L'INTERVISTA

Eugenio de Blasio (Ceo E-GAP): “La ricarica delle auto elettriche? Con noi sarà on demand”

Chi possiede un veicolo elettrico e vuole farselo ricaricare può lasciarlo dove vuole e, attraverso un’app dedicata, chiamare un addetto che eseguirà l’operazione al posto suo: è il servizio di E-GAP, appena lanciato a Milano (seguiranno altre capitali europee). “Sopperiamo alla mancanza di infrastrutture” dice il CEO

Pubblicato il 13 Set 2018

Eugenio-De-Blasio2c-Presidente-E-GAP

La ricarica di un’auto elettrica potrebbe diventare più facile con E-GAP: chi possiede un veicolo e vuole farselo ricaricare potrà lasciarlo dove vuole e, attraverso un’app dedicata, chiamare un addetto che eseguirà l’operazione al posto suo. E magari nel frattempo questo addetto fornirà altri servizi, come il lavaggio dell’auto. È quello a cui punta E-GAP: i suoi camioncini sono veri e propri centri di ricarica mobile veloce, in grado di fornire energia per ricaricare veicoli elettrici. Un progetto nato dopo 2 anni di ricerca dal lavoro di oltre 70 professionisti tra ingegneri ed esperti del settore green ed elettrico. Città pilota sarà Milano, dove i primi mezzi circoleranno a partire da fine 2018, poi il servizio dovrebbe essere esteso ad altre 9 città in Europa continentale: Parigi, Roma, Berlino, Londra, Stoccarda, Madrid, Amsterdam, Utrecht e Mosca.

IL GRUPPO: CHI SONO I SOCI DI E-GAP

E-GAP nasce dall’esperienza di tre soci con competenze eterogenee: Eugenio de Blasio, fondatore e presidente, tra i pionieri del settore della Green Economy, già membro del board di Assorinnovabili, Vice Presidente di Assosolare ed ex CEO di gruppi quotati al Nasdaq; Daniele Camponeschi, ex CIO di Independent Power Producers con esperienza in primari gruppi finanziari; Alessandro Di Michele, ex CFO di Borsa Italiana con esperienze in primari gruppi Internazionali e di consulenza finanziaria.  Progetto al 100% Made in Italy, è stato realizzato insieme al gruppo MetaSystem, specializzato in ricerca, sviluppo e produzione di elettronica applicata ai sistemi di sicurezza avanzati per i mercati automotive ed energia.

I soci di E_GAP: Daniele Camponeschi, Eugenio de Blasio, Alessandro di Michele

VERSO LA MOBILITÀ SOSTENIBILE: I DATI

L’auto elettrica è ancora molto poco diffusa a livello mondiale, e ancor meno in Italia ma, anche per questo, gli esperti ritengono che nei prossimi anni la domanda è destinata a crescere. Nel 2017, dice Vittorio Chiesa, direttore Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano, il mercato dell’elettrico ha superato per la prima volta il milione di auto vendute, con la Cina primo player mondiale (600mila auto), che ha ormai raddoppiato i numeri dell’Europa (300mila veicoli). Seguono gli Stati Uniti, con 200mila auto elettriche in commercio nel 2017, e il Giappone, con +155% di mezzi venduti rispetto al 2016 per un totale di 56mila veicoli. Le stime sul futuro sono di 2 milioni di nuove auto in commercio a livello globale al termine del 2018. L’Italia è indietro: le auto elettriche sono lo 0,24% del mercato, contro una media mondiale dell’1,3%. Tuttavia si prevede che, entro il 2030, i veicoli elettrici saranno tra i 2 e i  5  milioni rispetto agli attuali 10.000, complici il calo dei prezzi e lo sviluppo dell’infrastruttura di ricarica sul territorio. Proprio il costo dei veicoli e la ancora modesta diffusione delle colonnine di rifornimento, oltre che i tempi di ricarica troppo lunghi, sono gli aspetti che ad oggi costituiscono le principali barriere per il settore, spiega Alessandro Marangoni, CEO di Althesis Strategy Consulting. D’altro lato, l’e-mobile consente numerosi benefici per il consumatore: se si guarda al rapporto fra costo di ricarica e chilometri percorsi, infatti, le auto elettriche sono più convenienti di quelle a benzina, presentano minori costi di manutenzione, permettono di parcheggiare gratuitamente e di accedere liberamente alle zone a traffico limitato.

La vera sfida, sottolinea Marangoni, consiste quindi nel coniugare le esigenze del consumatore e la disponibilità tecnologica: è fondamentale garantire un sistema di infrastrutture solido e adeguato, non solo in termini di diffusione sul territorio, ma anche di servizi complementari alle colonnine per diverse esigenze di ricarica. La crescita della domanda di energia genera inoltre una nuova sfida, collegata alla gestione dei picchi di potenza, poiché ricariche rapide implicano maggiore potenza impegnata per tempi più brevi.

RICARICA AUTO ELETTRICA: COME FUNZIONA E-GAP

Il servizio di ricarica in mobilità di E-GAP è rapido (ricarica fast charge), effettuabile in mobilità, ossia ovunque si trovi il veicolo da ricaricare, e a richiesta, prenotabile tramite App e Web.

