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Connected car in crescita nel mondo, in Italia una ogni 4 abitanti



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Il mercato delle auto connesse in Italia prosegue la sua corsa, dice una ricerca dell’Osservatorio Connected Car & Mobility che sarà presentata il 28 maggio a Milano. Tra le tecnologie più dirompenti c’è l’Intelligenza Artificiale. Ma per il momento restano deluse le prospettive di decarbonizzazione

Pubblicato il 10 mag 2024

Giulio Salvadori

Direttore Osservatorio Connected Car & Mobility



cONNECTED CAR
Connected car

I settori Automotive e della mobilità sostenibile stanno attraversando una profonda trasformazione, guidata dall’innovazione tecnologica e dalla crescente attenzione verso la sostenibilità ambientale. Il nuovo paradigma si muove verso una mobilità connessa, green, condivisa e automatizzata, influenzando le preferenze dei consumatori e le strategie delle aziende. Le indagini dell’Osservatorio Connected Car & Mobility, i cui risultati verranno presentati a Milano in occasione del Convegno “Accelerare verso una mobilità connessa e sostenibile: è tempo di cambiare marcia”, il 28 maggio mattina (h9.15-13.15, disponibile anche online), rivelano alcune sfide importanti che orientano il settore verso un futuro sempre più interconnesso.

Mercato auto 2023: deluse le aspettative “green”

Nel 2023, il mercato automobilistico italiano ha superato la soglia di 1,5 milioni di immatricolazioni, registrando un incremento di 250.000 unità rispetto ai dodici mesi precedenti (+19% rispetto al 2022). Nonostante questo segno positivo, il numero totale di nuove immatricolazioni è ancora lontano dal picco di 1,9 milioni raggiunto nel 2019. Le aspettative per la decarbonizzazione sono invece state deluse: la quota di veicoli elettrici è ferma al 4,2% (66.300 immatricolazioni, +0,5% rispetto al 2022), mentre quella delle ibride plug-in scende al 4,4% (-0,7%). 

Connected car: un veicolo connesso ogni 4 abitanti

In questo scenario, il mercato delle auto connesse in Italia sta proseguendo la sua corsa: a fine 2023 i veicoli smart ammontano a 16,9 milioni, pari al 42% del parco circolante in Italia, poco più di 1 ogni 4 abitanti. Tra questi, si registrano 5,1 milioni di auto nativamente connesse tramite SIM in ambito consumer (+19% vs 2022), 1,5 milioni di auto aziendali connesse per il fleet management (+25%) e 10,3 milioni di box GPS/GPRS per la localizzazione e la registrazione dei parametri di guida con finalità assicurative (+3%). Funzionalità quali gli assistenti vocali, i sistemi di infotainment, i sistemi di navigazione in tempo reale e i dispositivi per la sicurezza attiva, sono le più utilizzate tra i consumatori finali. 

Connected car in crescita in tutto il mondo

A livello internazionale, le auto nativamente connesse con SIM a bordo – secondo l’Osservatorio Autopromotec, 2023 – raggiungono quota 350 milioni a fine 2023 (+18% vs 2022) e si stima una crescita annua del +19% nei prossimi quattro anni, con un parco circolante che raggiungerà 640 milioni di unità entro il 2027. Questo importante sviluppo sul fronte della connettività e dei dati, abbinato alla crescita del comparto dei veicoli elettrici, sta spingendo i grandi player dell’hi-tech – in primis provenienti dalla Cina – ad entrare nel mercato. Spesso si procede per alleanze con brand già presenti nel settore automobilistico – come nel caso di Huawei, Foxconn e Waymo (Gruppo Alphabet – Google), che forniscono sistemi operativi e dispositivi per l’assistenza alla guida. Altre volte l’obiettivo è più sfidante, come nel caso di Xiaomi, che ha annunciato il suo ambizioso piano di entrare nel mercato dei veicoli elettrici con un investimento di 10 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni, con la prima vettura che vedrà la luce entro metà 2024. Ci sono anche casi, però, in cui non tutto va secondo i piani: l’esempio è quello di Apple, che ha recentemente deciso di abbandonare il piano decennale che aveva messo a punto per costruire la sua prima auto elettrica e a guida autonoma.

Connected car e AI

Tra le tecnologie più dirompenti per il settore, l’Intelligenza Artificiale, e – in particolare – la Generative AI, spicca come tra le più rilevanti per affrontare le sfide del contesto odierno, grazie anche alla sua versatilità che ne abilita l’utilizzo in diversi contesti.  Ad esempio, l’integrazione della Generative AI negli assistenti vocali a bordo veicolo apre la strada a conversazioni più intuitive e naturali con la propria auto. L’AI potrà inoltre migliorare sicurezza ed efficienza alla guida, fornendo consigli personalizzati sulla base del comportamento dei conducenti, contestualmente allo scenario di guida. 

Estendendo l’applicazione anche ad altri contesti, l’AI Generativa è in grado di produrre dati sintetici e sviluppare ambienti di test virtuali, accelerando così lo sviluppo di algoritmi per la guida autonoma in modo più sicuro ed efficiente. In sostanza, l’AI potrà generare scenari simulati per testare le proprie capacità, e i dati ricavati potranno essere successivamente utilizzati per ottimizzare continuamente questi ambienti di prova, in un processo ciclico che contribuirà a migliorare sicurezza e diffusione dei veicoli a guida autonoma. Infatti, nonostante tali veicoli siano già oggi in circolazione nelle strade di diversi Paesi (si pensi ad esempio ai “robo-taxi” presenti in diverse città statunitensi), ci sono ancora importanti criticità legate alla sicurezza che occorre risolvere. Ne è testimone la vicenda che ha coinvolto Cruise – la divisione di taxi autonomi di General Motors – che ha dovuto sospendere la circolazione dell’intera flotta in seguito alla revoca della licenza da parte dell’autorità competente della California. Decisione arrivata dopo l’accusa da parte dell’autorità di aver omesso nel video di un incidente le manovre di un robo-taxi che ha investito un pedone. 

Gli italiani e l’auto a guida autonoma

Guardando alla prospettiva degli utenti su questi temi, solo il 15% dei consumatori italiani si dichiara propenso e deciso a utilizzare un’auto a guida autonoma nei prossimi anni. Il 19% rimane contrario rispetto a un possibile utilizzo, mentre ben 2 consumatori su 3 (66%) hanno ancora forti dubbi al riguardo. I principali motivi tra chi è favorevole sono la comodità di “poter fare altre attività durante il tragitto” (43%), la maggiore sicurezza (34%) e la possibilità di trovare parcheggio autonomamente (29%). Viceversa, i contrari sono frenati soprattutto dalla sensazione di non avere il controllo della vettura (36%), dal piacere di guidare in prima persona (32%) e dalla sensazione di insicurezza (31%).

Visti questi risultati, da un lato le aziende della filiera automobilistica devono continuare a cogliere l’opportunità di innovare, offrendo soluzioni sostenibili e connesse per soddisfare le crescenti esigenze dei consumatori, ma anche lavorare sulla comunicazione delle potenzialità e dei benefici ottenibili. Dall’altro lato, alle istituzioni spetta il compito di investire in infrastrutture e politiche che facilitino la transizione verso il nuovo paradigma di mobilità. Solo così sarà possibile creare un ecosistema connesso, sostenibile e accessibile a tutti.


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