La storia

Industria 4.0, così la startup Safen sta rivoluzionando l’automotive torinese

La società, fondata da Matteo Martinelli, realizza soluzioni innovative per il risparmio energetico nel campo dell’ingegneria fluidomeccatronica che, oltre a recuperare fino all’80% dell’energia utilizzata, permettono di applicare lo smart monitoring nei processi industriali. Risultati: bolletta più bassa e manutenzione preventiva

Pubblicato il 27 Feb 2017

industria-170210170138

“Ero precario da 6 anni, in balia della decisione semestrale dell’università di rinnovarmi il contratto o meno. Un giorno è arrivato in ufficio un tizio di I3P, incubatore di impresa di Torino, per chiedermi idee innovative da sviluppare. Era il 2009. Mi sono ricordato di un vecchio progetto che avevo lasciato nel cassetto”.

Matteo Martinelli, 40 anni, ricorda così la nascita di Safen, startup che realizza soluzioni innovative per il risparmio energetico nel campo dell’ingegneria fluidomeccatronica, utilizzate dai principali player dell’automotive torinese.

Ingegnere e dottore di ricerca in ingegneria meccanica, dopo l’incontro con il responsabile dell’incubatore torinese,

Matteo Martinelli, founder di Safen

contatta l’amico e collega Ivan Zambon, stessa età e stessa passione per l’ingegneria. “Nel 2006 in palestra, io e Ivan stavamo facendo un test per misurare la capacità polmonare degli atleti e abbiamo iniziato a pensare a come costruire un volume in maniera più semplice. Da quell’idea, poi, è nata l’attuale Safen, i cui dispositivi sono stati adottati non nell’ambito sportivo ma in quello del lavoro e dell’industria 4.0” continua Martinelli.


Partecipa all’evento la Via italia all’Industry4.0: clicca qui per registrarti

L’aria compressa è uno dei principali vettori energetici nello stabilimento industriale: stazioni di lavoro e linee di produzione utilizzano l’energia contenuta nell’aria compressa per azionare getti d’aria, cilindri, ventose e altro – spiega l’imprenditore – . La soluzione proposta da Safen, il cui nome vuol dire safe energy, permette di monitorare cicli di lavoro e consumi, di agire tempestivamente per la manutenzione, di recuperare, grazie allo pneumotrasformatore, fino all’80% dell’energia utilizzata, e di ottimizzare il processo di produzione. Il risultato è una bolletta elettrica molto più bassa”.

Industria 4.0, una sfida per gli imprenditori e la loro capacità di fare innovazione

Il team di Safen

Fondata nel marzo 2011, Safen riceve un finanziamento seed di 150mila euro per il 20% della società da CLN, gruppo industriale attivo nella lavorazione di componenti metallici per il settore automotive, e realizza tre prodotti industriali installabili nelle principali utenze pneumatiche: Crov, un kit per cilindri pneumatici che permette fino all’80% di risparmio sul consumo energetico, Uget, ugelli pneumatici che permettono di risparmiare fino al 40% di energia, e Siven, dispositivo per l’ottimizzazione del consumo delle ventose.

Industria 4.0, Italia ottimista sugli effetti per l’occupazione

E proprio grazie a questi dispositivi Safen è oggi attiva nel settore dell’industria 4.0. “Ogni nostro dispositivo è composto da una parte meccanica e da una parte elettronica che gestisce le fasi di recupero energetico. La parte elettronica permette, grazie a una trasmissione wi-fi, di monitorare in tempo reale il consumo e lo stato di salute del cilindro. Si tratta quindi di manutenzione preventiva e smart monitoring” continua Martinelli.

Leggi tutti gli articoli sull’industria 4.0

Oggi Safen ha un fatturato di 250mila euro, un team di sei persone, e vuole giocarsi la sua partita in un mercato enorme: “Solo in Europa vengono venduti annualmente 8 miliardi di dispositivi e cilindri di questo tipo” dice Martinelli. Che è alla ricerca di “finanziamenti e partner industriali che ci aiutino a brandizzare i dispositivi”.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati

Articolo 1 di 4