La casa automobilistica tedesca Daimler è entrata a far parte di un gruppo di investitori internazionali che si sono impegnati a sostenere Vision, un fondo d’investimento da 100 miliardi di dollari di proprietà di Softbank, consentendo così al fondatore della holding, il miliardario giapponese Masayoshi Son, di chiudere il veicolo d’investimento tecnologico più grande del mondo.
Daimler (che detiene tra gli altri anche i marchi Mercedes-Benz e Smart) si unisce così a tre banche nipponiche (MUFG, Mizuho e Sumitomo Mitsui Banking Corp), al fondo sovrano del Bahrein e alla partecipazione del co-fondatore di Oracle Larry Ellison, per mettere sul piatto gli ultimi 7 miliardi di dollari necessari per arrivare all’obiettivo di 100 miliardi del fondo di Softbank. Si tratta comunque di un investimento relativamente piccolo rispetto a quelli di altre aziende che già hanno finanziato il fondo (tra queste anche Apple, Qualcomm, Foxconn e Sharp): dei 100 miliardi totali, infatti, circa 88 provengono da SoftBank, Arabia Saudita (Vision è stato ufficialmente lanciato nel 2016 proprio con il sostegno del fondo di investimento statale dell’Arabia Saudita) ed Emirati Arabi Uniti.
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Sull’operazione non mancano però polemiche da parte di investitori rivali, che si sono chiesti se la strategia fortemente tech-oriented di Son non abbia “drogato” il mercato, iniettando troppi capitali in startup non meritevoli distorcendo così le valutazioni fino a portarle a livelli insostenibili.
Son (che ha creato Softbank negli anni Ottanta come piccolo distributore di software, portando negli anni la società a essere una tra i maggiori investitori mondiali nel settore della tecnologia) non si ferma però davanti alle critiche e, anzi, intende partecipare al fondo anche con il suo capitale personale, oltre ad aver predisposto strutture che consentiranno ai dirigenti del fondo di investire nel veicolo.