Eugenio De Blasi spiega a EconomyUp come funziona l’applicazione e offre qualche spunto di riflessione sul tema dell’auto elettrica.

Come è nata E-GAP?

Da un’esperienza e un’esigenza personali. Ho acquistato un’auto elettrica e ho capito i problemi che ne derivano: ci sono poche colonnine di rifornimento, il garage era sempre occupato dalle auto delle mie figlie e avevo difficoltà a ricaricare…Poi, se l’auto resta per strada, come portarla alla colonnina più vicina? A quel punto ho capito che esisteva un gap da colmare, perché finora tutti gli stakeholders si sono concentrati nelle batterie, nelle colonnine e nelle autovetture, ma nessuno ha pensato al cliente. Prendendo a prestito un noto slogan, noi diamo un servizio “costruito intorno al cliente”. Dalla nascita dell’idea al suo lancio ci sono voluti due anni per trovare la strada e adattarsi alle normative. Abbiamo investito nel progetto circa 5 milioni di euro, puntiamo a metterne sul piatto altri 60 da parte di investitori professionali.

Come funziona E-GAP?

Si scarica l’app, ci si registra, si inserisce il numero di targa e il sistema di pagamento preferito e si ordina una ricarica che viene fatta a domicilio. L’obiettivo è che la ricarica avvenga senza la presenza del guidatore. La rivoluzione che intende portare E-GAP nel mondo della mobilità è cambiare il paradigma del refuelling. Siamo tutti abituati ad andare dal benzinaio, invece questa volta è il benzinaio che viene da noi. E non lo chiameremo più benzinaio, ovviamente. In questo modo le persone potranno dedicare più tempo alle cose importanti della vita: lavoro, famiglia, tempo libero…Insieme daremo altri servizi: dedichiamo circa mezz’ora a ricaricare il veicolo e in questa mezz’ora si possono fare tantissime cose, per esempio il lavaggio dell’auto.

Costi, modalità del servizio, flotta a disposizione?

I costi varieranno tra il 30% e il 50% del costo di ricarica. Del resto anche un taxi ha un prezzo superiore rispetto al tram. Abbiamo 10 automezzi su Milano, di cui due emergenziali. Ne metteremo due per ogni aeroporto. I furgoncini dovrebbero arrivare sul posto in circa 15 minuti.

Il servizio viene sperimentato per la prima volta a Milano. Perché?

È la città più moderna e all’avanguardia in Italia, si proietta verso il futuro. E il futuro è sicuramente elettrico per tutti quanti, non solo per quanto riguarda le auto. Tutto quello che è inquinante sarà man mano sostituito dalle energie rinnovabili e dalle fonti fossili. A Milano, inoltre, il Comune ha appena approvato un nuovo piano per il deployment delle colonnine elettriche in città.

Le colonnine di rifornimento sono vostri competitor?

Assolutamente no, il nostro è un completamento del servizio. Noi interveniamo nel momento emergenziale, perché se rimango in panne la colonnina non viene da me. Inoltre non carichiamo mai il 100% dell’autovettura, perché la nostra strategia è dare il servizio in mezz’ora. Quindi l’utente può ricaricare con calma a casa o nel garage dell’ufficio. Non siamo concorrenti ma compatibili.

RICARICA ELETTRICA: UN TREND IN CRESCITA

I veicoli elettrici sono però una percentuale ancora bassissima in Italia.

Siamo un servizio innovativo, ci va benissimo accompagnare la crescita. Entro il 2018 a livello mondiale avremo circa 2 milioni di veicoli elettrici immatricolati, di cui un milione solo nell’ultimo anno. È un trend abbastanza significativo, prevediamo un boom di questa tecnologia nei prossimi cinque anni. Perciò siamo partiti subito per attrezzarci a sostenere questa crescita.

Smart mobility e smart road: l’Italia è pronta con le infrastrutture?

Il problema infrastrutturale è il motivo per cui nasciamo, ma non è solo tipico dell’Italia. Ci sono problemi infrastrutturali in tutte le grandi città. Del resto non si può mettere una colonnina davanti al Duomo, è anche una questione estetica. Perciò ci vuole più tempo di quello che si pensa. E noi italiani non facciamo come i cinesi, che radono al suolo una città per costruirne un’altra. Abbiamo beni e bellezze culturali ed artistiche e dobbiamo adattare la crescita tecnologica al contesto urbano.

L’auto elettrica riuscirà davvero a migliorare la sostenibilità ambientale? Sergio Marchionne la definì una “minaccia al pianeta”, per poi fare retromarcia.

È una tesi da smontare, le ricerche lo dimostrano. L’auto elettrica non è assolutamente più inquinante, anzi tutte le componentistiche sono riciclabili così come nelle energie rinnovabili. Si può fare il revamping delle batterie usate, la componentistica è più o meno la stessa dell’auto non elettrica e soprattutto l’energia ormai viene sempre di più da fonti rinnnovabili. Noi ricarichiamo un componente naturale, il litio. Attualmente i laghi di litio sono in Cina, Cile e in alcuni Paesi africani. Peraltro il litio è già in tutti i nostri telefonini. Il vantaggio è che si può riciclare. Marchionne era un po’ indietro tecnologicamente, o meglio lo era FCA.

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