innovazione

I 7 trend tecnologici del 2016

Dalla crescita delle interfacce vocali (veloci, facili ed economiche) a una comunicazione basata più sui video e meno sui testi (cresce Snapchat e scompaiono gli sms), dalle smart car alla pubblicità online: secondo Mary Meeker, venture capitalist ed ex analista di Wall Street, Internet e le innovazioni hi-tech stanno cambiando abitudini e stili di vita. Ecco come

Pubblicato il 15 Giu 2016

Crisi big tech

Il 42% della popolazione mondiale è connessa a Internet, e i giganti del web continuano inesorabilmente a crescere, mentre i colossi dei settori non-tech stanno sempre più acquisendo aziende tecnologiche per sostenere la loro crescita e la transizione al mondo digitale. Sono alcuni dei fatti-chiave presenti nel report Internet Trends 2016 di Mary Meeker, venture capitalist (partner di Kleiner Perkins Caufield & Byers, notissima azienda di venture capital della Silicon Valley) ed ex analista di Wall Street divenuta leggendaria proprio grazie ai suoi report su internet e le nuove tecnologie. Tanto da essere citata da Forbes come 77esima donna più potente del mondo.

1. Smartphone, rallenta la crescita – Secondo lo studio, che analizza i trend di come si sta evolvendo la tecnologia, la crescita degli smartphone sta rallentando (anche perché nei Paesi più poveri il costo è sproporzionato rispetto al reddito: in Etiopia serve il 47,6% del reddito medio annuale per acquistarne uno, contro lo 0,9% dell’Italia), e mentre Android guadagna quote di mercato su iOS, il prezzo medio di vendita dei dispositivi che montano il sistema operativo del robottino sta rapidamente declinando. Android è quindi una piattaforma sempre più attrattiva per gli sviluppatori ma sempre meno lucrativa per i produttori hardware.

► 2. Cina e Asia i mercati favorevoli per le compagnie tecnologiche – Per quanto riguarda il 58% di popolazione mondiale ancora non connessa, la maggiore barriera risulta essere infrastrutturale: mancano le reti ad alta velocità e gli incentivi per costruirle, mentre l’analfabetismo digitale è un problema solo e unicamente nelle aree più remote del pianeta. E mentre in America e in Europa le infrastrutture sono mediamente buone, in Asia spesso sono molto carenti. Ma proprio lì si trovano le nazioni che hanno ormai la maggior crescita di Pil, ed è quindi in Cina e nell’Asia emergente che le compagnie tecnologiche troveranno un mercato più favorevole, più che nel Vecchio Continente e negli States. Dove, invece, il futuro dell’economia non sembra tanto roseo, e proprio per questo e per i crescenti rischi, saranno le nuove aziende e le startup che ruotano attorno al mondo di Internet ad avere maggiore successo.

► 3. Pubblicità: il futuro è web e mobile – Diverso il discorso per quanto riguarda il mondo della pubblicità online, che continua a essere trainato dagli Usa, dove leader del mercato è Google con 30 miliardi di dollari (+18% nel 2015 rispetto al 2014), ma a far registrare la maggiore crescita è Facebook, con un fatturato in crescita del 59%. Gli investitori, comunque, secondo il rapporto non hanno ancora capito che il futuro è altrove, e spendono ancora troppo del loro budget in carta stampata, radio e TV e troppo poco sul web e, soprattutto, sul mobile. Per questo le aziende che stanno già aggredendo il settore della comunicazione online avranno maggiori benefici quando gli investitori si accorgeranno dell’errore spostando le loro campagne sulle nuove piattaforme. L’altra faccia della medaglia è però rappresentata dagli adblocker, che vengono adottati da sempre più utenti (+94% in Cina e India nell’ultimo anno): i pubblicitari devono quindi imparare a essere meno invasivi, a offrire un prodotto con forti caratteristiche di intrattenimento e soprattutto a servirsi del marketing mirato e non più di quello generalizzato.

► 4. Come cambia il commercio – Internet ha cambiato e sta cambiando anche il commercio: la Rete consente infatti a prodotti generici di diventare oggetti di massa. Così i brand online reagiscono creando anche negozi fisici, i grandi commercianti al dettaglio sbarcano su Internet e soprattutto sul mobile, e i produttori ottimizzano le loro linee di produzione grazie ai feedback ottenuti dai clienti.

5. Cambia la comunicazione: più video, meno testi – In questo panorama sta evolvendo anche il modo di comunicare: cresce infatti a dismisura la visualizzazione di video (che sempre più spesso diventano virali) a discapito dei testi, e in parallelo crescono anche piattaforme come Facebook (8 milioni di video visti al giorno), Snapchat (10 milioni) e Instagram, mentre calano Twitter e LinkedIn. Gli utenti continuano però a condividere anche le fotografie, il cui numero cresce di giorno in giorno e di anno in anno. In tema di messaggistica, il leader incontrastato resta WhatsApp, seguito da Facebook e da WeChat, mentre Google è ormai fuori dalla corsa. Così come le piccole realtà e le molte startup che avevano scommesso su prodotti di questo tipo (e sugli SMS, ormai quasi completamente abbandonati).

6. Più interfacce vocali, meno tastiere – Per chi ha perso il treno o sbagliato scommessa, la Meeker indica però una strada per aprirsi una porta verso il futuro: il domani, sostiene l’analista, è della voce. Perché sono le interfacce vocali la grande opportunità di domani: già ora, su piattaforma Android, una ricerca su 5 è vocale, con una crescita esponenziale negli ultimi tre anni. E anche lo sviluppo dell’IoT e delle smart car, che difficilmente hanno tastiere come interfaccia di input, spingono nella direzione della voce. Che è più veloce, più facile, più personalizzabile e più economica di una tastiera.

7. Smart Car e Car sharing – Per quanto riguarda le smart car, infine, la spinta innovatrice di Tesla e Google, secondo l’analista, potrebbe far tornare gli Usa patria dell’industria dell’automobile. Anche perché i legislatori americani stanno abbracciando questo settore più velocemente di quanto abbiano fatto in passato con altre tecnologie innovative. In parallelo, però, le auto private diminuiranno, mentre diventeranno sempre più popolari formule di sharing come UberPool e la stessa Uber.

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