General Motors fa da apripista per l’industria automotive sull’intelligenza artificiale generativa: il costruttore di Detroit sta esplorando l’uso di ChatGPT per sviluppare l’assistente virtuale delle sue auto elettriche, secondo quanto riportato dal sito Semafor e da Reuters. ChatGPT, il software di Generative AI con avanzate capacità di comprensione e elaborazione del linguaggio naturale, è stato creato dalla società californiana OpenAI, ma di fatto usarlo a livello aziendale significa aprire una collaborazione con Microsoft, che con OpenAI ha da anni una stretta partnership.
Che cosa potrà fare l’assistente virtuale di General Motors basato su ChatGPT
L’AI sviluppata da OpenAI è un preciso modello linguistico chiamato generative pre-trained transformer. Questo modello può essere usato così com’è oppure personalizzato addestrandolo con un opportuno input di dati in base agli obiettivi che si intende ottenere – un compito che un’azienda delle dimensioni di General Motors può svolgere perché ha a disposizione sia i Big data sia i team IT necessari. Caratteristica dei modelli avanzati come ChatGPT è infatti la capacità di apprendere da bacini di dati enormi e, quindi, di diventare molto esperti nella ricerca e nella restituzione di informazioni.
L’assistente virtuale avanzato su cui GM lavora potrà fornire modalità di interazione e user experience nettamente migliorati ai conducenti delle sue auto elettriche. Il vice president of software-defined vehicle and operating systems di GM, Scott Miller, ha confermato (senza menzionare ChatGPT) che questo assistente saprà fare molto più che attivare il riscaldamento o l’infotainment. Per esempio, se una spia si accende sul cruscotto, l’automobilista potrà chiedere all’AI che cosa significa, ottenere informazioni basate sul sistema di diagnostica del veicolo, capire quanto sia urgente la riparazione e mettersi in contatto con l’officina. Oppure, se capita di forare uno pneumatico, l’automobilista può chiedere all’assistente come si cambia una gomma e l’AI riprodurrebbe un video con le istruzioni sul display di bordo.
General Motors sta addestrando questo assistente tramite dataset che contengono funzioni molto specifiche per le automobili. Ciò potrà migliorare anche la sicurezza in auto, perché l’interazione vocale avanzata può eliminare del tutto l’uso dello smartphone e le distrazioni. Elimina anche la dipendenza delle case automobilistiche dai prodotti come Android Auto o Apple CarPlay, forniti da aziende con brand molto forti sulla user experience.
Il fatto che General Motors faccia da apripista sull’AI non è una sorpresa. Il costruttore americano già collabora con Microsoft sulla tecnologia digitale di Cruise, il suo ramo per la guida autonoma.
Rivalità e collaborazioni tra Big Tech e case automobilistiche
L’auto connessa e automatizzata è diventata un settore su cui competono costruttori e Big Tech. Google, Apple, Amazon e Microsoft sono in prima fila nel fornire software, servizi, applicazioni di intelligenza artificiale e interfacce per la user experience, come emerso in dettaglio nello studio di CB Insights “The big tech in auto & mobility report”.
Ma, mentre Google e Apple esplorano direttamente una presenza nel mondo dell’auto, Microsoft si concentra soprattutto sul ruolo di fornitore, capitalizzando la sua esperienza nel software, nel cloud e nell’edge computing. Per esempio, attraverso la Microsoft Connected Vehicle Platform, una funzionalità del cloud Azure, Microsoft offre ai costruttori gli strumenti software per l’auto connessa nonché la grande quantità di dati necessari per sviluppare le soluzioni di assistenza e automazione avanzata. E proprio sullo stack Azure AI collabora con GM e la sua sussidiaria a guida autonoma Cruise.
La partnership tra Microsoft e OpenAI: gli sviluppi
L’accordo tra Microsoft e OpenAI siglato nel 2019 ha previsto un investimento di 1 miliardo di dollari di Microsoft in OpenAI, che ha potuto così utilizzare i servizi di cloud computing di Microsoft per la ricerca e lo sviluppo delle sue tecnologie. In OpenAI aveva già investito Elon Musk con 100 milioni di dollari al momento dell’avvio della startup (nel 2015) e solo a titolo personale.
Microsoft e OpenAI collaborano su progetti di ricerca e sviluppo in diversi campi dell’intelligenza artificiale, tra cui l’elaborazione del linguaggio naturale, la visione artificiale, la robotica e la ricerca di soluzioni innovative per problemi di natura globale. Una delle applicazioni più rilevanti della partnership è stata proprio la creazione di GPT-3, il potente modello di elaborazione del linguaggio naturale sviluppato da OpenAI e ospitato su Microsoft Azure, e alla base della versione di ChatGPT lanciata il 30 novembre del 2022.
Poche settimane fa è stato introdotta la nuova versione del software, GPT-4. Il transformer è un modello di linguaggio altamente sofisticato in grado di comprendere il contesto di una conversazione e rispondere in modo coerente e naturale. Il suo sistema di AI generativa lo rende in grado di conversare, generare testo leggibile su richiesta e produrre nuove immagini e video basati su ciò che ha appreso e continua ad apprendere da un vasto database di contenuti e media digitali. Più lo si usa più impara a rispondere correttamente.
A febbraio Microsoft ha annunciato una nuova collaborazione con OpenAI che la porterà a incorporare ChatGPT nel motore di ricerca Bing. Bing utilizza GPT per generare risposte più accurate e dettagliate alle domande degli utenti. Inoltre, migliorando la capacità di Bing di comprendere il linguaggio naturale e di interpretare i significati impliciti dei testi, questa tecnologia permette di fornire risultati di ricerca più pertinenti e personalizzati per gli utenti. Anche qui l’innovazione va inserita nello scenario competitivo: Bing potenziato da ChatGPT è un guanto di sfida al motore di ricerca di Google che attualmente domina il mercato.