È ufficiale: le auto a guida autonoma possono circolare in Europa. Dal 14 luglio è entrato in in vigore l’articolo 34 bis della Convenzione di Vienna sulla circolazione stradale sottoscritta dagli Stati dell’Unione Europea, che fa uscire ufficialmente dallo stato sperimentale gli Adas (Advanced Driver Assistance Systems), permettendo la circolazione su strada di veicoli self-driving.
Che cosa dice, e cosa significa concretamente?
Guida autonoma in Europa: cosa dice la normativa
Il nuovo articolo 34-bis della Convenzione di Vienna sulla circolazione stradale sancisce l’acquisizione – al linguaggio normativo paneuropeo comune paneuropeo e non solo – della nozione di “sistema di guida automatica”.
Precisamente stabilisce che “il requisito che ogni veicolo o combinazione di veicoli in movimento deve avere un conducente è considerato soddisfatto quando il veicolo utilizza un sistema di guida automatica” conforme a regolamentazioni tecniche nazionali, a qualsiasi strumento giuridico internazionale applicabile o alla legislazione nazionale che ne disciplina il funzionamento.
Questo significa che, secondo la normativa Europea, un veicolo senza conducente può circolare su strada. Non sovrascrive però automaticamente il Codice dei singoli Paesi, che dovranno essere adeguati a questa nuova direttiva.
Il via libera dall’Europa, quindi, è soltanto un primo step. Ora ogni Paese dovrà recepire la normativa e inquadrarla nel proprio quadro legislativo, operazione che potrebbe ancora richiedere molto tempo.
Il quadro normativo in Italia
Ad oggi, il Codice della Strada italiano non prevede la nozione di veicolo senza conducente, anzi, la normativa non consente l’ingresso sul mercato di mezzi con guida autonoma di livello superiore a 1 o 2, sarebbe a dire la semplice assistenza alla guida.
Un mezzo dotato di tecnologie capaci di adottare comportamenti di guida senza l’intervento attivo di un pilota, quindi non è attualmente omologabile.
In passato l’Italia è stata più lenta di altri paesi europei nell’introdurre una normativa specifica sui veicoli autonomi, con la prima svolta nel Decreto Smart Road del 2018. Il Decreto ha predisposto alcune regole per testare i veicoli a guida automatica su strade pubbliche, oltre a fornire una corretta definizione di “auto senza conducente” e istituire un Osservatorio tecnico per coordinare le sperimentazioni e sostenere ricerche e studi soprattutto per i profili di sicurezza stradale.
Quali le conseguenze della nuova normativa?
È presto per capire le conseguenze che questo primo passo avrà sul settore dei veicoli autonomi, ma già possiamo tracciare alcune traiettorie.
La Global Guide to Autonomous Vehicles 2022 realizzata da Dentons ha esaminato, grazie al contributo di un panel internazionale, come si stanno organizzando undici Paesi – tra i quali l’Italia – a livello politico, normativo e legale, oltre a misurare quali siano le trasformazioni e gli sviluppi di maggiore impatto sulla mobilità globale.
A livello di impatto, dallo studio è emerso che l’utilizzo della guida autonoma porterà le maggiori trasformazioni nell’ambito del trasporto merci, del trasporto su strada e nel platooning.
Per quanto riguardo le applicazioni consumer della tecnologia driverless, per il 41% degli intervistati la prima applicazione sarà il trasporto e la consegna di beni di consumo tramite robot. Quasi un terzo, invece, indica anche in questo caso la consegna di merci, il trasporto su strada e il platooning.
Un Orientamento sostenuto in particolare dagli intervistati del settore automotive, un terzo dei quali si aspetta che il “trasporto robotizzato di beni di consumo” sarà il primo utilizzo della tecnologia di guida autonoma a essere diffuso e adottato dai consumatori. Più di metà, tuttavia, punta invece sulle flotte di robotaxi.
I temi da affrontare
L’adozione dei veicoli autonomi pone non pochi ostacoli dal punto di vista legale e normativo. Sempre secondo lo studio di Dentons, per il 70 % del panel la sicurezza dei passeggeri è al primo posto tra i temi da affrontare, seguono gli aspetti di cybersecurity, la responsabilità del costruttore. Agli ultimi posti il quadro di riferimento legislativo in tema di licenze e registrazione dei veicoli a guida autonoma e degli operatori del settore oltre agli aspetti di data privacy dei consumatori.
Da non sottovalutare poi il tema della responsabilità in caso di incidente e copertura assicurativa, aspetti tuttora in discussione e per la maggior parte ancora non normati.
Guida autonoma in Europa: quando circoleranno le auto?
Di certo, la strada è ancora lunga prima di vedere auto senza conducente viaggiare sulle nostre strade.
Per il 65% degli intervistati vi sarà una diffusione di veicoli autonomi di livello 3 – il primo livello della vera automazione, in cui l’auto sostituisce completamente il guidatore per una serie di manovre ma con il pilota sempre attento e pronto a subentrare in qualsiasi momento in caso di pericolo – già entro i prossimi 5 anni, entro 10 invece per il 94%.
Più lontano il target del livello 4, in cui l’auto è in grado di capire e monitorare l’ambiente esterno e potrà regolare frenate, accelerazioni e direzioni controllare, mentre il guidatore potrà riprendere il controllo dei veicoli guida autonoma in qualsiasi momento. Solo per il 22% del panel questo livello verrà raggiunto entro i prossimi 2-5 anni, la maggioranza (46%) ipotizza almeno tra i 6 e i 10.
Lontana più di un decennio per il 69% degli intervistati l’autonomia di livello 5, in cui l’auto a guida autonoma sarò in grado di scegliere il percorso, regolandone velocità, frenata e direzione in qualsiasi scenario, elaborando situazioni complicate e complesse senza richiedere mai l’intervento di un essere umano.