Si conferma sempre più stretto il rapporto tra mondo delle assicurazioni e IoT.
Così come sono state le compagnie assicurative a interpretare da subito il fenomeno delle auto connesse, adesso le nuove soluzioni per la gestione dei dati prodotti dall’IoT per nuovi mercati come la Smart Home, consentono al mondo insurance lo sviluppo di nuovi servizi e la creazione di nuovi modelli di business. Questo rapporto tra IoT e assicurazioni trova nuove conferme anche nella ricerca dell’Osservatorio IoT della School of Management del Politecnico di Milano.
Le utility e le auto connesse sono i motori principali nello sviluppo del mercato IoT che con un 30% di crescita arriva a 2 miliardi di euro di giro d’affari. E “dietro” alle auto connesse c’è anche la strategia delle compagnie assicurative che hanno contribuito alla crescita del settore nel 2015 per il 24% e che troverà nuovo slancio nel 2016. Soprattutto se si pensa che una nuova auto su cinque immatricolata in Italia è adesso già dotata di connettività nativa a bordo. Questo scenario apre a nuove logiche di mercato da parte degli attori del mondo Smart Car: dalle assicurazioni appunto ai produttori, dalle reti di assistenza agli operatori telematici. Da sottolineare poi che se si uniscono i valori delle utility e delle auto connesse si arriva a un volume di 1 miliardo di euro, vale a dire il 50% di tutta l’IoT italiana.
Il grande tema è poi quello dei dati e Angela Tumino, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things, osserva che “la chiave di volta per tanti nuovi servizi è proprio nella possibilità di disporre di dati sempre più accurati e dettagliati che consentono di avviare nuove modalità di business. Alla fase che ha visto la focalizzazione dell’IoT sul miglioramento dei processi aziendali, sulla riduzione dei costi e sulla ricerca di una maggiore efficacia verso i clienti, c’è adesso la fase che permette di attivare modelli di business, in particolare nella direzione del “Pay per Use””. Per continuare a leggere l’articolo clicca qui