DXC Technology sta contribuendo alla corsa verso l’auto a guida autonoma di BMW.
La società internazionale che fornisce servizi IT end-to-end ha firmato un accordo di supporto allo sviluppo di veicoli autonomi da parte di BMW attraverso la piattaforma Performance D3. DXC fornisce servizi che aiutano a realizzare e semplificare l’analitica dei dati e la formazione algoritmica per ridurre i tempi e i costi dello sviluppo di veicoli autonomi.
Che cos’è e come funziona l’auto a guida autonoma
Un’auto a guida autonoma è un veicolo che utilizza una combinazione di sensori, telecamere, radar e intelligenza artificiale (AI) per spostarsi tra diverse destinazioni senza necessità di intervento umano, su strade che non siano state pre-adattate allo scopo. Nel mondo dell’automotive è stata adottata una scala di classificazione da 0 a 5 che permette di valutare il livello relativo di automazione di ciascun veicolo.
-Livello 0, Nessuna automazione: è l’auto tradizionale, in cui il conducente controlla l’auto senza alcun tipo di supporto da parte di un sistema di assistenza alla guida.
– Livello 1, Assistenza alla guida: sono presenti ausilii cruise control adattivo, controlli elettronici di stabilità del veicolo (ESC), il supporto dinamico di frenata, i sistemi di mantenimento della corsia di marcia
– Livello 2, Automazione parziale: ci sono almeno due funzioni primarie automatiche di controllo del veicolo che agiscono congiuntamente (ad esempio cruise control adattivo combinato con il lane centering) e consentono al guidatore di cedere il controllo di alcune funzioni in situazioni limitate.
– Livello 3, Guida autonoma limitata: il guidatore può cedere al sistema di guida autonoma il pieno controllo delle funzioni critiche di sicurezza, ma limitatamente a precise condizioni di traffico e ambientali.
– Livello 4, Automazione elevata: si tratta di una guida autonoma sostanzialmente piena, in cui il veicolo può svolgere tutte le funzioni critiche di sicurezza e monitorare costantemente le condizioni della strada per l’intero viaggio, ma non in condizioni meteo estreme.
– Livello 5, Automazione completa: è richiesta solo l’indicazione della destinazione e l’avvio del sistema, senza altro intervento da parte del guidatore, in tutte le casistiche possibili.
Come contribuisce DXC alla guida autonoma di BMW
La piattaforma BMW Group High Performance D3 supporta il programma di sviluppo di veicoli autonomi, raccogliendo enormi quantità di dati da viaggi su strada forniti dalla flotta globale BMW usata per le prove. Utilizzando la soluzione digitale di DXC, i team di ricerca e sviluppo di produzione di BMW saranno in grado di raccogliere, conservare e gestire dati di sensori di veicoli in secondi invece che in giorni o settimane, accorciando così la durata dei cicli di sviluppo della guida autonoma.
Da DXC più “velocità” agli algoritmi
“I prossimi 5 anni saranno essenziali per la tecnologie e gli ecosistemi di partner nell’industria dell’automotive” ha detto Edward Ho, Executive Vice President e General Manager, Offerings, di DXC Technology, a proposito dell’accordo tra la sua società e BMW. “DXC accoglie l’opportunità di collaborare con il gruppo automobilistico per far progredire le capacità di sviluppo della guida autonoma. Con la piattaforma e i tool forniti da DXC, gli ingegneri di BMW possono accelerare in modo significativo l’ingegnerizzazione e il testing degli algoritmi per l’autonomous driving”.
“La guida autonoma è al cuore della strategia del Gruppo BMW denominata NUMBER ONE > NEXT” afferma Alejandro Vukotich, Senior Vice President di Autonomous Driving e Driver Assistance di BMW Group. “DXC supporterà fortemente il nostro impegno a massimizzare l’innovazione, cosa di cui beneficeranno i nostri clienti. Con i servizi gestiti, saremo in grado di incrementare la soluzione per sostenere il prossimo stadio della futura piattaforma per la guida autonoma di BMW”.
DXC E l’Autonomous driving: come funziona DXC Robotic Drive
DXC è impegnata a implementare ricerca e sviluppo sulla guida autonoma. Un esempio è DXC Robotic Drive, che accelera rapidamente il processo di sviluppo dell’autonomous driving, dalla raccolta, immagazzinamento e analisi dei dati allo sviluppo di conoscenze evolute. Costruito in un ecosistema open-source, è accessibile on-premise o sul cloud o in un ambiente ibrido, consentendo ai workload di essere trasferiti velocemente. Gli ingegneri possono lavorare in modo collaborativo e agile indipendentemente dalla località geografica in cui si trovano. Utilizzando una singola piattaforma per lo storage, il processamento e la formazione si possono ridurre costi e complessità. I dati possono essere raccolti a livello globale ma monitorati a livello centrale, massimizzando l’efficienza e riducendo i costi.
Della piattaforma DXC Robotic Drive e del suo toolkit fanno parte digital analytics, cloud e platform services, oltre a sicurezza e applicazioni. DXC offre una rete globale di Automotive Centers of Excellence dove i suoi partner e clienti possono lavorare insieme per sviluppare e proporre innovazioni per le industrie.
L’automobile del futuro: sensore e centro di produzione di dati
La collaborazione tra DXC e BMW ha le sue fondamenta nel fatto che l’utilizzo dei big data sta contribuendo a rivoluzionare il modo di muoversi e di spostarsi e che, proprio grazie a queste dinamiche, l’automobile sta diventando sempre più un sensore. L’Internet of Things sta connettendo i più diversi componenti del veicolo tra loro, e con altri componenti e sistemi. Le auto di oggi vengono vendute con computer a bordo in grado di processare fino a 25 gigabytes di dati all’ora. Mettendo insieme le funzionalità dei computer sulle auto con i progressi nelle reti wireless e con la gestione dei dati, la macchina ha l’opportunità di diventare il sensore real-time più avanzato che esista al momento. Come si legge in questa analisi di McKinsey, le automobili sono sempre più destinate a diventare centri di dati produttivi e, in ultima analisi, componenti di un più ampio network della mobilità, un elemento già evidente nei sistemi di navigazione che usano in dati in real time.
Big data e infomobilità: le auto-sensori e le strade del futuro, che cosa sta cambiando