La pizza a domicilio? Ce la consegna un’auto a guida autonoma. Calma però, perché ancora per un po’ saranno i “tradizionali” fattorini, con il cartone fumante tra le mani, a bussare alle nostre porte. Ma tra qualche anno chissà… In un laboratorio di Ann Arbor, nello stato del Michigan, Stati Uniti, sta infatti prendendo vita un progetto che potrebbe rivoluzionare il settore della consegna di cibo a domicilio. Il colosso automobilistico Ford e la nota catena di ristorazione Domino’s hanno annunciato l’avvio, il prossimo settembre, di alcuni esperimenti per la consegna a domicilio di ordinazioni tramite l’utilizzo di veicoli a guida autonoma. L’esperimento, della durata di un mese, avrà luogo proprio nella città della società fondata da Tom Monaghan e coinvolgerà alcuni clienti scelti a caso tra coloro che effettueranno l’ordine. Mentre il veicolo scelto per il test sarà una Ford Fusion ibrida, dotato di uno schermo esterno touch che fornirà all’utente tutte le informazioni necessarie al ritiro.
Il vero obiettivo del progetto, in realtà, è scoprire come reagiranno, e interagiranno, le persone che si troveranno di fronte una driverless car. In un’intervista rilasciata a Tech Crunch, Sherif Marakby, vice presidente del settore veicoli autonomi ed elettrici di Ford, ha descritto il progetto come una sorta esperimento etnografico: «Stiamo svolgendo questa ricerca etnografica in parallelo allo sviluppo della tecnologia a guida autonoma. E la vera ragione per cui lo stiamo facendo è scoprire cose che ancora non conosciamo relativamente all’interazione tra l’automobile e l’utente».
La partita più importante, finalizzata a valutare la fattibilità del progetto, si giocherà negli ultimi 15 metri della tratta di consegna. Il “driverless delivery”, infatti, prevede che il sistema invii un messaggio all’utente quando la pizza è in arrivo, e che lo stesso (in grado di seguire tramite un’app tutto il percorso dell’ordine) – in assenza di un fattorino – esca di casa per interagire con lo schermo installato sull’auto e, tramite un codice, apra le portiere dell’automobile per ritirare il pasto. Un cambiamento non da poco, specie per chi è abituato a ricevere la consegna sull’uscio di casa, che potrebbe influire sulle potenzialità di mercato del servizio. Peraltro, secondo quanto affermato da un portavoce di Ford, per il momento le automobili non consegneranno realmente in modalità self-driving, ma saranno sempre guidate da un ricercatore, proprio a testimonianza del fatto che sotto la lente d’ingrandimento ci sono le reazioni dei consumatori e non la tecnologia in sé.
La consegna a domicilio è da sempre una prerogativa della catena Domino’s seppure nel tempo le modalità del servizio si sono evolute. Si dice che il suo fondatore Tom Monaghan, già negli anni sessanta, consegnasse pizze a domicilio a bordo di una Volkswagen Beetle. Per molti anni poi il colosso di Ann Arbor ha fatto della rapidità il suo punto di forza, garantendo ai clienti la consegna dell’ordine in trenta minuti. Con il tempo però tale limite è stato eliminato, a causa dei numerosi incidenti in cui vennero coinvolti i guidatori della società, preoccupati a rispettare il tempo di consegna. È proprio per questo, forse, che negli anni Domino’s si è contraddistinta per la ricerca di metodi di consegna alternativi: nel 2016, in Nuova Zelanda, ha per esempio avviato il primo servizio di consegna pizza a domicilio con i droni; mentre qualche anno prima l’azienda lanciò il servizio di ordinazione via Twitter. Per quanto riguarda Ford invece, la partnership con Domino’s dovrebbe rientrare nella strategia per la realizzazione dell’auto del futuro. Strategia che dovrà essere messa in atto in primis da Jim Hackett, nominato CEO dell’azienda non più tardi di qualche mese fa.