MOBILITÀ SOSTENIBILE

Ricarica auto elettrica a casa: come farla, tempi e consumi

La maggior parte dei possessori di auto elettriche utilizza la corrente domestica per la ricarica delle batterie. Ecco quali sono i sistemi utilizzabili, quanto tempo occorre e quali sono i consumi di energia elettrica. L’opzione “green” in abbinamento a un impianto fotovoltaico

Pubblicato il 25 Lug 2022

Ricarica auto elettrica casa

È possibile ricaricare la propria auto elettrica a casa? La risposta, come molti già sanno, è sì. Complice la difficoltà di trovare infrastrutture di ricarica adeguate, infatti, circa l’80% delle ricariche di auto elettriche avviene da casa. Questo significa che è importante assicurarsi di avere la tecnologia giusta per rendere il collegamento il più rapido ed economico possibile. Ecco una mini-guida per rispondere alle principali domande sui diversi metodi di ricarica.

Come si ricarica un’auto elettrica a casa?

Esistono due opzioni per la ricarica dell’auto elettrica a casa. È possibile utilizzare il caricabatterie lento fornito con il veicolo (montato all’interno) o predisporre una wallbox domestica.

Presa di corrente comune

Il primo sistema, detto anche “trickle”, utilizza una spina standard a 3 poli per prelevare energia dalla rete elettrica domestica attraverso una comune presa; è semplice da usare ed estremamente portatile. Tuttavia, con le dimensioni delle batterie in continuo aumento, queste unità possono richiedere più di 24 ore per fornire una carica completa. Per questo motivo, i produttori ne raccomandano l’uso solo in casi di emergenza. La potenza di carica del caricabatteria interno all’auto è di circa 3 kW; quindi, occorre tenere presente la potenza massima disponibile in base al contratto con il fornitore di energia elettrica, oltre, ovviamente, al consumo (vedi più avanti).

L’auto elettrica si può collegare al contatore esistente, non serve una contabilizzazione separata né autorizzazioni da parte del gestore della rete. Qualora la potenza installata non fosse sufficiente per caricare il veicolo, bisognerà procedere alla richiesta di aumento di potenza del contatore, portandolo dai 3 kW standard a 4,5 o 6 kW. In gran parte, comunque, è possibile soddisfare le esigenze di ricarica dell’auto elettrica con una potenza di 3 kW. Qualora si volesse stipulare una nuova utenza dedicata alla carica della batteria occorre mettere in conto un notevole sovrapprezzo, dovuto alla maggiorazione dei costi per la parte fissa e non a consumo.

Per aumentare l’affidabilità è consigliabile acquistare un cavo ICCB (In Cable Control Box) per la ricarica in assenza di stazione a parete.

Wallbox

Se si utilizza il veicolo elettrico quotidianamente è consigliabile, perciò, installare un caricabatterie wallbox (detto anche “home station”). Si tratta della soluzione più diffusa e più consigliata per la ricarica domestica. La wallbox può essere montata all’esterno, su una parete dell’edificio, o in un garage, ed è in grado di garantire tempi di ricarica più rapidi in modo sicuro e affidabile. Il caricabatterie wallbox è facile da usare e, se installato al chiuso, evita di portare cavi al di fuori della casa.

I caricabatterie wallbox variano in potenza e possono caricare le auto tra 20 e 100 chilometri circa di autonomia all’ora; dato che la maggior parte delle auto elettriche ha un’autonomia di 300-500 chilometri, la maggiore velocità di carica significa solo 3,5 ore di ricarica per riempire una batteria quasi scarica. Occorre tenere presente, però, che una batteria più piena si carica più lentamente di una vuota; quindi, i primi 80 chilometri di autonomia potrebbero richiedere solo due o tre ore, mentre l’ultimo 20% richiederà molto più tempo. Il consiglio, anche con una wallbox, è quindi di mettere in carica la batteria durante la notte.

Wallbox connected Ford

Una wallbox è essenzialmente un caricabatterie autonomo, cablato direttamente nella rete elettrica domestica. Come suggerisce il nome, viene montato a parete e consente di collegare rapidamente e facilmente l’auto per caricare la batteria. È possibile acquistare unità di ricarica rapida che riducono il tempo di ricarica. Esistono anche unità “intelligenti” che è possibile programmare da remoto per caricare solo in determinati momenti (ad esempio quando la tariffa elettrica è più economica) e che possono condizionare la batteria per aumentarne la durata.

