LA GUIDA

Come ottenere le tessere per la ricarica dell’auto elettrica

In Italia non esiste una tessera per la ricarica dell’auto elettrica utilizzabile su tutto il territorio nazionale: ogni gestore ha la sua card, anche se alcuni accettano quelle di altri marchi. Ultimamente, però, stanno sorgendo network di operatori che consentono l’utilizzo di un’unica card. Il caso Enel JuicePass

Pubblicato il 18 Ago 2022

Auto elettrica, tessere per la ricarica Eco car foto creata da frimufilms - it.freepik.com

Ricarica per auto elettriche: in Italia sono disponibili diverse tessere per ricaricare la propria automobile e sono molti gli automobilisti che ne hanno più d’una. Non esiste, infatti, una tessera valida e utilizzabile su tutto il territorio nazionale: ogni gestore ha la sua card, anche se alcuni accettano anche quelle di altri marchi, secondo specifici accordi. Ultimamente, però, stanno sorgendo network di operatori che consentono l’utilizzo di una unica card.

Auto elettrica, tutto sulle tessere per la ricarica: chi le propone e come funzionano

In Europa questi consorzi sono molto diffusi; non così in Italia, dove esiste una forte concorrenza fra gestori e predomina una polarizzazione da parte di Enel X.

Video: Come si attiva la tessera RFID BeCharge

7 Come si attiva la tessera RFID su App Be Charge

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Come si paga alle colonnine di ricarica

A differenza delle normali stazioni di rifornimento per benzina e gasolio, le colonnine per le auto elettriche non possono essere utilizzate con bancomat, carte di credito o contanti.

I pagamenti per le ricariche avvengono, quindi, solo tramite app o relative tessere associate al profilo nell’applicazione, nella quale sono contenute le informazioni di pagamento.

Le tessere, o card, sono realizzate con la tecnologia RFID e costituiscono un identificativo del guidatore. Sono collegate a un’app installata sullo smartphone, tramite la quale risulta anche più facile individuare le colonnine utilizzabili per la ricarica.

Tessere di ricarica: l’offerta delle case automobilistiche

Molte case automobilistiche offrono una propria tessera, con relativa app da installare sul telefono, alla quale sono collegate determinate offerte per i clienti. Ovviamente, disporre di più tessere significa sia avere a disposizione molte più stazioni dove poter ricaricare, sia beneficiare di eventuali offerte.

  • Audi

Il programma Audi e-tron Charging Service consente di accedere, con la card fornita, a 9.500 punti di ricarica in Italia e 135mila in tutto il mondo. Funziona con le colonnine di diversi gestori, rintracciabili tramite l’app myAudi (versione iOS e per Android), che fornisce anche indicazioni su orari, disponibilità, tipo di attacco, ecc.

  • Bmw

Con l’acquisto di un’auto elettrica BMW viene offerto il cavo per le colonnine pubbliche (Mode 3) e la BMW Charging Card per l’accesso a 9.500 punti di ricarica in Italia. L’app è disponibile per iOS e in versione Android.

  • Ford

L’app Fordpass (versione iOS e per Android) permette di ricaricare l’auto elettrica all’interno della rete BlueOval Charge Network. Occorre collega il proprio account Ford al metodo di pagamento preferito. Sono oltre 125mila stazioni FordPass Charging Network in ventuno paesi nel mondo.

  • Mercedes Benz

Il programma Mercedes me Charge permette di accedere a numerose stazioni di ricarica pubbliche in tutta Europa (città, centri commerciali, hotel e aree di servizio), senza necessità di app sul telefono o schede: come avviene per Tesla, il sistema è gestito direttamente dall’automobile. È sempre possibile installare l’app anche sullo smartphone. Grazie a questa si possono conoscere posizione, disponibilità e prezzi della stazione di ricarica prescelta. I clienti Mercedes possono accedere alla ricarica rapida del consorzio Ionity al prezzo di 0,29 euro/kWh per un anno, al termine del quale è possibile mantenere la stessa tariffa pagando un canone di abbonamento oppure passare alla tariffa di 0,79 euro/kWh.

  • Nissan

La casa automobilistica nipponica si appoggia al servizio ChargeMap Pass, che permette di accedere ai punti di ricarica di diversi gestori. L’app è gratuita, per iOS e Android; la card non ha canone (ma un costo di attivazione di 19,90 euro), mentre i costi di ricarica sono quelli delle colonnine a cui ci si connette.

