizzare le automobili su blockchain mediante NFT, la startup è stata selezionata per l’edizione inaugurale di Motor Valley Accelerator per poi entrare nel programma di accelerazione B-Hub blockchain for Europe e ottenere il primo investimento.

Alla base dell’iniziativa imprenditoriale partita dal fondatore argentino Lisandro Espindola c’è un problema atavico che caratterizza il mercato delle auto usate: il rischio di incappare in veri e propri “bidoni” quando si sceglie di comprare un veicolo di seconda mano.

Per risolverlo Carchain ha realizzato uno strumento di controllo e verifica dei veicoli usati utile a rendere trasparente le compravendite: una piattaforma che consente di creare un’identità digitale per le automobili su blockchain sfruttando i Non Fungible Token in modo da tracciare e verificare condizioni e valore del veicolo dall’uscita dal concessionario alla rottamazione.

La startup crea un NFT associandolo a un veicolo attraverso il numero identificativo univoco (VIN) dello stesso, per poi collegarvi informazioni e documenti relativi a utilizzo, manutenzione, chilometraggio e altri dettagli.

Carchain permette ai produttori di creare autonomamente identità digitali, mentre i singoli utenti possono farlo con un codice QR da applicare all’automobile che consente di visualizzare le informazioni a un possibile acquirente.

10. Zeds

ZEDS è una soluzione innovativa ideata per eliminare le emissioni prodotte dai sistemi frenanti nei veicoli elettrici, sviluppata all’interno del Politecnico di Torino. Fondata nel 2021, ZEDS è l’acronimo di Zero-Emissions Driving System e nasce da una riflessione del gruppo di ricerca Veicoli Elettrici e Ibridi Innovativi, operativo da circa dodici anni al Politecnico. Il progetto è guidato da Giovanni Imberti, Assegnista di Ricerca, insieme al ricercatore Henrique De Carvalho Pinheiro e al Professore Associato Massimiliana Carello. ZEDS si propone di rendere le auto elettriche un mezzo di trasporto ancora più sostenibile, affrontando le emissioni secondarie derivanti dal sistema frenante, che costituiscono oltre il 30% del particolato metallico emesso dai veicoli.

11. LIFT Energy

LIFT Energy è uno spin-off del Politecnico di Milano che ha sviluppato una tecnologia innovativa per rendere ricaricabili le batterie al litio-metallico, offrendo una soluzione più leggera e performante rispetto alle tradizionali batterie agli ioni di litio. Il progetto ha origine nel dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica del Politecnico e viene successivamente validato all’interno del PoliHub. L’idea nasce dall’incontro tra Maurizio Sansotera, chimico e attuale Presidente, ed Eugenio Gibertini, elettrochimico e CTO, che si concentrano sulla stabilizzazione del litio. Piergiorgio Marziani, ingegnere dei materiali e CEO, si unisce al team, riconoscendo il potenziale di applicazione pratica nel settore delle batterie per auto elettriche. La fase sperimentale inizia nel marzo 2020, poco prima del lockdown, dimostrando la validità della tecnologia. LIFT Energy partecipa con successo al programma di accelerazione Switch2Product del PoliHub e si aggiudica un grant da Eni Joule. Emanuele Franceschini, inizialmente mentor, diventa CFO, contribuendo a trasformare il progetto in un’iniziativa imprenditoriale di successo. La startup ottiene anche l’accesso alla finale dell’IPA Award 2021, grazie al brevetto alla base della sua tecnologia.

Easyrain, startup che si occupa di sicurezza nell’automotive, ha ottenuto un aumento di capitale di 5,8 milioni di euro da parte di investitori quali Progress Tech Transfer, Indaco Ventures Partners SGR, LIFTT e Equiter. Questo nuovo round è il terzo dalla fondazione di Easyrain, per complessivi 15,8 milioni di euro.

12. Easyrain

Fondata nel 2013 da Giovanni Blandina con l’obiettivo di ridurre le vittime su strada e salvare vite in condizioni di guida su fondi a bassa aderenza, Easyrain sviluppa un intero ecosistema articolato in tre aree: quella hardware, composta dal AIS; quella software, dal DAI; e quella cloud, dall’ERC. Ha ottenuto diversi premi, compresa la vittoria del premio assegnato dal CLEPA (l’associazione europea dei fornitori per l’industria dell’auto) alle PMI nell’ambito della sicurezza stradale.

Easyrain è stata invitata al Future Lab del Goodwood Festival of Speed e inserita fra le 10 Most Innovative Companies del 2023 da parte del magazine Digital First.

(Articolo aggiornato al 10/10/2024)

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