La maggior parte delle unità wallbox sono caricabatterie veloci, che forniscono elettricità a una potenza di 7 kW; sono disponibili anche caricabatterie da 3 kW, più semplici ed economici ma, ovviamente, più lenti.

Perché la ricarica domestica senza wallbox è più lenta?

La risposta sta nel fatto che la rete elettrica fornisce corrente alternata, mentre la batteria deve essere ricaricata con corrente continua. Se non si utilizza una wallbox, la corrente alternata della rete deve essere convertita in continua dal caricatore integrato nel veicolo, per consentire la ricarica della batteria. Poiché le dimensioni del caricatore integrato devono tenere conto dei vincoli di spazio, l’energia che riescono a fornire alla batteria è relativamente bassa. Per questo la ricarica è in genere più lenta.

Una wallbox, per contro, è un caricatore veloce in corrente continua, che bypassa il caricatore integrato del veicolo, alimentando direttamente la batteria. Non essendo integrato nel veicolo non ha limiti di spazio o di costi, di conseguenza la ricarica è molto più rapida.

I due sistemi di ricarica domestica a confronto: a sinistra la corrente alternata (ricarica lenta), a destra la corrente continua (ricarica veloce)

Quali sono i consumi stimati per una ricarica elettrica a casa?

Sul consumo relativo alla carica domestica delle batterie di un’auto elettrica influiscono principalmente due variabili: il modello del veicolo e la grandezza della batteria. Maggiore è la dimensione della batteria e maggiori diventano autonomia e consumo. I consumi sono determinati dal rapporto tra km e kWh (chilometri e chilowattora, l’unità di misura del consumo elettrico), che è equiparabile a quello chilometri/litro nei veicoli a benzina. Le auto elettriche attualmente in commercio percorrono tra i 300 e i 500 chilometri con il massimo della carica e hanno un consumo compreso tra 6 e 8 km/kWh. Considerando che per una potenza installata di 3 kW, il costo di un kWh si attesta intorno a 0,20 euro, con 1 euro si percorrono quasi 40 chilometri.

Impianto fotovoltaico: posso usarlo per ricaricare l’auto elettrica a casa?

Utilizzare un impianto fotovoltaico per ricaricare la batteria dell’auto elettrica è il modo più “green” di entrare nel mondo della mobilità elettrica. Ricaricare la batteria nel garage di casa o sotto la pensilina per auto utilizzando l’energia fornita dai pannelli fotovoltaici è di sicuro il sistema più economico per viaggiare. Va tenuto conto, però, che solo circa un quarto dell’energia solare può essere utilizzata direttamente, perché il sole è presente nelle ore della giornata in cui l’auto viene maggiormente utilizzata. Per ovviare a questo inconveniente si utilizza un accumulatore di energia elettrica, ovvero una grande batteria che durante il giorno accumula l’energia elettrica prodotta dai pannelli per rilasciarla di notte per ricaricare l’auto elettrica. In media, la presenza di un accumulatore aumenta il consumo di energia propria almeno del 50%, riducendo contemporaneamente del 60% l’acquisto di energia prodotta da altri fornitori. Secondo la società di ricerche di mercato “EUPD Research”, la presenza di un impianto fotovoltaico dotato di batteria di accumulo influisce anche sulle intenzioni di acquistare un’auto elettrica. La potenza annua di un impianto fotovoltaico da 3.000 kWh (chilowattora) può fornire l’energia elettrica sufficiente a far percorrere a un’auto elettrica circa 14.000 chilometri a emissioni zero.

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Pierluigi Sandonnini
Pierluigi Sandonnini

Ho una formazione ibrida, tecnologica e umanistica. Nuove tecnologie I&CT e trasformazione digitale sono i miei principali campi di interesse. Ho iniziato a lavorare nella carta stampata, mi sono fatto le ossa al Corriere delle Telecomunicazioni negli anni a cavallo del Duemila. Collaboro con Digital360 dal 2020

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