  • Smart

Smart propone una app gratuita (per iOS e Android) con il servizio ready to park and charge, tramite il quale prenotare una colonnina in un parcheggio (la prenotazione vale per 15 minuti), lasciare l’auto in carica e pagare la sosta a ricarica avvenuta, quando si va via.

  • Tesla

La casa automobilistica di Elon Musk ha una propria rete di ricarica, denominata Supercharger, utilizzabile solo dai proprietari di un’auto Tesla. Il costo è di 0,30 euro/kWh. Chi possiede una elettrica Tesla può ricaricarla anche presso altre colonnine, ma la casa automobilistica non prevede convenzioni o sistemi di pagamento trasversali con altri gestori.

  • Volkswagen

Anche Volkswagen ha presentato il suo programma fedeltà per le auto elettriche, analogo a quello di Audi (gruppo di cui fa parte), con l’app dedicata We Connect (iOS, Android).

  • Volvo

La casa svedese rimborsa un anno di ricarica delle proprie auto (elettriche o plug-in hybrid). Il rimborso avviene una tantum, calcolato sul prezzo medio al consumatore dell’energia elettrica in Italia.

Video: La tessera e-mobility Card di Acea

Acea e-mobility card, la tua ricarica a portata di mano

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Ricarica: le tessere RFID

Le tessere RFID sono munite di chip. RFID è l’acronimo di “Radio-Frequency Identification”, ossia identificazione a radiofrequenza, e sta a indicare una tecnologia a riconoscimento automatico. Per ricaricare un’auto elettrica è sufficiente avvicinare la tessera alla piastra sulla colonnina, nel punto in cui è disegnato l’apposito simbolo, per attivare la carica.

Per alcuni gestori e operatori di mobilità elettrica queste tessere sono da preferirsi. Occorre fare attenzione però: mentre l’app per smartphone è gratuita, la card RFID può avere un costo di emissione che varia a seconda dell’azienda scelta.

Tessere per la ricarica, come funziona JuicePass

JuicePass è l’app di Enel X, il principale gestore di colonnine di ricarica per auto elettriche in Italia. Permette di gestire le ricariche dell’auto elettrica ovunque ci si trovi: sia a casa – con la JuiceBox –, sia in città, sulle strade urbane, extraurbane e in numerosi punti strategici (supermercati, parcheggi e centri commerciali), mediante le infrastrutture di ricarica distribuite su tutto il territorio italiano ed europeo.

Quanto costa JuicePass

Il servizio di Enel X offre un piano a consumo Premium: in aggiunta al piano a consumo base con il pagamento di un canone annuo di 25 euro si ha diritto al servizio di prenotazione delle prese per 1 anno. Il piano Flat Small costa 25 euro al mese per 70 kWh mensili. Il piano Flat Large costa 45 euro al mese per 145 kWh mensili.

JuicePass recapitata a casa

La card JuicePass è la carta RFID che permette di avviare e interrompere la ricarica senza dover utilizzare l’app. Per acquistarla occorre effettuare l’accesso alla sezione dedicata in JuicePass e inserire l’indirizzo dove recapitarla.

Scaricare l’app e collegare JuicePass all’account

Le app di JuicePass si possono scaricare da Google Play, per Android o da Apple Store per IoS. Per utilizzare la card occorre associarla al proprio account.

 JuiceBox

EnelX offre la possibilità di acquistare una colonnina di ricarica domestica, da installare nel proprio box o anche in uno spazio aperto. Le soluzioni sono tre:

  • JuiceBox03, per utenze domestiche da 3 a 4,5 kW, potenza 3,7 kW, tempo medio di ricarica 11 ore (adatto quindi alla ricarica notturna), costo 1.500 euro;
  • JuiceBox07, potenza 7,4 kW, utilizzabile anche per utenze domestiche da 4,5 kW, tempo medio di ricarica 5 ore e 30 minuti, costo 1.800 euro;
  • JuiceBox22, potenza 22 kW, informazioni a richiesta sul sito.

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Pierluigi Sandonnini
Pierluigi Sandonnini

Ho una formazione ibrida, tecnologica e umanistica. Nuove tecnologie I&CT e trasformazione digitale sono i miei principali campi di interesse. Ho iniziato a lavorare nella carta stampata, mi sono fatto le ossa al Corriere delle Telecomunicazioni negli anni a cavallo del Duemila. Collaboro con Digital360 dal 2020

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